Nord1kOne – Last Man Standing
Vagando immaginariamente per i club americani grazie all’ampiezza del web, si può ancora cogliere l’opportunità di imbattersi in realtà sconosciute, sfuggenti alle leggi del grande mercato ma meritevoli di essere scoperte, sviscerate e promosse. Un anno fa, più o meno in questi stessi tempi autunnali, eravamo incappati in una crew senza dubbio consona ai nostri gusti e facente base a San Francisco, in una Bay Area da sempre fucina di grandi talenti Hip-Hop, contraddistinta però da un sound inequivocabilmente east coast. Si veniva dunque alla conoscenza degli Outsiders Syndicate, un collettivo distinto dal fomento esercitato per le quattro discipline della Cultura, titolari di un background di battle Rap a suon di confronti diretti sui palchi, che nonostante il paesaggio differente e il clima più gradevole dimostrava una netta influenza derivativa dall’incrocio tra le lettere N e Y, realizzando dischi votati al rinfresco di quella precisa tipologia di boom bap.
“Life Cycles“, lavoro (quasi) solista di uno dei componenti di punta della crew, Nord1kOne, ci aveva regalato una gradita sorpresa grazie al suo inequivocabile sapore di indipendente autenticità, realizzato con apprezzabile creatività lirico/musicale, prodotto di quelli tosti, un monolite di tradizionalismo da gustare da principio a fondo. Check obbligatorio, dunque, una volta saputo dell’arrivo di “Last Man Standing“, principalmente per verificare la conferma della bontà di quella fonte di Rap, grazie a un protagonista fluente nel suo generare liriche a profusione, trovando incastri ordinati e continui con una capacità verbale chiaramente ispirata dall’essenza di freestyler, con testi il cui soggetto è spesso legato alla coerenza artistica più genuina e tutto ciò che di vitale essa rappresenta. L’altro elemento d’interesse riguardava il risultato fornito dal coinvolgimento di molti produttori – nella puntata precedente il compito era stato affidato all’ottimo Mike Flips e ai graffi di Seize – per capire se una partecipazione così allargata e diversificata potesse fornire una coesione simile sul versante dei suoni.
Missione compiuta, nonostante la minore imprevedibilità insaporita però di tutti quegli ingredienti d’entusiasmo, nuovamente distinta da una forte consistenza nella fattura esecutiva. Chiaro, riflettendo su cosa il disco possa offrire di completamente nuovo non viene in mente poi molto, tuttavia gli aspetti qualitativi annotabili non sono pochi: la parte strumentale segue un filone compatto, completamente basato sui sample, sfoggiando beat in grado sia di rievocare le oscurità Jazz degli anni novanta, sia di proporre strutture più attuali e diversificate per come vengono messe assieme le minuscole particelle sonore che lo compongono, ottenendo esiti misti tra abrasione pura e melodia di alcuni particolari campioni, distinti da un’opportuna varietà selettiva e (fortunatamente) infarciti di scratch. L’esecuzione al microfono non è da meno, il flow è plasmato in maniera assai versatile, stringendo al bisogno i tempi del sillabare e fruendo di tematiche qui riflessive e là semplicemente confrontative; la tonalità vocale non sarà magari apprezzata all’unisono, oggettiva è invece l’abilità tecnica espressa su vortici di parole che confluiscono in una metrica chiara e articolata, delineando abilità e acquisizione di un’oggettiva esperienza per ben figurare.
Pur non possedendo uno spettro tematico ampio, “Last Man Standing” è ricco di fantasia, lessico e passaggi intricati. La luce dei riflettori punta spesso sulla forza lirica, arricchendo il tema con tocchi personali, giungendo a testi nei quali spicca la mentalità da umile lavoratore del sottosuolo che intende contribuire alla causa erigendo un immaginario descrittivo del tutto vicino ai comics, lasciando così intravedere una capacità di scrittura ponderata che, visto il successo qui dimostrato, meriterebbe uno sviluppo più deciso. La struttura della scaletta vive infatti di un crescendo che ha il suo picco verso il termine, quando la dolce e melodiosa strumentale di “Dreams” s’interseca con un rapporto diretto tra la propria situazione e il disegno di una prospettiva futura, cogliendo l’attimo per reperire sensibili considerazioni sociali tra un saluto e l’altro alla gente del proprio quartiere nella strofa di The I.M.F., che proprio su “Life Cycles” già aveva ben impressionato. “Falling”, quasi scenografica grazie alla commistione tra violini e chitarra, crea un’ambientazione densa e si concentra su una sfera più profonda e personale, avvalendosi di immagini evocative attraverso le quali emergono i punti che l’artista vuole sottolineare, lasciando appunto l’impressione di dare solo un breve assaggio di alcune sue velleità.
Non per questo il succo dell’album dev’essere declassato, anzi; il rapper conosce benissimo i metodi per uscire vincente da una battaglia lirica e lo dimostra a suon di barre inventive e tecnicamente stuzzicanti. “Act Of Preservation” è minacciosa già dall’intro, i multipli elementi campionati interagiscono armonicamente, gli scratch danno un tocco di tradizione, sottolineando la predilezione nel dipingersi quale ideale supereroe attrezzato di poteri soprannaturali. “Attack!” sarà anche breve, ma svela capacità di utilizzo di termini complessi nella gestione del numero di sillabe confezionando un ottimo uno/due combattivo, gettando premesse coerenti per il prosieguo dei pezzi. “The Investigator” è puro materiale grezzo, il loop è ruvido, la batteria godereccia (lo stile compositivo ricorda il primo 7L), evitando compromessi con un’attitudine fermamente hardcore, alimentata da vinili affettati con gradite dosi adrenaliniche.
A volte si gioca sul sicuro, ma se la derivazione della decisione porta ai risultati di “Braincell”, condita da un’eterea spruzzata di Jazz da club, si chiude un occhio sull’originalità, guardando piuttosto alla fattura del tutto. El Da Sensei non manca poi di timbrare il cartellino, dato il costante apporto collaborativo nei lavori di Nord1kOne, a suggello del combaciare di quella natura profondamente conservatrice del Rap più duro: “Mic Grippin” fa di certo tremare le mura con i bassi, senza prendere mezze misure nella sua essenzialità sonora. A contrasto, “L.I.F.E. And D.E.A.T.H.” (il significato degli acronimi li spiega direttamente il protagonista nel testo) possiede una ritmica più dinamica nel suo esprimere concetti di lealtà; “Crooked” morde i bislacchi intrecciando invece chitarra acustica e moderno drum beat; “Lo Life Livin” è infine semplicemente rilassata, il loop di chitarra suggerisce una tranquilla giornata di spitting in mezzo al verde, atta a liberare i propri sogni di libertà dalla crudezza della quotidianità.
Come si sarà ben inteso, nessuna particolare rivoluzione attende chi procederà all’ascolto di “Last Man Standing”, la cui anima porta con sé un’ispirazione chiara e precisa, ma pure un’evidente ricchezza nella costruzione di liriche e beat, la cui combinazione è senza dubbio soddisfacente. Lo ascolteranno i soliti quattro gatti? Pazienza, per dischi come questo, nella collezione di casa, il posto lo troviamo sempre e comunque volentieri.
Tracklist
Nord1kOne – Last Man Standing (The SpitSLAM Record Label Group 2024)
- Attack!
- Crooked
- Braincell [Feat. Chyp4]
- Act Of Preservation
- The Investigator
- Lo Life Livin’
- Chemicals [Feat. Paavo and Jimmy Beatz]
- Nasty [Feat. Evolve]
- Mic Grippin [Feat. El Da Sensei]
- L.I.F.E. And D.E.A.T.H.
- What You Can’t See
- Dreams [Feat. The I.M.F.]
- Falling
Beatz
- Jeediem: 1
- HVC: 2
- Mike Flips: 3
- Konducta Beats: 4
- Dj Hoffa: 5
- Monk HTS: 6
- Kulya: 7
- Chef Mike: 8, 13
- Brycon: 9
- Lmt. Break: 10
- Cairoglyphic: 11
- Baghead: 12
Scratch
- Lex Level: 4
- Lmt. Break: 5
Mistadave
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