Lil Pin – Sardinia assassins
Non vorremmo risultare tediosi, ma eravate stati avvisati. Nel senso che, recensendo “The equinox”, il nostro Lord 216 si perplimeva per l’assenza ingiustificata di Lil Pin quando si fa la conta dei migliori; sempre lui, a proposito di “Kingpin”, aggiungeva a suo merito che se ne sta distante dal gran tour degli autopompini e fa il Rap; quattro anni dopo, sul topic “Anonima sequestri”, Gabriele Bacchilega ne annotava le barre dirette, asciutte e senza fronzoli; infine, nel maggio 2020, il sottoscritto diceva di “Hennessy” che aveva inventiva, originalità e un ampio bagaglio di riferimenti. E allora il Rap, sì. L’argomento è quello, fin dall’introduttiva “Tommy Shelby”: <<sono il gioco del Rap, scala 1:1>>; assestando con clamoroso anticipo il colpo di grazia: <<mi autoproclamo Dio come Ibra/questo è P e questo è l’audiolibro della Bibbia>>. Game, set, match – e siamo solo al primo brano di “Sardinia assassins”. Che, lo sappiamo, è la seconda uscita firmata dall’mc di Quartu Sant’Elena per il progetto Make Rap Great Again, inaugurandone intanto la terza, attesissima fase.
Dodici tracce, mezz’ora pressoché tonda, i featuring di quasi tutta la consorteria M*R*G*A, più la quota romana (Gast) e la dotazione di scratch (provvede Dj Bonz); a incuriosire è però la presenza di Nex Cassel alle macchine, che in “Cipriani” di Gionni Grano faceva a metà con Gioielli e qui invece si accaparra l’intero lotto delle strumentali. Di certo non un esordiente, dato che produce fin dai tempi dei Micromala, ma per l’occasione con una sorta di nuova consapevolezza: sul versante del sound, “Sardinia assassins” è un tributo al collettivo Soul Assassins e, in particolare, al Dj Muggs dei Cypress Hill; ne ritroviamo infatti i prodromi in “Donald Trump” – da “Economia & commercio 2” dei Cugini Savoia – che rifaceva quasi alla lettera “Insane In The Brain”. In sostanza: bpm che raggiungono perfino quota cento, timbro cupo, chitarre liquide (quella di “Supersonic” ricorda un po’ “Looking Through The Eye Of A Pig”) e batterie ricche di corpo, in controtendenza rispetto a quanto propone oggi lo stesso Lawrence.
A Pin non resta che far scattare la lama del suo serramanico e affondare i fendenti uno dietro l’altro – traendo ispirazione da personaggi fittizi, serial killer, calciatori, musicisti e scrittori dal carattere focoso, nel migliore dei casi. Perciò non allarmatevi se da “Jeffrey Dahmer” sgorga un rivolo di sangue (<<faccio il culo a tutti in questo gioco, nel tuo culo il cazzo fa gioco/e sono mattoni/c’ho il cemento tra ogni mia barra, sembra colla/il tuo denim sembra collant>>) e le note Blues Rock di “Lemmy Kilmister” suonano minacciose (<<vi spingo, vi chiudo, siete porte/non me la date a bere, al massimo vi bevo, siete porter/siete gin and tonic con il Bombay/ma come a Bombay, col pallino rosso sulla fronte>>): il fine ultimo dell’album è appunto quello. Con l’aggiunta di un dettaglio mica da niente, ovvero che Italo le incastra con un gusto eccezionale, posizionando ogni rima dove più gli pare. E ne è consapevole: <<vorresti questo flow, frate ho il copyright/quando lo capirai, me lo copierai>> (ancora “Lemmy Kilmister”).
Facciamo un esempio per capirci meglio: <<se dici i nomi, ti schiaccio e ti gonfio/16:9, ogni notte è un viaggio fino a Coney/Island>> (estrapolo da “Supersonic”). La prima linea, sempre dal carattere aspro, bellicoso, si lega alla seconda con un’assonanza deliziosa, associando poi i termini schiaccio e gonfio alle proporzioni dello schermo cinematografico, parallelo completato dalla puntuale citazione del cult “The Warriors”, con ulteriore finezza nella troncatura del nome Coney Island per chiudere una rima interna al verso. Facile, no? Ecco: no, non lo è. A maggior ragione se di soluzioni che reclamano il repeat ne ritroviamo a bizzeffe durante l’ascolto – e saranno felici quelli di Genius.com. Così in “Luther dei Rogues” (<<lo faccio per piacere/non come te, per piacere/frate smetti, per piacere/ho scritto classici del Rap e non me la tiro/al massimo ti stiro, odio le pieghe>>) o “Mickey Pearson” (<<per questa merda ci son tagliato, guateddu/corno di montone e silver nickel, tremi, scala Richter>>), pescando letteralmente a caso in un disco che dovrebbe far prendere appunti sul block notes in primis a molti rapper o presunti tali.
Cos’altro aggiungere? Che il contributo di Nex Cassel è nel suo insieme una piccola perla, sposandosi in maniera eccellente alle strofe di Lil Pin. Che la qualità dei featuring è alta e conferma il livello sul quale si è assestato il collettivo Make Rap Great Again; non occorre addentrarci in ogni prova, tuttavia vorrei premiare quella di EliaPhoks perché arriva in scia all’ottimo “Ragazzi per sempre”, che non abbiamo mai riposto sullo scaffale a prendere polvere. Che in “Jeffrey Dahmer” ci sembra di cogliere un ennesimo spoiler (<<a farla breve qua si beve, con Nex è next level>>). Che quindi aspettiamo “Villains”, imminente, e siamo curiosi dei successivi sviluppi che ha in programma la gang di Gioielli, sicuri che le sorprese e i cambi di passo – più o meno marcati – non siano terminati. Infine, che in casa Piras l’attitudine e le ambizioni non si prestano a equivoci: <<sono un rapper, mica canto/…/voglio i miei soldi, non chiedo mica tanto/voglio ciò che merito sempre, mica una tantum/sono asfalto in barre, ti asfalto di barre>> (“Testarossa Polford”).
Si riassume con facilità: se vi piace “Sardinia assassins”, vi piace il Rap; viceversa…
Tracklist
Lil Pin – Sardinia assassins (Make Rap Great Again 2021)
- Tommy Shelby
- Jeffrey Dahmer [Feat. RollzRois]
- Supersonic
- Fabian O’Neil [Feat. Gionni Gioielli]
- Lemmy Kilmister
- Erik Cantona [Feat. Gionni Grano]
- Luther dei Rogues [Feat. Nex Cassel]
- Mickey Pearson [Feat. EliaPhoks e Blo/B]
- Bobby Fischer [Feat. Gast]
- Rory Breaker [Feat. Armani Doc]
- J.G. Ballard
- Testarossa Polford
Beatz
Tutte le produzioni di Nex Cassel
Scratch
- Dj Bonz: 3, 9
Bra
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