Claver Gold e Kintsugi - Melograno
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Reviewed by Michele Garribba
Il concept di "Melograno", album realizzato da Claver Gold e i produttori felsinei Kinstugi, è molto chiaro: il melograno è simbolo di fertilità femminile e contiene al suo interno dei semi che in molte culture raffigurano la controparte maschile, le tematiche del disco, quindi, ricalcano pedissequamente l'idea alla base del lavoro. Il modo in cui l'mc disegna le proprie tracce, di stampo autobiografico, è ciò che lo contraddistingue: Daycol ragiona prevalentemente per metafore, riuscendo incredibilmente a raccontare il proprio vissuto evidenziando dettagli che ruotano attorno alle vicende stesse, piuttosto che concentrarsi su eventi specifici in senso stretto l'attenzione viene rivolta a un indumento o alle condizioni meteorologiche (<<quante volte ormai vi ho detto è tutto ok/chiudo la porta e allaccio stretto il mio K-way/fuori c'è un freddo maledetto e son già le sei/piove su tutta la città e non su di lei>>), magari ad un particolare anatomico (<<lividi vividi, brividi, ecchimosi/io che son fatto di equivoci e limiti>>). E' prevalentemente lo sfondo a permettere di comprendere ciò che in verità è al centro: si notano elementi di contorno che ritornano molto spesso all'interno del disco, come il letto e il sonno, le piante, i colori, il mare, è grazie a quest'espediente che viene scansata la monotonia e la pesantezza di un disco effettivamente molto triste - ma comunque avremmo sbagliato noi ad aspettarci qualcosa di diverso da Claver Gold. Fortunatamente, le tematiche di "Melograno" non si esauriscono in fallimenti di relazioni d'ogni sorta: sorpenderà, ma una della tracce più belle del disco è "Nazario", meraviglioso storytelling su Luis Nazario de Lima (aka Ronaldo), il racconto di una storia sportiva è un'idea molto originale da esporre e non immagino quanto migliore sarebbe stata la traccia e il mondo con delle ginocchia sane, ma va bene anche così - è Claver stesso, frequentemente, ad incoronare l'incompiuto. In "Backstage", invece, troviamo un insolito Claver Gold che fa il rapper e non il poeta in senso stresso, infierendo sulle contraddizioni del nostro mondo musicale. E, visto che siamo in tema, in "Melograno" l'artista originario di Ascoli Piceno fonde elementi prevalentemente appartenenti al mondo Hip-Hop, concedendosi anche un extrabeat in "Non ero io", incastri vertiginosi e spunti che si affacciano sul cantautorato sia per le descrizioni accurate che per l'atmosfera che i Kintsugi sono riusciti a creare: questa collaborazione è durata circa due anni e ha rasentato il maniacale, creando un prodotto abbastanza antitetico, per suoni, rispetto ai canoni odierni; se la collaborazione, per quanto riguarda le strumentali, è decisamente vincente, non altrettanto si può dire in merito ad alcuni featuring: bellissimo il contributo di Angie (già presente in "Mr. nessuno") e quello di ElDoMino, meno convincenti Mole e Anansi, non per loro colpe bensì per un effetto collaterale che si verifica nel passaggio, all'interno di un brano, dal cantato di Claver Gold a quello altrui, tant'è che inizialmente non erano programmate collaborazioni per accentuare meglio i racconti molto personali del rapper - e lo si denota facilmente dal ruolo marginale riservato agli ospiti. In conclusione, credo che Claver Gold sia così apprezzato dai propri fan per l'empatia che riesce a generare con gli stessi; quindi voglio espormi anch'io: mi piacerebbe tanto chiedergli chi gli ha raccontato del parallelismo che ho vissuto tra una persona che si specchiava nelle borse di Margiela e un'altra che si rintanava in casa ad ascoltare "Mr. Simpatia" - ma di fatto questo è: alle volte sembra che Claver Gold sia tutti noi. |
TRACK LIST |
Claver Gold e Kintsugi - Melograno
(Glory Hole Records 2015)
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BEATZ |
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