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CAMU TAO - KING OF HEARTS
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VOTO (da 1 a 5)
:
n.g.
E' sempre un compito ingrato
recensire un disco postumo. La maggior parte delle volte ci si trova in
bilico tra il buonismo e la moderazione che si deve
a degli artisti inevitabilmente privi di diritto di replica e il dover fare i
conti con la qualità dei suddetti lavori che, come la storia ci ha più volte
insegnato, è spesso infima. A
volte, come in questo caso, è meglio rifugiarsi in un non giudicabile. Come tutti sappiamo, Tero
Smith ci ha abbandonati da oramai due anni per un
terribile cancro ai polmoni che l'ha privato della vita a soli trent'anni, lasciando un vuoto tutto sommato colmabile.
Non è cattiveria, attenzione. A
leggere i tributi e le manifestazioni d'affetto post-mortem
dei suoi amici più cari, El-P, Cage,
Aesop Rock, RJD2 etc., sembrerebbe di aver perso
quello che era sì un talento, sia come rapper, sia come produttore, ma non
imprescindibile. Ho sempre stimato Camu Tao, non me
ne vogliate, soprattutto come beatmaker, un po'
meno come paroliere, ma è inevitabile che se il
giudizio sulle sue capacità (e non sulla sua persona, sulla quale,
giustamente, non possiamo azzardarci ad accennare un'opinione) viene per la
maggiore dai suoi amici di una vita risulta inevitabilmente ingrandito.
Sembra che io stia impilando una colonna di fango sulla tomba del povero Camu, ma non è così. La cosa più evidente e positiva è che "King Of Hearts" non è un veloce progetto a fini di lucro, in
quanto ogni centesimo ricavato dalla vendita va alla famiglia Smith, era un disco già in lavorazione e provvisoriamente
titolato "Death, Where
Have You Been All My
Life?" che è stato rifinito, dove possibile, da El-P, non
quindi un ammasso di tracce inedite
assemblate casualmente per rinverdire un nome che, anche se difficilmente
passerà alla storia, ha avuto, a detta dei suoi colleghi, delle intuizioni
che se solo il nostro avesse avuto il tempo dalla sua parte, avrebbero fatto
impallidire l'André 3000 di "The Love Below" o la strana coppia Gnarls
Barkley. Che Camu abbia
avuto per primo l'idea di esprimere le sue velleità canterine sopra delle
tracce uptempo
dal gusto Pop e vagamente Rock mi sembra un po' azzardato, ma seppur
volessimo riconoscergli questo merito le sue capacità vocali non erano
sicuramente quelle di André, tanto meno
quelle di Cee-Lo, né la
sua abilità alle produzioni è lontanamente paragonabile alla classe di Danger Mouse. Ed ecco qualche altro motivo che spiega
l'assenza del voto. "King Of Hearts", a parte qualche episodio molto sporadico,
non è minimamente un disco Hip-Hop. Ci si accorge
subito, ma ce ne siamo accorti più volte anche in questi ultimi anni, quando
non lesinava qualche accenno di cantato in ogni sua apparizione, che Camu non è proprio un buon cantante e seppure ci metta
l'animo e la passione di chi si aspetta da un momento all'altro la
prematura chiamata dell'onnipotente, risulta spesso molto stucchevole, a
volte anche nei contenuti, che sono un classico pastiche di paranoie,
dipendenze, riferimenti sessuali espliciti e punte di machismo alla S.A. Smash. Ma è anche interessante come Camu si dimostri molto abile nell'imbeccare qualche
trovata definibile, alla lontana, commerciale,
a volte nel bene, a volte nel male. Nel bene se pensiamo alla Costelliana
"Big Boys", che rivista in chiave Electro-Rock diventa "Be A
Big Girl", ma anche al Punk-Elettronico di "Bird
Flu", negli esperimenti minimali e Gnarlsbarkleyani (o Camutaiani?)
di "Get At You"
e della già nota "When You're
Going Down", nelle atmosfere vagamente vintage di "Play O Run"
(tutto sommato gradevole); nel male quando ci troviamo di fronte ritornellacci come quelli di "Fonny
Valentine" e "Plot A Little",
divagazioni di stampo Punk-Pop collegiale tipo
"Intervention" e la titletrack,
oppure zarrate di cattivo gusto come "Major
Team" (una delle poche tracce di Rap) e
"The Moment". E se il comparto musicale, oltre a non brillare di
trovate eccezionali, è qualitativamente orribile anche per la precisa
scelta di El-P di non influire troppo su quanto Camu ha prodotto fino alla sua dipartita, il
(non)giudizio cala ancora di qualche tacca. E' per questo che si
incappa su tracce vocali che sembrano registrate in un silos ("Death", "Intervention"),
frammenti inutili ("Actin A Ass") e brusche chiusure ("Fonny
Valentine"). Non so se e quanto sarebbe stato
più gradevole "King Of Hearts"
se Camu fosse riuscito a concludere, mixare e masterizzare tutto
prima della sua morte, ma è certo che non assisteremo mai alle evoluzioni
future di questa sua seconda, sbilenca identità musicale né sapremo mai se
il tempo, prima o poi, gli avrebbe dato ragione. |
TRACK LIST |
Camu Tao - King Of Hearts
(Fat Possum Records 2010)
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BEATZ |
All tracks produced by Camu Tao |
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