Luche’ – L2
Quando mi sono ritrovato a dover ascoltare il disco di Luchè, mi sono imposto di non partire con dei preconcetti legati all’etichetta o all’immaginario proposto dal rapper partenopeo. La mia fortuna, se così si può chiamare, è di non aver quasi considerato a suo tempo il lavoro fatto coi Co’ Sang (formazione in cui militavano Ntò e, per l’appunto, Luchè), e di aver scoperto solo nell’ultimo mese dell’esistenza del precedente (e deboluccio) album solista dell’mc. La mia mente era dunque una tabula rasa, malgrado molte cose le abbia comunque ascoltate per documentarmi, ma senza assorbirle come dei classici indimenticabili; ho capito comunque una cosa: Luchè è diverso dai Co’ Sang, per quanto non sappia dire se in meglio o in peggio.
Mi spiego: a me i Co’ Sang sono sempre risultati un po’ noiosi, il fatto che narrassero la realtà non mi ha mai conquistato davvero e a riascoltarli ora li trovo seriosi oltre l’eccesso. E’ stato quindi un sollievo sentire Luchè adottare un approccio gangsta con guizzi ironici e momenti particolarmente immaginifici, rappando sempre sopra la sufficienza (siamo tra il discreto e il buono, a parte un episodio di cui parlerò dopo), a volte descrivendo situazioni inventate in maniera comunque realistica. Meno sollievo mi ha dato andare oltre il quarto brano e iniziare a sentire soluzioni musicali scontate e ritornelli irritanti, ma arriviamoci con calma. Dicevamo, ironia e docufiction sono gli elementi che più mi convincono di questo progetto, nonostante la componente malavitosa possa essere un deterrente per molti ascoltatori. La primissima parte di “L2” funziona più che bene: dal doppio manifesto di “Bang bang” (ritornello epico: <<bandana, denti d’oro, io non perdono, tutto quello che so è bang bang>>) e “Sporco napoletano” alla mega metafora, ottimamente rappata, di “Tutto può succedere” (evito gli spoiler se non l’avete ancora sentita, ma è un brano parecchio gangsta che tuttavia diverte in più di un momento), fino allo sfogo di “Che vuoi da me” (penalizzata da un ritornello davvero bruttino e un beat non eccelso), il buon Luchè confeziona dei brani rappati con il giusto tono e la giusta dose di immagini e ironia, senza cadere nel macchiettistico o nel retorico.
Poi accade che i brani si facciano un po’ più seriosi, con pretese conscious e meno ironia, venendo così in parte fuori quella pesantezza che, a mio gusto, un disco del genere dovrebbe evitare come la peste. Il punto è che è disorientante ascoltare brani di puro swag partenopeo (prendete il termine con le pinze, mi raccomando), altri in cui si immaginano rapine e al contempo si usano metafore con grande intelligenza, per poi ritrovarsi a sentire episodi fin troppo sentimentali come “Piango dentro” o “Ghetto memories” (con un featuring discreto del messia Achille Lauro e un ritornello al di sotto della sufficienza), più vari altri che faticano a trovare quella stessa miscela vincente dei brani in apertura (a tratti succede in “GVNC”, grazie a una spocchiosissima e divertente strofa di Marra, oramai specializzatosi nel regalare ottimi featuring).
Il giudizio, quindi, non può essere positivo per la totalità del disco, soprattutto a causa di alcune soluzioni scontatissime nella produzione (i suoni sono spaventosamente sintetici e l’auto-tune dei ritornelli è gradevole come un calcio volante in faccia) e per questa bipolarità di mood malgestita, ma è indubbio che Luchè abbia grandi capacità e a volte centri pienamente il suo obbiettivo. Non essenziale, ma nemmeno da evitare a priori e per partito preso.
Tracklist
Luchè – L2 (Roccia Music 2014)
- Bang bang
- Sporco napoletano
- Tutto può succedere
- Skit
- Che vuoi da me
- Piango dentro
- Non credo più [Feat. Corrado]
- GVNC [Feat. Marracash]
- Nulla è cambiato
- Infame
- Ghetto memories [Feat. Achille Lauro]
- Non immaginerò [Feat. Da Blonde]
- Il mio successo [Feat. Clementino]
- Chi è Luche
- Lieto fine
- La transizione
- Sporco napoletano rmx [Feat. Fuossera]
Beatz
- D-Ross: 1, 2, 3, 5, 10, 11, 15, 17
- Pherro: 6, 7, 8, 9
- Luchè: 12
- Geeno: 13, 14, 16
Jonathan
Ultimi post di Jonathan (vedi tutti)
- Earl Sweatshirt – I Don’t Like Shit, I Don’t Go Outside: An Album By Earl Sweatshirt - 1 Maggio 2015
- Intervista a Zona mc (Dicembre 2014) - 24 Dicembre 2014
- Wildchild – T.G.I.F. (Thank God It’s Funky) - 19 Novembre 2014