Danny Brown - Old
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Reviewed by
Cazza
VOTO (da 1 a 5)
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3
Ah, le buone vecchie mezze misure! Non so perché, ma credo che in ambito artistico ogni fonte di eccesso, in un senso o nell'altro, stimola sempre una grande attrazione - almeno per me. Pertanto, almeno da questo punto di vista, addio mezze misure. La personificazione di tale concetto è senza dubbio l'anticonformista Danny Brown, mc fuori da ogni regola originario di Detroit. Se vi piace un rapper che tratta tematiche il cui argomento preponderante sono i blount e il sesso, bene, allora amate Danny Brown - altrimenti lo odiate. Se vi piace un rapper che canta su ogni traccia con un flow diverso, sino a raggiungere, in alcuni episodi, la tonalità di un ubriaco che ha passato l'intera nottata nei peggiori bar del vostro vicinato, bene, allora amate Danny Brown - altrimenti lo odiate. Se vi piace un rapper che ama rappare su basi che sanno fino in fondo della città della Motown, condite da sfumature Elettroniche e battute asimmetriche, bene, allora amate Danny Brown - altrimenti lo odiate. Personalmente, ammetto di adorare Danny e sono regolarmente calamitato da ogni sua nuova traccia, video o qualsiasi uscita lo riguardi; dopotutto, come si può non amare uno che si presenta col suo look, totalmente fuori luogo ed eccentrico quanto basta? Probabilmente è proprio questo che mi piace: la sua totale noncuranza della moda e di ciò che lo stile impone in ogni campo, artistico e non. Ad esempio ritengo che "XXX" sia uno degli album più alternativi ed innovativi prodotti negli ultimi anni ed è su questa scia di entusiasmo che ho approcciato "Old", ultima fatica del nostro. Però no Danny, così non va! In buona parte il nuovo lavoro non è assolutamente all'altezza dei precedenti e sembra proiettare l'mc di Detroit in un limbo che non sa né di carne né di pesce. "Old" è un continuo alternarsi di produzioni che riprendono bene lo stile di "XXX", ma che poi ricadono nel tentativo di avvicinarsi al sound più ovvio dei piani alti, quelli che piacciono a Rick Ross, Lil' Wayne, Drake e compagnia bella. Ciò che mi lascia davvero interdetto, però, è il tentativo del signor Sewell di avvicinarsi a brani dai risvolti amorosi e mielosi. Non ci siamo. Dov'è la pazzia dimostrata con "Radio Song" e "Blount After Blount"? Dov'è l'inventiva trasmessa con ogni forma di comunicazione possibile, dal vestiario ai video musicali (su tutti guardatevi quello di "Grow Up", brano pubblicato in free download)? "Old" manifesta il tentativo di accostarsi all'ordinarietà di certo mainstream, abbandonando la linea anarchica intrapresa nei primi lavori e nelle passate collaborazioni, con risultati in parte deludenti e un pochino fuori misura. Ecco allora che "Side A", "Wonderbread", "Gremlins", "Dope Fiend Rental", "Dip" e "Whay Up Here", pur emanando le suggestioni schizofreniche e stralunate tipiche dello stile di Danny Brown, finiscono col cozzare inevitabilmente con la parte rimanente del disco, che in definitiva si attesta su sonorità molto più rilassate ("Lonely", "Float On"), se non peggio, le quali non fanno altro che decontestualizzare l'intero sforzo, poco definito nel carattere assunto. Anche la scelta di accostare produttori del calibro di Oh No e la sua spiccata propensione per i beat grassi con altri decisamente più tamarri come Rustie ed A-Trak non può che generare discontinuità nell'insieme, lasciando ogni fedele ammiratore (compreso il sottoscritto) assolutamente indispettito. Dannate mezze misure... |
TRACK LIST |
Danny Brown - Old
(Fool's Gold Records 2013)
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BEATZ |
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SCRATCH |
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