Oh No – Exodus Into Unheard Rhythms
Il giovane Michael Jackson, in arte Oh No, è nel suo studio di registrazione. Mette un po’ d’erba in una cartina, scava con la punta delle dita tra alcuni dischi e pesca una vecchia copia di “Cotton Comes To Harlem”. Poggia il vinile su un piatto, preme il tasto play, abbassa le luci e si lascia trasportare dai microsolchi. No, io non ero con Oh No mentre “Exodus Into Unheard Rhythms” prendeva corpo, ma è proprio così che mi piace immaginare siano andate le cose: Galt MacDermot su una piastra che gira e il fratellino di Madlib con l’orecchio teso alla ricerca del segmento giusto da campionare.
Il secondo disco di Oh No, dopo le ottime premesse di “The Disrupt”, è un prodotto che va alla ricerca dei due famosi piccioni con una sola fava; da un lato c’è l’omaggio al compositore canadese MacDermot, unica fonte di campionamento per “Exodus…”, dall’altro c’è un album Hip-Hop ricco di spunti e voci. Il rischio era forse quello di costruire un puzzle sconclusionato e citazionista, ma Oh No se l’è cavata egregiamente sia nella selezione del materiale che nella costruzione delle singole strumentali: “Exodus Into Unheard Rhythms” è infatti un disco vibrante, scorrevole e a suo modo ricercato, al cui interno è possibile scoprire tracce di Funk, Jazz, sinfonie per pianoforte e brani teatrali.
Le cose migliori possiamo sentirle in “Black”, “Know Better”, “Second Chance”, “Low Coastin'”, “Hank”, “No Aire” e “T. Biggums”, sebbene tra le ventidue tracce presenti la qualità non scenda mai al di sotto di una solida sufficienza. Oltre all’aspetto musicale (sicuramente primario in questo caso) bisogna però tenere in considerazione un’ulteriore scelta che incide non poco sul progetto in esame: a differenza del suo esordio, Oh No è qui presente pressoché esclusivamente in veste di produttore, lasciando il microfono a una schiera di mc’s decisamente invidiabile. Per nostra fortuna, anche in questo caso funziona tutto nel migliore dei modi e, tolta una fisiologica assenza di continuità, abbiamo un comparto lirico di assoluto rispetto. Fa piacere anzitutto riascoltare i signori Cali Agents in “Beware”, che arrivano subito dopo l’ottimo intro di Oh No, altre prove degne di nota le propongono Wise Intelligent, Roc C e Aloe Blacc, A.G., LMNO, Vast Aire, MED e la consolidata coppia Perkins/Muldrow.
Ancora una mossa vincente in casa Stones Throw Records.
Tracklist
Oh No – Exodus Into Unheard Rhythms (Stones Throw Records 2006)
- Intro
- Beware [Feat. Cali Agents]
- Black [Feat. Wise Intelligent]
- Get Yours [Feat. Buckshot]
- Interlude
- To Be An MC [Feat. K Jay]
- To Be An MC Reprise [Feat. K Jay]
- Keep Tryin’ [Feat. Roc C and Aloe Blacc]
- Know Better [Feat. Wordsworth]
- Second Chance [Feat. Aloe Blacc]
- Low Coastin’ [Feat. A.G.]
- Hank [Feat. LMNO]
- No Aire [Feat. Vast Aire]
- Cut Session [Feat. Dj Romes]
- Smile A Lil Bit [Feat. Posdnuos]
- Keep It Lit [Feat. MED and Wildchild]
- Mama Skit: Callin’ In T. For Some Food
- T. Biggums [Feat. Dudley Perkins and Georgia Anne Muldrow]
- In This [Feat. Murs]
- Lights Out [Feat. Frank N Dank]
- Basement. Interlude
- Coffee Cold [Feat. Fergus MacRoy]
Beatz
All tracks produced by Oh No
Bra
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