THE D.O.C. - NO ONE CAN DO IT BETTER
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Reviewed by
Mistadave
VOTO (da 1 a 5)
:
4/4,5
<<Circle an answer, it's a multiple choice/who's the kid with the golden voice?/A, the brother upon this song/B and C, I don't know, but that answer's wrong>>. Solo un'idea degli sprazzi di classe riscontrabili nei testi di The D.O.C., membro non ufficiale degli N.W.A e talento cristallino che Dre e soci decisero, verso il finire degli anno '80, di tenere nel proprio giro dopo lo scioglimento dei Fila Fresh Crew, per via della sua evidente bravura e creatività nel comporre rime. I presupposti per avere una carriera artistica di successo sussistevano tutti, ma la vita, si sa, a volte è beffarda, e ciò che dà a volte lo toglie senza pietà. "No One Can Do It Better" è tutto ciò che resta quale lascito di quella golden voice del verso citato in apertura (appartenente a "Lend Me An Ear"), andata distrutta per sempre da un incidente automobilistico che provocò al ragazzo gravi lesioni alla laringe, riducendolo ad una macchietta che compariva in diversi skit di "Niggaz4Life" piuttosto che di "The Chronic", nei quali si può capire, attraverso quella raucedine stentata, quali limiti gli abbia imposto quella gola in seguito. Prima di quella dannata svolta negativa, The D.O.C. era un pezzo pregiato: in aggiunta al un tono deciso e piacevole, "No One Can Do It Better" esalta la sua capacità di costruire strofe attraverso l'uso di vocaboli spesso complessi, del tutto privi dei canonici gangsterismi tipici della crew di Compton, e dall'utilizzo massiccio di sinonimi, che allungano ed arricchiscono i già copiosi fiumi di rime qui contenuti. D.O.C. non ha nulla di che invidiare rispetto ai più famosi compari, anzi, pare addirittura superarli nella hit undeground "The Grand Finale", una posse cut che vede tutti quanti all'opera (compreso Ice Cube poco prima della sua disputa economica) dove egli stesso, probabilmente spinto dalla voglia di ottenere un'affermazione cui gli altri avevano già avuto accesso con "Straight Outta Compton", sfodera una grinta che per Ren, Dre e soprattutto Eazy-E non è equivalente. The D.O.C. lascia un segno molto pesante con bombe del calibro di "It's Funky Enough", "Mind Blowin'" e la già citata "Lend Me An Ear", che esaltano le sue doti di intrattenitore al microfono e corrispondono pure ai momenti migliori di Dr. Dre in una produzione tipicamente West Cost di fine anni '80, ovvero contenente le solite, buone tonnellate di Funk. Ma il rapper rende ancora meglio quando accetta la sfida di viaggiare alla pari di beat più veloci, divorandosi con irrisoria facilità e padronanza i ritmi vertiginosi di "Whirlwind Pyramid" e "Portrait Of A Masterpiece", altri due dei pezzi pregiati di questo lavoro. Se "The Formula", molto più morbida come impostazione sonora per via dei primi esperimenti di Dre al sintetizzatore, pretende, riuscendovi, di evidenziare il vincente sposalizio tra mc e beatmaker, altrettanto non si può sostenere per una manciata di episodi, nei quali l'enorme potenziale lirico viene letteralmente penalizzato da controparti musicali insistenti e fiacche: la titletrack, "Let The Bass Go" e la rockettara "Beautiful But Deadly" recitano difatti un ruolo marginale, dove l'inventiva dei testi non è supportata dalle basi grintose delle tracce migliori. "No One Can Do It Better" risulta nel complesso un disco molto ben fatto, godibile, da ascoltare a fondo per coglierne i gustosi risvolti lirici, ma anche per farsi un'idea delle enormi potenzialità che avrebbe avuto la carriera di The D.O.C. senza quel maledetto incidente. |
TRACK LIST |
The D.O.C. -
No One Can Do It Better
(Ruthless Records/Atlantic 1989)
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BEATZ |
All tracks produced by Dr. Dre |
SCRATCH |
All cuts by Dj Yella |