BIG BOI (SIR LUCIOUS LEFT FOOT) - THE SON OF CHICO DUSTY
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Bra
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3 +
Diciamocela tutta: prima o poi doveva accadere. Dopo "Speakerboxxx" e "Idlewild", che palesavano nitidamente le differenze sempre più marcate tra Big Boi e André 3000, il primo ha deciso di tornare all'ovile, cioè al puro South Rap, abbandonando tra l'altro la Jive (rea di pressioni e scorrettezze varie) in favore della felicissima (ne siamo certi...) Def Jam. "The Son Of Chico Dusty" è dunque l'esordio solista di Antwan (e di Sir Lucious Left Foot), che alla veneranda età di trentacinque anni, ma con un'esperienza solida come poche, richiama a sé gli Organized Noize e i collaboratori più fidati (Mr. DJ, Cutmaster Swiff, Sleepy Brown, Khujo), fa pulizia di qualunque estrosità eccessiva (André produce un solo pezzo ma, per squallide imposizioni contrattuali, è assente al microfono) ed appare libero come probabilmente non gli era riuscito del tutto neppure in "Speakerboxxx". Questo, in breve, il quadro che pare aver entusiasmato la fetta più consistente della critica musicale statunitense/globale (il 9,2 su Pitchfork mi ha quantomeno disorientato) e che invece al sottoscritto convince solo in parte: "The Son Of Chico Dusty" (era il nome utilizzato dal padre di Big Boi nelle campagne dell'esercito americano) è senza dubbio un prodotto elaborato, vivace, omogeneo (trovare un taglio comune tra i tanti produttori coinvolti non era una scommessa semplice) e perfino un po' meno mainstream del previsto, tuttavia ciò non ne determina la perfezione assoluta. Le battute iniziali sono abbastanza efficaci, all'intro (basso, tastiere e vocoder) seguono "Daddy Fat Sax" (classico beat sincopato di Mr. DJ) e "Turns Me On", che ricorda parecchio le atmosfere di "Even In Darkness", "Follow Us" al contrario non m'è piaciuta per niente e i due brani successivi, "Shutterbugg" e "General Patton", nascono per essere delle hit. Il blocco centrale del disco si fa notare meno, in positivo come in negativo; se infatti il minimalismo di "You Ain't No Dj" sembra moderato per scelta, la partecipazione di Jamie Foxx in "Hustle Blood" comporta un triangolo di scarso interesse col Pop e l'R'n'B, destino condiviso anche da "Be Still", ceduta quasi esclusivamente a Janelle Monàe (bastava "The ArchAndroid" per dimostrare quanto sia brava). Più interessante (e, da un punto di vista musicale, tradizionale) il trittico successivo formato da "Night Night", "Shine Blockas" (il campione è "I Miss You" di Harold Melvin & The Blue Notes) e "The Train Pt. 2", che segna l'ennesimo centro col team di Rico Wade. Senza nulla togliere alle abilità liriche di Big Boi (qui, come sempre, confermate, sebbene al servizio di una varietà tematica non esaltante e che insiste fin troppo sul sesso) e pur tenendo conto di qualche guizzo degno dei tempi che furono (ad esempio le felici contaminazioni col Synth Funk), "The Son Of Chico Dusty" resta a mio avviso un'uscita inferiore alle aspettative e al marchio, quello degli Outkast, che l'mc porta e (non so se per sua fortuna) porterà sempre sulle proprie spalle. |
TRACK LIST |
Big Boi (Sir Lucious Left Foot) - The Son Of Chico
Dusty
(Def Jam Recordings 2010)
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BEATZ |
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SCRATCH |
All scratches by Dj Cutmaster Swiff |