Necro – The Notorious Goriest
C’è stato un tempo in cui Necro e compari (il roster dell’etichetta ai tempi era piuttosto denso di talenti) erano tra i pilastri dei miei ascolti quotidiani. Tocca tornare per un momento al periodo 2003/04, quando ero un liceale alla soglia della maggiore età; un periodo in cui, dopo qualche anno di passerella, la Psycho+Logical Records ebbe la sua stagione d’oro, dando in pochi mesi alle stampe cinque dischi fenomenali. Ognuno era a suo modo caratteristico: dal debutto dal retrogusto pulp di Ill Bill, fino alle esalazioni acide di quello di Goretex.
Emerge quasi un filo di nostalgia nel ricordarlo, perché era una musica che riluceva di un’aura particolare. Un’aura che è andata via via sbiadendosi nell’immediato futuro di quei giorni, affossata mortalmente dai fendenti di un ego despotico che non solo ha offuscato il tocco del rapper/produttore di Brooklyn, ma l’ha pure lasciato solo sotto un tetto divenuto troppo inospitale per i suoi commilitoni. Azione genera conseguenza; e fu così che – superato il 2005 e cancellato quanto di buono si prospettava in calendario (i mai pubblicati “Nuclear Truth” e “Secret Society”, quest’ultimo mostratosi solo nella forma di un paio di snippet oramai custoditi gelosamente solo negli hard-disk di qualche collezionista) – Necro uscì silenziosamente dai miei radar.
Torniamo così al presente. Lo scorso novembre ha infatti visto la pubblicazione del settimo disco solista del più giovane dei fratelli Braunstein, confezionato con la consueta dose di gore grafico e spoglio di qualsiasi contributo esterno. Un’occasione imperdibile per capire cosa significhi oggi musicalmente Necro. Occasione che noi ovviamente non ci siamo lasciati sfuggire – pur consapevoli del possibile esito dell’esperienza.
Lo stesso non si può dire purtroppo di Necro. “The Notorious Goriest” è una poltiglia insanguinata in cui idee riciclate e vecchi cliché produttivi affogano con rassegnazione. Lui, a dire il vero, ci prova pure: aggredisce il micro col suo timbro rauco; ci crede. Ma le rime sono sempre quelle, trite e ritrite. I concetti pure e lo stesso vale per il lessico utilizzato nella messa in scena. Ne risulta una scenografia incolore, in cui l’originale rosso vivo dell’emoglobina viene declassato a un grigio qualsiasi, azzerando ogni effetto shock.
Pezzi come “Grave Old World”, “My Precious” e “Stories Of The Almost Dead” sono un tentativo di riesumare le atmosfere sinistre che gli valsero i suoi primi accoliti, ricalcando grossolanamente vecchi spartiti sul foglio bianco. “The Master Of Ruckus” è l’ennesima catasta di ti uccido, ti squarto, ti smembro incollata su una strumentale di tendenza sexorcistiana. Qua e là Necro tenta di rimescolare le carte, centellinando qualche goccia di Soul (“What’s This World Coming To?”), sferragliando con l’Elettronica (in “Party Killer” con risultati discutibili) e alzando ogni tanto il regime dei bpm.
Rimestare il contenuto del calderone serve però a ben poco quando la fiamma del braciere è spenta. E alla fine dei conti il meglio emerge ancora dalle proposte più tradizionali, come il gradevole (per quanto un po’ piatto) loop di pianoforte di “The Love & Terror Cult” e “Head Neck Apartheid”, l’unico tassello del puzzle che sembra essere stato ritagliato in un tempo in cui le forbici non erano ancora incancrenite dalla ruggine.
Il vero nodo della questione – e forse l’unica vera colpa di Necro – è quello di voler insistere in un filone che oramai ha esaurito del tutto le proprie risorse. Il cosiddetto horrorcore (già di nicchia per definizione e difficile da percorrere senza inciampare in stereotipi logori e scontati) oggi può forse sopravvivere come spina dorsale di un brano, ma difficilmente riesce a reggere l’interezza di un album. E’ un’etichetta che pare destinata a ingiallire sempre più.
Certo, non abbiamo la presunzione di sapere cosa ci riserverà il futuro. In fondo, se in passato Necro ci ha insegnato qualcosa è che i morti possono risorgere dalle tombe… Ma è altrettanto vero che finché se ne restano silenti sotto due metri di terra, all’ombra di un vaso di crisantemi, non fanno paura a nessuno.
Tracklist
Necro – The Notorious Goriest (Psycho+Logical Records 2018)
- Intro
- Murder Obscene
- HNA Intro
- Head Neck Apartheid
- My Precious
- Know Con-Science
- WTWCT Intro
- What’s This World Coming To?
- Deaded
- Caught It!
- The Love & Terror Cult
- Party Killer
- The Notorious Goriest (When Will You Die!?)
- Gat O’ 9 Tales
- TMOR Intro
- The Master Of Ruckus
- Grave Old World
- Stories Of The Almost Dead
- The Dawn Of A Dead Day
- Outro
Beatz
All tracks produced by Necro
li9uidsnake
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