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"Spazi siderali" è il primo progetto del diciannovenne Dirty Dilly, sei brani gestiti per intero dal ragusano e con un solo featuring in scaletta. L'artwork spaziale (in linea al titolo stesso dell'EP) potrebbe far pensare a un progetto indirizzato verso suoni e liriche di stampo astratto, non è così e DD si misura invece con temi e sonorità che, nella maggior parte dei casi, rientrano nei canoni classici dell'Hip-Hop italiano. La prova, considerata nel suo insieme, ha ancora tratti un po' acerbi, più che altro nella proposta tematica: liricamente Dirty Dilly pare essere a buon punto, perché il Rap è lineare e scevro da sbavature gravi (accelerazioni/decelerazioni, rime chiuse male, metriche forzate), tuttavia i testi paiono procedere in due direzioni principali, l'una più concreta e l'altra abbastanza personale, senza trovare spunti di interesse particolare. Schematicamente, un pezzo contro i rapper venduti sembra un tantino prematuro ("One hit wonda") e la critica ai mass media di "Censored" risulta fragile perché simile a tante altre (Carlo Corallo, poi, abbassa il livello tecnico...), il corpo centrale del disco (soprattutto "Calligrafia" e "Spleen") introduce pensieri prossimi al flusso di coscienza ma di modesto impatto. Ad ogni modo, si riconoscono buone fondamenta sia nell'mcing che nel beatmaking (l'uso del sample vocale di Battisti in "Spleen", ad esempio, è efficace), pertanto consiglio a Dirty Dilly di continuare nel percorso intrapreso e rendere i testi un po' più originali. |
(Bra) |
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TRACKLIST |
NOME Dirty Dilly TITOLO DISCO RUOLO CONTATTI |
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