Morioka – Umore nero

E’ sufficiente dare un occhio alla copertina del disco e scorrere la tracklist per cogliere il mood che pervade l’intero lavoro. Tuffandosi nelle prime tracce, poi, l’atmosfera dark si fa ancora più decisa. Il filo conduttore di “Umore nero” è questo: versi violenti, stilemi vagamente orientati alla depressione più claustrofobica e un’attitudine decisamente splatter (“La mia piccola bottega degli orrori pt. 3” la fa da padrone). In realtà, sotto la patina collerica e sanguinolenta, i temi affrontati sono quelli di cui, bene o male, ogni rapper indipendente della Penisola parla e sa mettere in evidenza se supportato da una buona tecnica, come in questo caso. Così, oltre agli episodi più angoscianti (“No panic” e “Apnea notturna” in testa), non mancano pezzi in cui viene rivendicato l’amore per la musica e la cultura Hip-Hop (“La mia impronta”, “Biographia”), dove Morioka urla – senza mezzi termini – il disgusto per la società (“Anatema”), tracce in cui si fa sfoggio di un’ottima cura tecnica (“Quest’è”, “Umore nero”) o dove la critica contro la scena italiana si fa feroce fino al limite estremo, unendosi a una salda determinazione a emergere (“Retroscena”, “Oltre gli ostacoli”).

Spicca, su tutto ciò, “Musica in movimento”, toccante confessione dell’incontro con l’Hip-Hop e dei sacrifici richiesti pur di non rinunciarvi: <<sono convinto che non ho soltanto perso tempo/che non si è mai trattato solo di divertimento>>. A livello globale, non c’è davvero niente di cui lamentarsi: ogni brano fa il suo dovere, regalando metafore e immagini crude dove c’è da far sentire all’ascoltatore il peso della disperazione, offrendo eclatanti incastri fonetici quando predomina la tecnica, spargendo visioni macabre quando l’attitudine si fa più horror, rivendicando dignità e indipendenza se si parla di musica consapevole. Musicalmente, poi, il lavoro si assesta su ciò che il versante lirico tenta di trasmettere: i bpm mantenuti a velocità medio/basse fanno da struttura a una selezione di sample e arrangiamenti che tendono decisamente a creare il feeling più oscuro possibile (unica eccezione è, forse, “Non è come pare”), con rullanti decisi e secchi e bassi martellanti.

Dj Danko e Dj Argento (Dusty Vinyl Junkies) fanno egregiamente il loro dovere ai piatti, oltre a dividersi in modo pressoché equo le produzioni (solo cinque sono le incursioni esterne, firmate Shagoora dei SottoTorchio, Ganzo e Fionder, in linea col sound del disco). Le collaborazioni (escludendo quella di Fionder, particolarmente legnoso e difficile da digerire) sono a loro volta di alto livello: DonGocò potrà non convincere al primo ascolto e i SottoTorchio sembreranno esagerati nel loro delirio da macello, ma tutti i partecipanti dimostrano un’elevata padronanza della tecnica. Il disco è dunque maturo e realizzato a dovere, assolutamente non allineato alle pretese del mainstream – e questo è soltanto un bene per chi cerca genuinità nell’Hip-Hop: sa farsi apprezzare, con l’avviso, come recita una coppia di versi di “Biographia”, di <<non sperare di trovare Rap solare, pur essendo figlio di una terra balneare/diffondo parole dal freddo glaciale pronte ad ibernare dal tacco dello Stivale>>.

Tracklist

Morioka – Umore nero (Silverroom 2010)

  1. Ipse dixit
  2. Passa il tempo
  3. Anatema
  4. Apnea notturna
  5. Oltre gli ostacoli [Feat. Nippon]
  6. Aritmia cardiaca
  7. Quest’è
  8. Non è come pare [Feat. DonGocò]
  9. La mia impronta
  10. La mia piccola bottega degli orrori pt. 3 [Feat. SottoTorchio]
  11. Tempo di burrasca
  12. No panic
  13. Urban jungle pt. 2 [Feat. Kelevra]
  14. Retroscena
  15. Musica in movimento [Feat. Shikko Nada, Fionder e Sfascia]
  16. Umore nero “2006”
  17. I fiori del male
  18. Biographia [Feat. GrannySmith]

Beatz

  • Dj Danko: 1, 2, 6, 8, 13, 15, 17
  • Dj Argento: 3, 5, 7, 9, 12, 16
  • Fionder: 4, 18
  • Shagoora: 10
  • Ganzo: 11, 14

Scratch

  • Dj Danko: 2, 13
  • Dj Argento: 8, 9, 10, 16
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Riccardo Orlandi

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