Charizma & Peanut Butter Wolf - Big Shots
|
Reviewed by
Mistadave
VOTO (da 1 a 5)
:
3,5
Le origini del tag team composto da Charizma e Peanut Butter Wolf prendono vita in una delle scene meno conosciute all'Hip-Hop dei primi anni novanta, nei pressi di una San Josè che, come tutto il suo vicinato, era oramai contagiata solo ed esclusivamente dal Gangsta Rap e dal luccichio delle pistole appena lucidate riflesso dai raggi dell'onnipresente sole della California. Al tempo ancora studente, Charizma si era fatto strada all'interno del circuito underground locale, aveva vinto alcune competizioni e sognava di farsi presto conoscere da un pubblico più ampio. Il destino fece incrociare il suo percorso con quello di Chris Manak, alias Peanut Butter Wolf, beatmaker bianco, magrolino e riccioluto che sarebbe di lì a poco divenuto il suo migliore amico, con cui avrebbe cominciato a registrare i primi lavori da far girare presso le case discografiche. Il contratto i due lo ottennero dalla Hollywood Basic, non esattamente esperta in faccende di Hip-Hop e troppo restrittiva nelle scelte da imporre ai due ragazzi, i cui demo restarono invischiati troppo a lungo nelle testardaggini burocratiche dell'etichetta. Troppo a lungo, esatto, perché un disgraziato giorno del 1993 Charizma fu vittima di una rapina che, oltre al portafogli, gli tolse anche la vita, facendo chiudere Chris in una scatola mentale dalla quale sarebbe uscito solo qualche anno dopo, trovando lo slancio per creare la Stones Throw Records. "Big Shots" è l'album che il gruppo avrebbe desiderato pubblicare, caratterizzato da un taglio produttivo colmo di campioni ricavati dal delizioso suono dei vinili, dalla continua presenza di sample vocali che interagiscono con l'mc completandone le frasi e mettendoci quel pizzico di peperoncino in più e dall'impiego massiccio di metafore da parte di Charizma, le cui tematiche sono assolutamente prive di violenza, anzi, descrivono la normale vita di un ragazzo della sua età in cerca di affermazione, fama, ragazze (o skinz, se preferite). Gli argomenti appena esposti stanno alla base di "Devotion", uno dei brani meglio costruiti a livello lirico, dove il rapper racconta della sua impossibilità cronica di restare fedele a una sola donna per poi trovarsi ripagato dalla stessa con la medesima moneta, o dell'essenziale "My World Premiere", nella quale un brag Rap provocatorio (<<My girls are like 7/11, always open>>) è cadenzato col solo ausilio di un loop di batteria e la consueta crew che da dietro scandisce il ritmo. "Jack The Mack" è invece una storia costruita sul sesso e sulle conseguenze del non saperlo tenere nei pantaloni, la quale mette in evidenza un sottile senso dell'umorismo che funge da elemento caratterizzante della presenza al microfono di Charizma; e più che degne di menzione sono pure "Tell You Something", accostabile per sound ai The Pharcyde, "Fair Weathered Friend", che parla di amicizie di convenienza su una delle migliori basi presenti, "Methods", i cui bpm sono considerevolmente più bassi rispetto alla media del disco, e "Soon To Be Large", la quale strizza l'occhio al Ragga mischiandolo a un ritornello campionato ed ottimamente sequenziato. Particolarmente originale è invece la concezione di un brano come "Red Light, Green Light", divertente nel concetto e fantasiosa nello svolgimento, con le barre pronte a interrompersi dinnanzi al segnale di un immaginario semaforo. Testimonianza, questa, della creatività di un rapper il cui stile era basato su un uso consistente, oltre che delle già citate metafore, dei giochi di parole (<< I'm hittin' skins like Johnson & Johnson>>), due abilità che ben controbilanciavano una costruzione semplice dei versi, la quale conseguiva di tanto in tanto in eccessive ripetizioni (<<I'm not from New York on an Island but I'm strong>> è una linea presente in due tracce distinte...), quasi a dare l'impressione che non vi fossero altri metodi per creare l'incastro. Collocando "Big Shots" nel suo habitat corretto, la prima parte degli anni novanta, diventa chiaro che il duo pareva possedere tutte le carte in regola per inserirsi adeguatamente in quel contesto, grazie all'ingegnosità complessiva della produzione e considerate le sicure potenzialità di un rapper essenziale ma divertente da ascoltare, che se fosse rimasto al mondo avrebbe fatto sicuramente strada anche in un periodo dove di qualità ce n'era davvero tanta. Un disco che riassume il credo della Stones Throw, oltre che l'ennesimo tentativo (riuscito) di oltrepassare lo stereotipo della West Coast di quell'epoca. |
TRACK LIST |
Charizma & Peanut Butter Wolf - Big Shots
(Stones Throw Records 2003)
|
BEATZ |
All tracks produced by Peanut Butter Wolf |