Malik B and Mr. Green – Unpredictable

Voto: 3,5

Ci sono delle figure nel perimetro dell’Hip-Hop e, più in generale, nel mondo della politica, dell’arte e via discorrendo che, a dispetto di una scarsa presenza sulle scene e una quasi riluttanza verso i riflettori, hanno in mano le sorti e delineano il percorso per lo sviluppo di quel particolare ambito. In questo senso, mi vengono in mente figure come Marinetti per i futuristi o Kirchner per il movimento figurativo degli espressionisti i quali, pur essendo dei mostri sacri, hanno qualche tratto in comune con la figura più interessante di “Unpredictable”, ovvero lo sfuggente Malik B.

Per chi non lo sapesse, e spero siate davvero in pochi, Malik Abdul Basit è stato uno dei fondatori di quel super gruppo di fenomeni chiamato The Roots, che giusto per restare in tema con la recensione di “Mind Over Matter” (sempre in quest’aggiornamento del sito), ha non poco rivoluzionato la scena Hip-Hop. Malik fonda il gruppo assieme a Black Tought e ?uestlove nei primi anni novanta, catapultandosi sulla scena che conta nel lontano 1993 con la pubblicazione di “Organix”, un concentrato di Rap su produzioni realizzate quasi sempre dal vivo: giri di chitarra, batterie e basso assemblati direttamente dai membri del gruppo con risultati a volte eccelsi. Il successo non si arresta certo qui e i successivi “Do You Want More?!!!??!”, “Illadelph Halflife” e “Things Fall Apart” rientrano a pieno titolo tra i classici di sempre.

Tuttavia, per molti aspetti coperto dal leader indiscusso del gruppo, Black Tought, Malik B non appare mai come determinante nel gruppo ed è forse questa condizione (oltre ai noti problemi di tossicodipendenza) che lo spinge ad abbandonare i suoi soci nel 1999 – e magari non è un caso che da questo momento in poi i il gruppo di Philly, pur producendo ottima musica, non offrirà più perle del livello dei loro primi quattro album in studio. Ma la storia non finisce qui, The Roots e Malik B torneranno a collaborare su alcune tracce negli album successivi (“Game Theory” e “Rising Down”) e quest’ultimo immetterà sul mercato il suo primo album da solista (anche se si tratta di una collaborazione…) solo nel 2015. Appunto, “Unpredictable”, con l’intero corpo musicale pensato e sviluppato da Mr. Green, a mio parere produttore ingiustamente bistrattato.

Chiunque pensi che il vecchietto sia fuori forma di certo si sbaglia e devo dire che, pur avendo avuto qualche dubbio fin dall’annuncio dell’uscita, l’mc mi ha anzi stupito per la freschezza del suo stile e per quell’area da vate che trasmette in ogni rima. Se vogliamo fare un paragone, direi che le atmosfere studiate dal rapper e dal producer ripercorrono proprio quelle dei primi album dei Roots e si avvicinano in particolare al gigantesco “Illadelph Halflife”, il meno strumentale degli album ma sicuramente il più duro e street. Ecco che allora Malik sfodera un flow sorprendente, fitto e incalzante, sostenuto da una voce calda e autorevole che, assieme alle basi decisamente Hip-Hop di Green, dà vita a un album che sprizza nostalgia da ogni poro. Come da buona tradizione del produttore, sulle tracce abbondano i campioni di pianoforte, a tratti eccessivamente lunghi, gli archi, gli ottoni e le batterie semplici ma sempre potenti, che si sposano bene allo stile del rapper.

Emblema ne è la tiratissima e oscura “Devil”, in cui i suoni lugubri del violino, il basso avvolgente e la batteria classica riportano a mondi decisamente tetri, accentuati dall’altrettanto dura “Sometimes”. Belle, punto. Il mood crudo è influenzato dalle argomentazioni del rapper, che di certo non spiccano per consciousness o innovazione, ma si attestano su tematiche più terra terra, autocelebrazione, spunti tradizionali connessi alla credibilità da strada e alla scena Hip-Hop, lasciando comunque emergere una chiara abilità nella scrittura e soprattutto un’esperienza non indifferente (<<I say five five six had you cart wheeling doing tricks/Vietnam shit for your vietcong clique/we leave you war torn, doing their chores for ‘em/soldiers with boots on, ready to troop on/it ain’t even get hot, it’s only lukewarm/I make use of discount, and cash a coupon>>).

Detto ciò, avrei risparmiato alcune tracce come “Crown Of Thorns” (detesto le chitarre elettriche su beat Hip-Hop!) e la scanzonata “We Gonna Make It”, che poco ha a che fare con il resto dell’album, ma chiudo un occhio grazie a Mr. Rugged Man che, come sempre, lascia il segno in ogni collaborazione cui prende parte. E dunque che dire? “Unpredictable” è un’uscita piacevole, interessante, soprattutto per andare alla riscoperta di una figura che avrebbe potuto dare di più al mondo del Rap e che, tutto sommato, si è mantenuta fresca e in forma; si spera non per fermarsi di nuovo sul più bello. Certo che un paio di featuring dei Roots avrebbero fatto piacere, però…

Tracklist

Malik B and Mr. Green – Unpredictable (Enemy Soil Records 2015)

  1. Dolla Bill
  2. Metal Is Out [Feat. Benefit]
  3. Crown Of Thorns [Feat. Skrewtape]
  4. What Can I Say
  5. We Gonna Make It [Feat. Nate Green]
  6. Devil
  7. Sometimes
  8. Definition
  9. Tyrants
  10. Rips In The Paper
  11. Rhyme Exercise
  12. Dark Streets [Feat. R.A. The Rugged Man and Amalie Bruun]
  13. Fake Friends (Bonus Track)

Beatz

All tracks produced by Mr. Green

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