L’Orange & Kool Keith – Time? Astonishing!

Voto: 3,5

OrangeKKeithTimeAstonishing500I tratti comuni che due personaggi come Kool Keith e L’Orange detengono non sono pochi: l’uno autentico scienziato pazzo del microfono, l’altro estroso produttore tra i più talentuosi che il panorama contemporaneo possa offrire, ambedue amanti dell’astrattismo e firmatari di differenti concept album in carriera, due menti in grado di trasformare le proprie intuizioni in testi criptici e musiche scure ed eleganti, dando luogo a un connubio perfettamente in grado di viaggiare sulla medesima lunghezza d’onda. Il rapper dagli infiniti alter ego ha deciso di intraprendere un nuovo percorso interplanetario alla ricerca di nuovi confini da varcare e il suo occasionale compagno gli ha di conseguenza preparato un tappeto musicale adeguato, che si scosta dalle ombrose sonorità a lui tipicamente riferibili per dar luogo a un sound consono al tema trattato, aggiungendo all’intatta polverosità dei suoi sample atmosfere care ai film di fantascienza e legando alcuni pezzi attraverso dialoghi campionati dalla serie cinematografica “Buck Rogers”.

L’Orange detta i tempi di percorrenza delle varie destinazioni in maniera scenografica, spolverando il tutto con un pizzico di sana pazzia come da indicazioni di un’introduzione generata da suoni distorti, volutamente storpiati, che anticipano ciò che succederà all’interno di quest’astronave mentale. L’apparato produttivo rispetta l’ambientazione cosmica pur mantenendo un’identità ben precisa e, non casualmente, il traguardo più prestigioso raggiunto dal disco è rappresentato dalla riuscita coesistenza tra le citazioni spaziali e la serie di minuscoli suoni d’antiquariato che L’Orange smembra e ricostruisce con l’attenzione del più puntiglioso degli artigiani, dando luogo a esplorazioni di nuova concezione adatte alle folli visioni liriche del suo mc. Pezzi come “The Green Ray” offrono sprazzi di vecchio Jazz che creano un mood quasi aristocratico, spingendo Kool Keith verso un’auto-indulgenza attraverso cui esprime la singolarità e l’eleganza della sua cifra stilistica accostando nel contempo figure che, per noi poveri mortali, non c’entrano nulla l’una con l’altra (<<The pedigree is newborn/Rap crisis is deformed/the sixth-hand unicorn/the character got track going strong/everything made is bronze/horses of shining armor/tank with biting piranhas>>).

“Dr. Bipolar” è una mina assoluta, resa vincente dal loop di chitarra e dalla potente nota di basso che l’accompagna, mentre il testo riesce a far dialogare le differenti personalità subconscie del protagonista. “The Traveler”, a livello musicale, teletrasporta all’interno di un’ipotetica navicella, davanti a un finestrone, ad osservare lo spazio infinito e le sue stelle in compagnia di un ospite poco convenzionale come J-Live, che si mette alla prova affrontando una tematica totalmente differente rispetto alle sue consuetudini. “I Need Out Of This World”, infine, è il classico colpo da maestro che L’Orange molla almeno una volta per ciascun progetto, grazie alla sua pazzesca abilità nel decidere le sequenze delle varie strutture campionate.

Se la produzione, con la sola eccezione di “The Wanderer” che pare un po’ ripetitiva nel suo giro di piano, riesce ancora una volta ad avvicinare l’impeccabilità, è la prestazione complessiva di Keith a lasciare i maggiori dubbi. La sua vecchia discografia suggerisce che l’uso dell’offbeat semiperenne sia chiaramente una scelta volontaria, ma qui non sempre efficace; il suo tono vocale vive nel limbo tra il rilassato e il pigro, alcuni versi sono molto essenziali, alcune barre sono interrotte da lunghe pause e a volte la strofa termina prima del dovuto, lasciando una sensazione d’incompiuto. Fortunatamente, ciò è contrastato dal vigore degli ospiti coinvolti, capita che Mr. Lif riesca a risollevare da solo l’energia di “Twenty Fifty Three”, dominata dal sample di chitarra, la pulizia metrica di Blu è la qualità che “This New World” fa notare con immediatezza, mentre “Meanwhile, Back Home” vede affidato al solo Open Mike Eagle il timone del comando, dato che del protagonista principale non v’è traccia.

Pur non essendo un capolavoro, “Time? Astonishing!” riesce a centrare l’obiettivo che si era prefissato, ovvero porre in coabitazione due stili assai poco convenzionali e per questo assimilabili, appartenenti a due artisti che hanno costruito le rispettive carriere sulle genialità dei propri deliri, i quali rinsaldano una coniugazione tra la vecchia e la recente generazione di talenti Hip-Hop che persevera nel creare dischi destinati a farsi ricordare a lungo.

Tracklist

L’Orange & Kool Keith – Time? Astonishing! (Mello Music Group 2015)

  1. Time? Astonishing!
  2. The Traveler [Feat. J-Live]
  3. The Green Ray
  4. Twenty Fifty Three [Feat. Mr. Lif]
  5. Meanwhile, Back Home [Feat. Open Mike Eagle]
  6. The Wanderer
  7. This New World [Feat. Blu, Montage One and Dj Trackstar]
  8. Dr. Bipolar
  9. Suspended Animation [Feat. MC Paul Barman]
  10. I Need Out Of This World [Feat. MindsOne]
  11. Upwards. To Space!
  12. Days I Used To Know
  13. Bonus: Sometimes I Feel

Beatz

All tracks produced by L’Orange

Scratch

Dj Trackstar: 7

The following two tabs change content below.

Mistadave

Ultimi post di Mistadave (vedi tutti)