Nas – King’s Disease
Non siamo stati particolarmente buoni con Nas in occasione delle sue ultime pubblicazioni. E non ci abbiamo nemmeno girato tanto intorno nello spiegarne i motivi: da una voce eminente come la sua, storicamente abituata – in un certo senso – a fare giurisprudenza nel Rap (<<I’m studied like a book by many>>), è lecito attendersi sempre un’asticella piazzata ben in alto sin dai primissimi salti. E se con “The Lost Tapes II”, per questioni di confezione, un minimo di deroga era tutto sommato ammissibile, in “Nasir” la delusione fu vera; perché l’impressione della vigilia era quella di una scacchiera in cui (finalmente) ogni pezzo era posizionato nella giusta casella. E invece non andò così.
Due passi falsi consecutivi e molto ravvicinati. A lui non era mai capitato. Un sentiero tortuoso, un trono a rischio e, quindi, la necessità di sfoderare un vero e proprio arrocco per riportare il re in una posizione sicura. Con queste premesse, “King’s Disease” ha dovuto mettere molto sul banco. Un minuto prima che venisse incisa la prima nota sul nastro era già un all-in decisivo, volto a trovare una nuova direzione a una storia che – col senno di poi – sembrava correre su un binario morto. E così Nas ha giocato una mano inaspettata. E a chi, per anni, l’ha atteso al varco auspicando un ritorno a braccetto con Preemo e compagnia bella, ha risposto presentandosi in tandem con Hit-Boy.
Un azzardo? Senza dubbio, ma che ha pagato discreti dividendi. Perché – pur senza riuscire a evocare a trecentosessanta gradi i fasti di “Life Is Good” – un Nas così vivo e ispirato nel mettere in fila un fotogramma dopo l’altro, come quello che ci porta a fare un giro fra le strade della Grande Mela di fine anni ottanta sul sedile posteriore di “Car #85” (<<they called me Babyface in eighty-eight/on 40th and Broadway they made me stay and wait/cab service, car eighty-five/ten minutes, they back in the car/not safe to drive, narcos are lookin’/no secret compartments in the ride, so keep pushin’/we get stopped, hide it between the seat cushion>>) o ci racconta di quella giovane lei, tanto perfetta ma con cui non ha funzionato, in “All Bad”, assecondato da uno straordinario Anderson .Paak (che ha oramai colmato il vuoto lasciato nel game dopo la prematura dipartita di Nate Dogg), non lo sentivamo da parecchio tempo.
Non si sta parlando però solo di fluidità della ripresa e di pulizia del montaggio. La punta della matita di Nas ha ritrovato il suo consueto filo, bucando quella bolla di noia che aveva invece spedito “Nasir” ad accumulare polvere di silicio in una qualche cartella dimenticata in fondo ai nostri hard disk. Il singolo “Ultra Black” è un’esplosione di colori, cucita su misura da Hit-Boy (con una manina da parte di Audio Anthem e Corbett), che ci viene trasmessa sulle stesse frequenze di “Distant Relatives” (<<this for New York and all the map/no matter your race, to me, we all are black>>).
Dalla regia si opta spesso per un intreccio disadorno, che mette il padrone di casa in primo piano ma, al contempo, non si dissolve sullo sfondo. Ed è sposando questa estetica essenziale che prendono forma ottimi pezzi come “10 Points”, la (troppo) breve retrospettiva di “27 Summers” (un bel remix, magari con qualche ospite di peso, sarebbe cosa assai gradita nel prossimo futuro) e l’inatteso meeting della cupola in “Full Circle”, che dopo quasi un quarto di secolo vede riunirsi sullo stesso beat la formazione originale del supergruppo The Firm.
Certo, si registra anche qualche calo qua e là (“Replace Me” in particolare spezza un po’ l’armonia, indebolita da una strofa tutt’altro che memorabile di Big Sean), ma si tratta di episodi sull’arco dei quaranti minuti scarsi (mettendo in conto anche la traccia bonus “Spicy”, altro momento piuttosto opaco) di “King’s Disease”, che non inficiano la guarigione del re. Il quale – “The Cure” docet – sembra anzi tornato in piena salute.
Tracklist
Nas – King’s Disease (Mass Appeal Rercords 2020)
- King’s Disease
- Blue Benz
- Car #85 [Feat. Charlie Wilson]
- Ultra Black [Feat. Hit-Boy]
- 27 Summers
- Replace Me [Feat. Big Sean and Don Toliver]
- Til The War Is Won [Feat. Lil Durk]
- All Bad [Feat. Anderson .Paak]
- The Definition [Feat. Brucie B.]
- Full Circle [Feat. The Firm (AZ, Foxy Brown and Cormega)]
- 10 Points
- The Cure
- Spicy (Bonus Track) [Feat. Fivio Foreign and A$AP Ferg]
Beatz
- Hit-Boy with the co-production by Corbett and the additional production by Pat Junior, J. Pelham and Cyanca: 1
- Hit-Boy with the co-production by Penthouse Parti and Rogét Chahayed: 2
- Hit-Boy: 3, 7, 8, 9, 11, 12, 13
- Hit-Boy with the co-production by Audio Anthem and Corbett: 4
- Hit-Boy with the co-production by Rogét Chahayed: 5
- Hit-Boy with the co-production by Haze: 6
- Hit-Boy with the co-production by G. Ry: 10
li9uidsnake
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