A.G. - THE DIRTY VERSION
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Lord 216
VOTO (da 1 a 5)
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Allora cari ragazzi, oggi vi parlerò di un disco che ho da un sacco di tempo e di cui vorrei davvero parlarvi bene. Il fatto è che proprio non ci riesco... Nel 1999 noi appassionati apprendiamo felici come pochi che è uscito il disco solista di A.G., un mc con un grappolo di coglioni, parte dello scintillante duo Show(biz) & A.G. che delizia le nostre orecchie da molto tempo in quanto parte della mai troppo celebrata Diggin' In The Crates Crew, uno di quelli che mette parole in fila con uno stile allucinante, personale e inconfondibile. Bon, che c'è di male? Mah, a sentire il disco la roba va così: si parte con un intro teso, potente e stiloso con il solito beat immenso del Signor Finezza, si passa a "All Eye Seeing", carina. Segue "Rude Awakening", un po' modaiola, ma tutto sommato non male. "Underground Life" è una bomba e il buon Grasso Gio ci mette una strofa davvero cazzuta. "Be With" è trascurabile, "No Where To Go" è da capottarsi; o meglio, se skippate il primo minuto e ventitre è un pezzo della Madonna, se la sentite tutta vi chiederete più di una volta perché i niggaz della gang rivale non prendano di mira questo Kool Chuck, che non so chi sia ne che cazzo abbia di Kool. "A 2 Da G" spacca, bella "Rock Star", per quanto A.G. sia più tipo da punchline selvaggia che da storytelling. Meno male che alla traccia nove fa capolino il Premier, che caccia fuori un beat asciutto e minimale fino all'inverosimile (suppongo che abbia campionato la suoneria di un vecchio telefono a disco...) e in cui Omar e il Guru fanno onore ai loro nomi. Da qui in poi salvo solo (e ci mancherebbe!) "Drop It Heavy", con KRS e il compiantissimo Punitore, per quanto sia un remix di un pezzo già edito nell'ep "Full Scale" rompe il culo. Insomma, A.G. fallisce il bersaglio? Lui personalmente no, le sue strofe, nessuna esclusa, fanno paura, ma la scelta di infilare i Ghetto Dwellaz (Party Arty e D-Flow) da tutte le parti resta uno dei grandi misteri del pianeta, quanto quella di avvalersi di una schiera di ospiti sconosciuti e che rimarranno tali in secula seculorum. Ugualmente incomprensibile il tentativo di svecchiarsi strizzando l'occhio alle sonorità in voga nel periodo, per di più servendosi di produttori sconosciuti e che da allora in poi tutto hanno fatto tranne alzare il livello. Insomma, che dire? Poveri noi, che abbiamo fatto di male per meritarci sta roba? Oppure: Cazzo, A.G. spacca ma ha davvero bisogno di un'etichetta che curi i suoi prodotti (in Europa sto disco è uscito per la Groove Attack, in America per la misconosciuta Silva Dom, sulla quale non posso dire nulla se non ma che manica di teste di minchia siete?!). Boh. Sono confuso ragazzi, veramente confuso. Adè mi riascolto "Goodfellas", "Full Scale" e poi sento l'ultimo ep che m'è appena arrivato. Sentitevi sto disco e ditemi voi... |
TRACK LIST |
A.G. - The Dirty Version
(Silva Dom Records 1999)
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BEATZ |
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