Coez - Figlio di nessuno
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Reviewed by Michele Garribba
Facciamo qualcosa che dà la carica! ("Ritorno al futuro") Silvano lo chiarisce dal titolo dell'album e dai primissimi incastri: lui è un figlio di nessuno e ha un demone nel cranio. Il filone di questo disco, personalmente uno dei più tristi e disturbati che conosca, risiede unicamente nel disagio di un ragazzo prima che di un mc, cresciuto orfano di padre e, a quanto pare, non con le compagnie più amabili di questo globo. Come detto, ciò che salta subito all'occhio è la tematica padre/figlio: è emblematico sottolineare come Coez abbia abbandonato, nei suoi dischi successivi, alcune riflessioni ossessivo-depressive, ad esempio sul lavoro o sull'amicizia, senza però mai rinunciare a quelle su suo padre. La sua attenzione, a dirla tutta, si sposta sull'intera famiglia, la quale subisce gli sfoghi di una persona cresciuta probabilmente da sola; non è qui, tuttavia, che il rapper della Capitale si ferma liricamente: viene analizzato in generale tutto il disagio della propria generazione, rimasta sola a morire su se stessa e divorata da una chiusura all'interno della propria scatola cranica, frutto di fortune di psicologi ed approfittatori vari contro cui Coez non ha un briciolo di pietà. Altro tema molto importante qui trattato è, ovviamente, la musica; la musica in relazione alla fama e soprattutto al guadagno. Coez, infatti, non si prende in giro ed è pienamente a conoscenza del fatto che questo mondo sia totalmente in mano al denaro, lui stesso, del resto, sembra fortemente ossessionato da tale elemento, concentrando il suo veleno sui raccomandati, su chi ha speculato venendo ai compromessi più infimi o, più precisamente, su chi si è venduto il culo, Coez non si risparmia ed arriva ad affermare che <<è vero il mondo è marcio/ma non è buon motivo per cantare con un cazzo in bocca e farci pure il gaggio>>. Le punte di disagio massimo vengono toccate in "Sono stanco" ed "E' colpa tua", forse la traccia che meglio racchiude tutta l'essenza di "Figlio di nessuno" e ovviamente non si poteva non farlo raccontando un'esperienza d'amore finita in un modo che si può ben immaginare. Ciò che sorprende, temi a parte, è il tipo di tecnica di Coez accostata a quest'approccio lirico: si dimenticano facilmente gli incastri vertiginosi, criptici ed aspri di un disco come "Mr. Simpatia" ed anche gli aspetti più cupi e tristi è come se fossero resi parodia di loro stessi dalla morbidezza tecnica dell'artista romano, detentore di un'ironia che porta l'ascoltatore a divertisti oltre che a deprimersi: <<volevo nascere ricco/e m'hanno detto che il soldo quicco-quiccomanda>>. Per quel che concerne i featuring, gli ospiti sono, ovviamente, tutti i Brokenspeakers, che accompagnano Coez praticamente in ogni sua nuova uscita, compreso Lucci che collabora in una bellissima "Cassaforte", pezzo concentrato principalmente sul Rap stesso, poi Julia in "Sono stanco" e un adattissimo Gufo che spezza terribilmente il preciso e scivoloso flow di Coez col suo timbro più ruvido e tremendamente romanaccio. Alle macchine, invece, troviamo per la maggiore Ford78, beatmaker di fiducia del collettivo capitolino e sempre presente nei loro lavori, fattore dovuto alle straordinarie produzioni compatibilissime con lo stile degli mc's; a completare il quadro sono Baracus Bra Barabba e Seco, produttori meno conosciuti ma vicini a Coez e perfetti nell'alimentare il clima paradossale/depressivo/grottesco del progetto. Ad ogni modo, ed ecco perché lo citavo, secondo me "Figlio di nessuno" raccoglie in parte l'eredità che proprio "Mr. Simpatia" ha lasciato e porta alla sperimentazione di questo tipo di Rap un mc totalmente diverso da Fabri Fibra: il risultato è simile ma sufficientemente diverso da potersi reputare originale. |
TRACK LIST |
Coez - Figlio di nessuno
(La Suite Records 2009)
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BEATZ |
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