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Brain - BrainStorm II
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Reviewed by Bra
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L'esordio dei Fuoco Negli Occhi, sbucati un po' dal nulla oramai sette anni fa, contribuì a riposizionare Bologna nel panorama Hip-Hop italiano in una fase di graduale risveglio i cui frutti sono oggi, nel bene e nel male, sotto gli occhi di ciascuno, proiettando Brain nel gruppetto dei liricisti più dotati di quella nuova ondata generazionale. All'eccellenza del dato tecnico, Francesco Spatafora (così all'anagrafe) associa infatti un'iperattività che l'ha reso protagonista di tre album con i FNO, una collaborazione con Lord Madness ("...settimo cerchio") e una carriera solista di cui "BrainStorm II" è appunto il secondo capitolo. Si tratta di un percorso che ha rapidamente consolidato la straordinaria abilità dell'mc, capace di scomporre metrica e sintassi in sorprendenti extrabeat, lasciando magari in ombra una ricchezza tematica il più delle volte solo accennata; provvede "BrainStorm II" a far sbocciare un talento troppo spesso sottovalutato (come aveva già suggerito Moder) e qui invece in grado di esprimersi nella sua totalità. Quindici brani senza interludi di sorta, un'ora di durata, numerose partecipazioni sia alle macchine (il più attivo è Yazee, mentre TaCash e Bargeman sono le due uniche conferme di "BrainStorm") che al microfono: quella di Brain è una prova oggettivamente matura e non a caso smussata nei suoi spigoli più vivi, ammorbidendo il flow e rinunciando all'apertura di "Indelebile" verso sonorità prossime alla Dubstep, segni chiari di un progetto che irrobustisce l'orizzonte contenutistico con efficaci storytelling e riuscite allegorie. E' proprio per questa ragione che il disco trova i suoi snodi più importanti nel rapporto simbiotico di "Carta & penna", nella kafkiana "Insect appeal" (<<da lune a venere nell'alveare in fabbrica/nella routine che mastica>>) e nella tormentata biografia di "Il regalo di Vincent" (cioè Van Gogh), né mancano gli omaggi a Bologna ("Welcome to Bulagna", su un bel beat ciccioso), la schietta introspezione di "V.I.P." (geniale il diss stuzzicato da alcuni problemi di costipazione: <<la coca m'ha spaccato stomaco e vita/riesco a cacare solo quando leggo il blog di Malaisa>>), spunti letterari (notevole il simbolismo di "L'uomo sabbia": <<io sono sabbia tu sei acqua non voglio sporcarti/se stiamo insieme finiremo per disfarci>>) e la riflessione sulla dimensione umana ("Storia di un impiegato", citazione che non pretende dirette affinità col capolavoro di De André). Non che Brain abbia dimenticato di dispensare perle stilistiche, lo dimostrano il gruppetto centrale formato da "Domilafasi" (una grandinata di allitterazioni in compagnia dei Kmaiuscola), l'autocelebrativa "Grasso che cola" con E-Green e "Anonymous", più l'energica posse cut "Il pezzo sbagliato", dalla quale emergono gli ottimi featuring di Larri, Makkia, Moder e Bert. Per pignoleria, vanno segnalate anche le poche sbavature di "BrainStorm II", ovvero una manciata di beat che lasciano abbastanza indifferenti (la titletrack, "V.I.P.", "Vengo in pace") e qualche refrain scritto a luce spenta (ancora, in particolare, "V.I.P."), tuttavia il succo non cambia di molto: a trent'anni suonati e con una discografia insolitamente densa, Brain ha superato l'ennesima sfida grazie a idee, attitudine ed esperienza (oltre all'aiutino di mastini come Paura, autore di una gran strofa); riconoscerglielo è il minimo. |
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TRACK LIST |
Brain - BrainStorm II
(Audioplate Records/Mandibola Records 2013)
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| BEATZ |
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