DJ CAM - MAD BLUNTED JAZZ
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Reviewed by
fabio
VOTO (da 1 a 5)
:
4
E' il 1994 e ci troviamo in Francia. Laurent Daumail - in arte Dj Cam - fa uscire "Underground Vibes", disco che parte sì dall'Hip-Hop ma che esplora orizzonti particolarmente inusuali per i beatmaker del tempo. E' il 1995 e Laurent porta in giro la sua creatura per diversi live in Europa: da questa esperienza nasce "Underground Live Act", alcune canzoni di "Underground Vibes" più qualche inedito, il tutto registrato in una live session. Arriviamo al 1996, anno in cui la Shadow Records pubblica "Mad Blunted Jazz", cioè "Underground Vibes" più "Underground Live Act". Lasciando da parte questa piccola parentesi cronologica e focalizzando l'attenzione sul disco in sé, in "Mad Blunted Jazz" Cam crea dei piacevoli tappeti sonori permeati da pianoforti e vibrafoni (alcuni dei quali suonati) su ritmiche prettamente Hip-Hop; la sensazione è quella di essere in un tranquillo locale al piano terra (magari in una giornata di pioggia) vicino a una vetrata che separa degli interni calmi da un marciapiede sul quale i passi (a tempo con le batterie) e le voci (i sample vocali) scandiscono il ritmo dei pensieri. Lo stile è piano e curato, il sampling e la programmazione non risultano né complessi né pesanti all'orecchio, gli scratch non sono mai eccessivi, né in virtuosismi né in rilevanza sonora rispetto al resto; tutti questi elementi possono essere il punto di forza così come il punto debole del disco, che in fondo non si configura né come un insieme di beat né (nonostante qualche vena chillout-lounge) come una creazione senza spina dorsale buona da tenere in sottofondo durante gli aperitivi. Non credo sia giusto fare dei paragoni con dei produttori più o meno contemporanei a Cam (da un Dj Shadow a un Clutchy Hopkins); non so se il disco sarebbe stato diverso se fosse uscito dopo una serie di rivoluzioni nella tecnica e nel gusto dei producer dal background Hip-Hop propri della seconda metà degli anni '90 (e da qui potrebbe partire anche una lunga speculazione sull'illusoria semplicità del ruolo del produttore, che a differenza del musicista deve suonare bene e in maniera completa utilizzando mezzi più o meno virtuali o limitati rispetto agli strumenti musicali). Comunque, come si può dedurre dai se del periodo precedente, quelle rimangono solo un mucchio di chiacchiere e supposizioni che hanno poco a che fare con il proprio modo di scoprire ed eventualmente apprezzare "Mad Blunted Jazz". Tra le mie preferite: "Sang-Lien", in cui una batteria e un campione principale molto da strada e tirati si sposano bene con un basso un po' più club e con le strofe in francese di Benedicte Pardijon (è una canzone ben composta e vanta pure una splendida chiusura a base di sassofono e scratch), l'atmosferica "Underground Vibes", con dei bellissimi archi e vibrafono, e "Dieu Reconnaitra Les Siens" - un piano elettrico e una batteria che le conferiscono un ottimo andamento, voce femminile manipolata col fader e dei bei passaggi all'interno. Mentre tra le tracce live bisogna nominare assolutamente le potenti "Experience" e "Hip Hop Opera", che catapultano la mente a NY (!), e la buona e datata jungle della rivisitazione di "Underground Vibes", "London 1995". E ora sta a voi ascoltarlo... |
TRACK LIST |
Dj Cam - Mad Blunted Jazz
(Shadow Records 1996) Disc 1
Disc 2
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BEATZ |
All tracks produced by Dj Cam |
SCRATCH |
All scratches by Dj Cam |