Lou X – A volte ritorno
Mentirei se dicessi che un disco di Lou X rientra esattamente nelle mie corde. E mentirei ulteriormente se dicessi che il disco in questione è decisamente attuale. Tuttavia, e questo va detto chiaramente, mentirei se non dicessi anche che, per il periodo in cui è uscito e per l’assenza di un titolo altrettanto autentico da parte di qualsiasi altro artista italiano (non me ne voglia nessuno, ma l’hardcore come lo intendo io è una cosa riservata a pochissimi, va oltre la mera classificazione generica e non è appannaggio di una voce rabbiosa che decanti liriche esplicite), “A volte ritorno” è un capolavoro.
Il fatto è che per esprimere determinati concetti è necessario avere le spalle giuste, dove per spalle intendo un sostanzioso background personale che ti consenta di credere incondizionatamente nella veridicità di ciò che esprimi e di guardarti allo specchio senza mai abbassare lo sguardo; e questa è la precisa impressione che ho avuto la prima volta che ho ascoltato questo disco, a sedici anni. E’ questa, per me, la dote principale dell’album in oggetto, un ingrediente che i cerchi di freestyle, gli ascolti ricercati e lo studio semplicemente non ti daranno mai (sto parlando anzitutto di me, lettori, nessuno si senta chiamato in causa). Ci sono persone che ce l’hanno e altre no, ma non solo; il cerchio si restringe ulteriormente quando si tratta di cercare tra quelli che ce l’hanno e quanti sono anche in grado di fartela arrivare nelle orecchie, senza passare per nessun canale preferenziale.
“A volte ritorno”, ragazze e ragazzi, signore e signori, è l’album italiano di street reality (termine del cavolo che ai tempi nessuno si sarebbe mai sognato di utilizzare) più maledettamente autentico che mi sia mai capitato di ascoltare. Ed è anche rappato piuttosto bene, nonostante a un primo impatto possa sembrare che l’irruenza dell’mc abbia il sopravvento sulle sue reali capacità al microfono (il sottoscritto l’ha per anni cestinato per il suddetto motivo, salvo poi rivalutarlo nell’ultimo lustro). Lou X non è esattamente un mc tecnico (ma, sinceramente, venitemi a dire chi lo era davvero in quegli anni, è innegabile che le esigenze dei tempi fossero altre), tuttavia è riuscito a convogliare perfettamente significante e significato, creandosi uno stile grezzo e schietto che si associa in maniera immediata alla sua persona. Così, in bocca a lui, invettive oggi generaliste e tardoadolescenziali contro gli sbirri (“Dove sono i bastardi?”, ad esempio), acquisivano una credibilità che altri dischi altrettanto importanti – e forse persino più belli – non avevano. E risulta addirittura superfluo l’elogio di un brano importantissimo come “Cinque minuti di paura”, uno storytelling che accompagna gentilmente a casa tutti gli attuali mc’s celebrativi del ghetto.
Ci sono sicuramente molti concetti con cui personalmente non mi trovo d’accordo, ma è proprio qui il principale pregio di tutto l’album: Lou X ha la stazza per farmi ascoltare cose che riterrei inaccettabili in qualsiasi altro caso. E anche l’aspetto musicale è colpito da una particolare grazia: Dj Disastro tira fuori un suono che può vagamente essere accostato a quello Soul Assassins (in particolare i primi due dischi della Collina del Cipresso), che ha quell’irruenza che si sposa perfettamente al flow sputato dell’mc abruzzese, si prenda come esempio principe la bellissima “La ragione e l’odio” (grandissimo ritornello!).
In poche parole, “A volte ritorno” è un grande classico e dovrebbe avere un posto nella discografia di tutti, anche solo per ricordarci che se oggi le major producono prodotti sensazionalistici e discutibili, un tempo si arrischiavano con album come quello in questione (anche se, va detto, non sono consapevole di come siano andate davvero le cose, vista la repentina scelta di Lou X di non promuovere affatto il lavoro successivo, ma è comunque notevole il fatto che i testi non sembrano per nulla vittime di alcun lavoro censorio). Recuperatelo e capirete.
Tracklist
Lou X – A volte ritorno (BMG Ricordi 1995)
- Come l’occasione
- La ragione e l’odio
- Non ci sta problema [Feat. Eko]
- Mo’ vi do una paga
- La raje
- Prima del silenzio
- Il gioco del silenzio [Feat. C.U.B.A. Cabbal]
- Cinque minuti di paura
- Muvet’ a’ ggi’
- Dove sono i bastardi?
- Una cantina piena di cafoni
- La fine
Beatz
Tutte le produzioni di Disastro e Lou X
Jonathan
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