MC Ren – Renincarnated

Voto: 4

Curioso e significativo il fatto che il villain per eccellenza abbia deciso di fare ritorno nella scena proprio nell’anno delle combinazioni di mc’s di vecchia generazione più prolifico che ci sia mai stato, fatto che da un lato ci ha restituito alcuni protagonisti che non si sentivano da un po’ e dall’altro ha visto tentativi non sempre di successo nel rendere nuovamente splendenti alcuni pilastri della scuola che fu. Ren ne avrà viste e sentite abbastanza, quindi ha pensato di porre fine a un silenzio durato per undici lunghi anni tornando (da solo) per ricordare il suo ruolo fondamentale per la crescita dell’Hip-Hop della west coast, fidandosi esclusivamente della sua capacità di maneggiare il microfono e schierando una manciata di produttori capaci di elevarsi dalla mediocrità delle sonorità oggi proposte, che si somigliano sempre troppo da vicino.

Quindi: nessun featuring nonostante qualche presunto scoop messo online dai soliti sapientoni prima dell’uscita del disco, più tanti beat massicci, procurati attraverso le abilità di Tha Chill (ex Comptons Most Wanted, responsabile di metà disco), E-A-Ski e Atmosphere, ritmi che non rinunciano agli strumenti tipici della California, vale a dire i sintetizzatori, i flauti e le chitarrine di sottofondo. Strumenti che, normalmente, fanno parte di una tradizione oramai scontata e ripetitiva, lenta e tediante; e se la sensazione data da “Renincarnated” è sempre quella di ritrovarsi nel caldo della California, in qualche Impala del ’64, la sostanziale differenza che lo distingue dalla massa è il sostegno dei bpm, molto più alti del consueto. Una sorta di sfida. Poco importa se oggi è padre e col tempo è divenuto seguace dell’Islam, Ren non è cambiato e propone in chiave aggiornata uno stile rude, cattivo, che evidenzia una malsopportazione di cosa l’Hip-Hop sia diventato, motivazione primaria della sospirata (dai fan, doveva uscire un pezzo fa…) pubblicazione di “Renincarnated”, giochino di parole che racchiude tutta la voglia repressa di tornare a rimare per prendere a bastonate i fantocci atteggiati che si spacciano per chi non sono.

La traccia introduttiva, la titletrack appunto, restituisce un Lorenzo Patterson assai in forma sopra un beat dal suono volutamente combinato tra trionfale e oscuro, “Showtime” è una delle perle del lavoro, che pompa di brutto e omaggia Slick Rick nel ritornello, “Down 4 Whatever” avvisa che i dintorni rimangono pericolosi come lo erano al tempo degli N.W.A. e offre un’analisi, sia profonda che arrabbiata, di cosa sarebbero potute essere le vite di Eazy-E piuttosto che dell’amico Dj Train se non fossero state stroncate così presto (<<it’s a cold world/time’s short…>>). A ricordare l’unicità del villain originario spicca “Return Of The Villain”, con un coro ai limiti del gregoriano (<<it’s the return of the villain/what you muthafuckas need>>), diverso è invece l’intento di “Villainist Tales”, la quale riadatta e omaggia un vecchio pilastro della costa ovest, quella “Freak Tales” che contribuì a creare la leggenda di Too $hort. “West Coastin'”, infine, suona come un inno, cavalcando un beat decisamente azzeccato nel sample di chitarra, e potrebbe senz’altro funzionare se estratto come futuro singolo.

“Renincarnated” è un album assolutamente solido, non è eccessivamente lungo e non si perde in un mare di inutili skit, coniuga con successo suoni aggiornati all’attitudine incazzosa del rapper, piacevolmente rimasta più o meno la stessa di vent’anni fa. L’unico difetto riscontrabile è la non grande varietà di argomenti trattati e la ripetitività di alcuni concetti, vedi il costante trio formato da alcool, fumo e hoes, presente in maniera massiccia, talvolta eccessiva. Resta il fatto che un rapper della vecchia guardia si è reso finalmente capace di fare ritorno senza coprirsi di ridicolo facendo compromessi coi tempi moderni, ripartendo alla grande da dove aveva interrotto il discorso dopo così tanto tempo; il tutto in un’epoca durante il quale restare artisticamente coerenti con se stessi sta diventando un’impresa veramente ardua. E di fronte a dischi come questo anche qualcuno dei nuovi avrebbe tutti i motivi per cominciare a farsi da parte e prendere qualche lezione sulle regole per partecipare al gioco

niggaz scared as hell because the villain is back!

Tracklist

MC Ren – Renincarnated (Villain Entertainment 2009)

  1. Renincarnated
  2. Knock’Em Out The Box
  3. Showtime
  4. Down 4 Whatever
  5. West Coastin’
  6. Villainist Tales
  7. Shootin’ The Shit A Lil’ Bit
  8. Black Star Line
  9. Return Of The Villain
  10. V-Funk

Beatz

  • Tha Chill: 1, 2, 3
  • Apocolypse: 6
  • Mc Ren: 9
  • E-A-Ski: 10
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