Lucci – Brutto e stonato

Osservate la copertina: c’è il faccione di Lucci e nient’altro. Niente robe superflue, viva l’essenzialità. Una dichiarazione d’intenti. Non c’era modo migliore per dare un’immagine a “Brutto e stonato” (un plauso a Francesco Paura per l’idea). Lo stesso Lucci torna continuamente, per tutta la durata del disco, sul concetto: il foglio come luogo su cui riversare tutto ciò che si è, come uno specchio attraverso il quale riflettersi, al punto tale da dire – in “Non possiamo cambiare”<<ho scritto troppo di me, tanto che adesso/mi conosce meglio chi mi ascolta di quanto io conosca me stesso>>.

Il pregio maggiore dell’album sta nel fatto che rappresenti tutto il bene che può esserci nell’autoreferenzialità del Rap: sincerità (indiscutibile) e nessuna spocchia. Direi addirittura che, quella presente qui, è un’autoreferenzialità sofisticata, che si ciba degli interessi di Lucci (non necessariamente legati al Rap) per gettar fuori originali fotografie del e sul rapper romano; è il caso di “Novecento” (il monologo di Baricco da cui è nato “La leggenda del pianista sull’oceano”) e “La solitudine del maratoneta” (libro di Alan Sillitoe), come dell’unico momento in cui si spezza il filo della suddetta autoreferenzialità, cioè “La collina” (tributo contemporaneo al capolavoro di De André).

Altro punto di forza è quello costituito dalle collaborazioni: Danno, Egreen, Paura, i Brokenspeakers al completo (Nicco: <<‘sta vita mangia l’anima, scrivo l’ultima pagina e so’ ripagato>>) e il solo Coez offrono tutti un contributo importante alla causa. In particolare, quest’ultimo si mostra in formissima (le prime otto barre del sequel di “Giorni freddi” ne sono la prova più lampante). Il lavoro alle macchine è poi affidato, esclusa “La ballata dell’uomo solo” di Squarta, ai sample del socio e amico Ford78: incomprensibile come quest’ultimo sia così poco presente nei dischi della scena, ma per “Brutto e stonato” dà il meglio di sé proprio negli episodi migliori del progetto, ovvero “Novecento”, “La collina” (bellissimo sample dei Blackfoot), “Ancora giorni freddi” e “Resta con me”, mentre convincono meno le strumentali di “Silenzio” e “Testamento”.

E possiamo anche concludere, mettendomi un po’ da parte, con le parole di Chef Ragoo, che su Facebook ha detto tutto ciò che ho tentato (magari male) di dire io qui: per me Lucci è come il Punk hardcore. Non ti aspetti una cosa che ti rivoluzioni gli ascolti, ma ti aspetti una cosa fatta col cuore che dice le cose che deve dire e quando non c’è altro da dire stacca. Di mio aggiungo solo un Amen.

Tracklist

Lucci – Brutto e stonato (No label 2014)

  1. Brutto e stonato
  2. Novecento
  3. Silenzio [Feat. Danno]
  4. La collina
  5. Testamento
  6. Ancora giorni freddi [Feat. Coez]
  7. Non possiamo cambiare [Feat. Brokenspeakers]
  8. Cingolati [Feat. Egreen, Danno, Coez e Paura]
  9. La ballata dell’uomo solo
  10. Spaccaossa
  11. La solitudine del maratoneta
  12. Resta con me [Feat. Coez]

Beatz

Tutte le produzioni di Ford78 tranne la traccia #9 di Squarta

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