Metal Carter – Cult leader
“Cult leader”: mai titolo fu così utile e azzeccato per individuare l’intento e l’attitudine di un disco e di un mc. Metal Carter è letteramente leader di un culto, un culto esistente oramai da tanti anni e che ha raccolto un numero altissimo di proseliti sia tra gli ascoltatori che, ovviamente, tra i rapper stessi. Questo culto sboccia e matura a Roma assorbendo un numero crescente di mc’s, fino ad arrivare a ogni tipo di cronaca – non soltanto quella musicale; il frutto principale di questo culto è ovviamente il TruceKlan: nato, cresciuto, morto, risorto, offeso, idolatrato, travisato ma mai mutato di una virgola e l’ultimo album di Metal Carter ne è una dimostrazione – probabilmente neppure l’ultima.
L’intento del disco non è certo quello di stupire per originalità o proporre qualcosa di nuovo, viceversa: “Cult leader” è quasi un tuffo nel passato. Un tuffo non necessariamente riuscito al 100%, ma comunque capace di testimoniare ciò che è stata e, come detto, ancora è la più grande realtà (come dimensioni) del panorama Rap hardcore italiano. Metal Carter lo si conosce molto bene e nella dinamica delle aspettative che ogni ascoltatore alimenta, più o meno correttamente, il suo nuovo progetto discografico assume connotazioni abbastanza ovvie: non è un disco per neofiti della musica Hip-Hop, non è un disco per chi è alla ricerca della perfezione tecnica, non è un disco per chi intenda gustare suoni moderni o complessi, non è un disco per chi fatica ad accontentarsi; è un disco che può piacere a chi ha nostalgia del Klan.
Non a caso, Metal Carter si affida a una serie di nomi coi quali ha già dimostrato una sufficiente intesa o che comunque hanno un peso molto importante nella scena nazionale, facendosi affiancare da Fabri Fibra, il Danno, Ice One, Noyz Narcos, Gemello e Tormento, featuring celebrativi o, volendo metterci un pizzico di malizia, scelti per accattivare quanti più ascoltatori possibili; dall’altra parte ritroviamo poi artisti che scopriamo sposarsi bene allo stile del Sergente di Metallo, penso a Egreen, Nex Cassel, Er Costa, Fetz Darko e MadMan; chiudono la lunghissima carrellata le apparizioni di Caputo, Denay e Dj Spada dietro le ruote d’acciaio in “Giudice e giuria”. L’elenco è indiscutibilmente ampio e sebbene il tasso qualitativo sia spesso alto, a lasciare il segno sono MadMan e Gemello per il loro stile molto particolare, Egreen, Nex, Aban e Noyz, per il resto si tratta di apparizioni che non si rivelano necessariamente funzionali alla riuscita di “Cult leader”, come detto poco interessato a finezze e incastri da primo della classe.
A produrre tutte e diciannove le tracce è Depha Beat, beatmaker romano che non s’impegna granché per offrire spunti innovativi ma si rifà a un canovaccio che, avendo in passato riscosso un certo consenso, viene qui riproposto con risultati altalenanti; dal canto suo, Metal Carter propone e ripete il solito comparto di ossessioni e immagini volutamente brutali fino all’inverosimile, strappando anche qualche sorriso ma riuscendo in rarissimi casi a risultare davvero interessante. Venendo al punto, “Cult leader” è un’uscita su cui non c’è molto da dire, lascia il tempo che trova ed è il classico album di Metal Carter: un po’ cialtrone, un po’ sfacciato, un po’ grottesco. Piaccia o meno, non occorre aspettarsi altro.
Tracklist
Metal Carter – Cult leader (Glory Hole Records 2016)
- Senza paura
- Non può cambiare il mondo una canzone
- Virus [Feat. Caputo]
- Rime d’acciaio esclusive [Feat. Fabri Fibra]
- Cult leader
- Giudice e giuria [Feat. Egreen e Er Costa]
- Non poteva andare meglio [Feat. Nex Cassel]
- Finchè non ci cacciano [Feat. Tormento]
- E’ troppo tardi
- Voci che gridano [Feat. Caputo]
- For my people [Feat. MadMan]
- Devi dimostrarlo [Feat. Noyz Narcos]
- Una vita migliore [Feat. Gemello]
- Don’t fuck with the leader (skit) [Feat. Danno aka Dannazione]
- Scalpore
- Specchi [Feat. Denay e Fetz Darko]
- Non vi conosco [Feat. Aban]
- New level
- Metal blade freestyle
Beatz
Tutte le produzioni di Depha Beat
Scratch
- Dj Spada: 6
- Ice One: 15
Michele Garribba
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