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BLUEPRINT - ADVENTURES IN COUNTER-CULTURE
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VOTO (da 1 a 5)
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4 -
E' abbastanza paradossale come un artista con un'invidiabile discografia alle spalle quale è Blueprint non abbia ancora ricevuto tutti i meriti che gli spettano e venga la maggior parte delle volte etichettato come il non bianco dei Soul Position. Con "Adventures In Counter-Culture", Albert Shepard prova ad allargare una volta per tutte il suo bacino d'utenza per esplodere definitivamente e raccogliere quanto seminato nel corso di una splendida carriera ormai ultradecennale. Ciò che balza subito all'orecchio è la serietà con la quale Print affronta la sua ennesima avventura musicale, discostandosi dalla spensieratezza e dall'umorismo che caratterizzava i suoi precedenti lavori, ripresentandosi con una voce più roca e un flow molto più cadenzato e meno cartoonistico e sguaiato (un assaggio lo abbiamo avuto nei due "Electric Purgatory"). "Adventures In Counter-Culture" è un lavoro dagli intenti monumentali, dai toni cupi, estremamente studiato e vario nelle influenze musicali che, sotto una patina smaccatamente Elettronica, nasconde tentativi Rock (si veda il recente EP tributo agli Who) e Pop misti a lo-fi Funk fantascientifico sui quali Blueprint si concede in più di un episodio al canto, cavandosela pure bene, a volte sfruttando un po' di effettistica come nelle evanescenti "Wanna Be Like You" o "The Other Side", ma offrendo prestazioni di tutto rispetto come nel crooning futuristico di "So Alive" (forse la traccia che più aiuta a comprendere le nuove esigenze musicali di Blueprint) o nelle tentazioni Post-Rock di "Welcome Home". Al rinnovamento musicale di Blueprint va connesso pure un certo ispessimento dei contenuti, anch'essi meno Hip-Hop nel senso più stereotipico del termine, quindi meno rivolti all'autocelebrazione o all'affossamento del wack di turno, pratiche nelle quali Blueprint tendeva ad eccellere, spesso strappando non poche risate. Siccome il Nostro, tutto a un tratto, è diventato un seriosone certamente meno divertente ma non meno interessante da ascoltare, anche i contenuti si sono conformati all'espressione torva di chi ormai ha la consapevolezza di essere migliore di tanti che continuano a ricevere meriti che non hanno. E così "Radio-Inactive" non è solo il classico atto d'accusa alla squallida industria musicale, ma la dichiarazione di un uomo che continuerà a farsi in quattro per la sua musica, che continuerà a distribuire flyer alle serate e che non ha bisogno di vendersi, poiché ormai riesce a vivere dignitosamente di ciò che fa senza troppi pensieri e che a fine pezzo spara un impersonale quanto chiarissimo <<you're the main reason we don't turn our radios on>>, "My Culture" punta il dito rabbiosamente sui rapper e la loro ignoranza (<<...they don't know what's happening at home or abroad...>>) dopo aver elencato una serie di icone della musica nera morte per la loro cultura, in "Stole Our Yesterday", che si apre con un estratto da un telegiornale italiano (del quale probabilmente ignora il significato, non c'entrando molto col tema del pezzo), si parla di nostalgia e ripetitività quotidiana, in "Keep Bouncing", infine, un Print un po' più scanzonato ma pentito ricorda duri periodi di bevute. "Adventures In Counter-Culture" è quindi la svolta intimista, cinica e polemica del Blueprint mc, ma anche la piena maturità del Blueprint produttore, ormai lontano parente del non bianco dei Soul Position. |
TRACK LIST |
Blueprint - Adventures In Counter-Culture
(Rhymesayers Entertainment 2011)
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BEATZ |
All tracks produced by Blueprint |
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