CHINO XL - HERE TO SAVE YOU ALL
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Reviewed by
Mistadave
VOTO (da 1 a 5)
:
4,5
Recitare il ruolo del sottovalutato non è mai stato un problema per Chino XL, all'anagrafe Derek Barbosa, un rapper che non si è mai preoccupato troppo di fama, classifiche e quant'altro, ma che piuttosto ha sempre fatto valere la sua incredibile intelligenza lirica unendola ad uno spirito sarcastico dissacrante e massacrante. Combinazione, questa, che magari non gli avrà procurato troppi amici data l'esplicita volontà di far nomi e di inglobarli all'interno delle famigerate punchlines di uno degli mc's più puri che il talento abbia mai baciato in fronte, un personaggio indubbiamente colto, a giudicare dalle numerose citazioni che fa, ma soprattutto un maestro della metafora e dell'incastro lirico, che non risparmia nessuno dei suoi bersagli denigrandoli in modi talvolta non comprensibili nell'immediato, ma che una volta assimilati fanno trasparire tutta la maestria al microfono del personaggio in questione. L'atteggiamento è quello del messia giunto a salvare il mondo dell'Hip-Hop dalla mediocrità, spiccatamente egocentrico ma che in tutti i casi a tali proclami fa sempre seguire i fatti, sottoforma di rime pungenti che lasciano continuamente il segno. Buona parte di "Here To Save You All", pubblicato dalla Def American di una vecchia conoscenza della Def Jam, tale Rick Rubin, è difatti composta da intere strofe dal doppio significato, offensive od oscuramente umoristiche, dipende da quale punto di vista le si valuta. "Deliver" è una mazzata assoluta, la potenza essenziale del beat si accompagna degnamente ad una prima strofa che stenderebbe chiunque (<<...clear the runways, cause I'ma make you rappers my examples/avoiding battling me like I'm Eazy-E's blood samples...>>); "No Complex", "Freestyle Rhymes" e "Partner To Swing" sono costruite esattamente sulla medesima falsariga e laddove le basi a volte non soddisfano appieno, viene tutto compensato dalla pressoché illimitata fantasia del rapper, che coinvolge l'ascoltatore in un vortice di giochi di parole e citazioni di colleghi, attori, vip e così via mettendone sempre in evidenza i lati peggiori, piuttosto che qualche episodio scandalistico a loro occorso. Nell'avanzare del disco Chino dimostra di essere anche versatile senza perdere terreno, in particolare quando mette in mostra i suoi potenziali punti deboli, ovvero gli aspetti più intimi che lo distanziano temporaneamente dal suo essere blasfemo ed imperterrito nella ricerca di cattiverie assortite. In "Kreep", una delle sue tracce più famose in seguito remixata per ricavarne il video, strizza l'occhio ai Radiohead e racconta magistralmente una relazione andata a male senza mai risultare scontato (come accade SEMPRE trattando quel tema), "Ghetto Vampire" è un brano concettuale diviso in tre fasi, ognuna distinta da un impianto sonoro diverso, nel quale il rapper fantastica su una sua figura immortale e dannata, "It's All Bad" è un'altra chicca da paura che racconta un Chino immaginario, che parte dal basso per raggiungere un successo che finisce per rovinargli la carriera, "Rise" tocca in parte la religione e descrive l'ipotetica esperienza extra-corporale dopo la morte, "What Am I?" è invece il definitivo colpo da maestro, strettamente autobiografico, che analizza un'infanzia difficile trascorsa senza l'accettazione da parte né di chi lo riteneva troppo chiaro per essere un vero nero (non a caso si definisce spesso yellow nigga), né di chi lo considerava troppo scuro per integrarsi in un quartiere essenzialmente bianco, generando la crisi d'identità descritta nel ritornello. Esperienze che potrebbero essere parte della giustificazione per l'atteggiamento di un Chino che non riesce a fare a meno di colpire ogni suo bersaglio con vigore, come da lui stesso diligentemente spiegato in "Feelin' Evil Again". Il disco, come detto prima, è essenziale, diretto ed interpretato da un rapper che non risente di nessun tipo di peso nel portarlo quasi esclusivamente da solo a compimento: le tracce meno incisive sono, coincidenza, quelle dove arriva a supporto qualche featuring (tre in tutto), ma la differenza tra la classe di Chino e le performance di Ras Kass, Kool Keith e della crew Gravitation si sente davvero tanto. Infine i beat: oscuri, scarni, claustrofobici ma talvolta stancanti, unico difetto reale che si può imputare ad un esordio che non è mai stato pubblicizzato come avrebbe meritato, un disco dal quale chiunque volesse cominciare a rappare dovrebbe prendere subito numerosi spunti. |
TRACK LIST |
Chino XL -
Here To Save You All
(American Recordings 1996)
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BEATZ |
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