Demigodz - KILLmatic
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Reviewed by
Mistadave
VOTO (da 1 a 5)
:
4,5
Ne è passata d'acqua sotto i ponti da quando un Apathy ancora teenager venne colpito da una performance dei primi Demigodz decidendo di provare a diventarne parte integrante, facendo poi conoscenza con Celph Titled e dando il via a una carriera underground di alto profilo. Erano gli albori di una serie di eventi che avrebbe portato il nome Demigodz a vivere diverse metamorfosi sfociate con la pubblicazione di un EP, "The Godz Must Be Crazy", datato duemiladue, per poi lasciare in cantina qualsiasi altro progetto in seguito alle negative vicissitudini di Apathy con le etichette discografiche. Arriviamo ai giorni nostri e la conformazione della crew è quanto mai allargata, i riferimenti principali restano sempre Apathy e quel diavolo di un Celph Titled, le nuove entrate sono rappresentate dal ben noto Esoteric, dal compaesano Blacastan (Connecticut, come Apathy), Ryu (Styles Of Beyond) e Motive. Il passaggio a sestetto non impedisce ai due nomi più ovvi da associare alla crew di sobbarcarsi la maggior parte del lavoro e di costituire il fondamento di questa nuova operazione. Apathy sottoscrive quasi metà delle produzioni con risultati eccellenti, dimostrando orecchio per drum beat vincenti e campioni a volte minimali ma assolutamente ben piazzati, oltre a garantire la nota abilità tecnica attraverso l'ausilio di rime interne, termini polisillabici, allitterazioni e consonanze. Celph Titled spesso è chiamato al ruolo di closer, se è vero che le cose migliori si tengono per ultime allora è più che adatta quella collocazione per il suo mix di humour nero, continui riferimenti ad armi e oggetti contundenti e, soprattutto, fini giochi di parole che sezionano dei termini uguali tra loro in modi completamente differenti per poi farli combaciare in rima. La parte secondaria del collettivo è tale per quantità di assegnamenti, non certo per qualità: Esoteric, un altro a cui piace ingarbugliare le rime con significati intrinseci, è sempre alla ricerca di soluzioni migliorative per la sua tecnica e offre numerose barre degne di nota, accelerando il flow senza comprometterne l'enunciazione, Blacastan è un mc di alto livello e spiccato senso ritmico ed è quasi un peccato non sentirlo all'opera come storyteller (ma non è questo il contesto in cui gli si chiede di farlo), Ryu è forse quello che sorprende di più, dimostrandosi ampiamente all'altezza della situazione, infine Motive, pur azzeccando qualche similitudine qua e là, non riesce a distinguersi per originalità, sembrando a volte persino impersonale, perlomeno a giudicare dalle volte in cui lo si confonde con Blacastan. Gli ospiti chiamati alla cooperazione svolgono tutti il loro lavoro in maniera egregia: Termanology timbra il cartellino in "Never Take Me Out" affiancandosi alla combattività delle rime dei protagonisti principali cavalcando un dinamico beat di Teddy Roxpin, l'immarcescita batteria con loop ipnotico al seguito di "Can't Fool Me" è terreno fertile per la breve ma massiccia apparizione di Eternia, ma la traccia collaborativa che più prepotentemente risalta è sicuramente "Captain Caveman", la quale vede uno scatenato R.A. The Rugged Man mettere giù dei versi incredibili, una bomba di proporzioni colossali formata da tre strofe rozze e grezze e rifinita da un drum set da urlo cui vengono abbinati un ritornello rubato ai Beatles e un sample divertentissimo, prelevato da "Captain Caveman And The Teen Angels" (in Italia "Capitan Cavey e le teen angels"). Le liriche viziose e violente del duo si spargono a macchia d'olio creando continuamente linee memorabili che arricchiscono basi già di per sé ottime, come accade nel caso di "Dumb High", che dimostra l'abilità di Apathy nel tagliare dei sample di tromba, di "Worst Nightmare", gemma firmata da Premier infiammata da citazioni religiose e doppi sensi, e di "The Gospel According To...", eccellente beat nel quale Celph Titled è addirittura dominante, assemblato da uno Skammadix bravo a fornire una sorta di aura celeste al pezzo grazie alla scelta centrata del ritornello. Poco importa che "Demigodz Is Back" fosse già stata pubblicata a fine duemilaundici, viene difatti riproposta di seguito all'intro con il suo campione tratto dal tema di "Rocky", pienamente azzeccato, e il Rap parte già con le marce alte, offrendo le prime acrobazie liriche di un Apathy sempre generoso in termini di similitudini e un Celph che non risparmia un sano colpetto di dissing ai clown alla Soulja Boy. Molto valida risulta pure l'idea throwback che sta dietro "Raiders Cap", altra costruzione di qualità di Apathy dove in ogni strofa - e qui Ryu si distingue particolarmente - è possibile ricavare un riferimento più o meno esplicito verso l'abbigliamento color nero dei Raiders, gli N.W.A. e la Los Angeles dell'ottantotto, con tutti i suoi luoghi comuni. Verso il termine del disco c'è spazio per una buonissima produzione degli Snowgoons, che in "The Summer Of Sam" escono (finalmente) dai loro schemi pescando un Funk di gusto retrò per una traccia dove gli mc's si passano il microfono ogni quattro barre, mentre il gran finale è opera di Marco Polo, che in "Audi 5000" coordina la sfilata conclusiva dei sei membri ufficiali regalando loro un altro beat di estrema qualità. Lasciando perdere un unico breve e ininfluente momento di disorientamento (in "Tomax & Xamot" la base va per conto suo rispetto alle interazioni di Apathy ed Esoteric), "KILLmatic" è un disco altamente soddisfacente per gli amanti dell'Hip-Hop più classico e il suo generoso contenuto di rime e beat che spaccano il fondoschiena ne delinea i tratti capaci di farne un'uscita che sarà ricordata molto a lungo. |
TRACK LIST |
Demigodz - KILLmatic
(Dirty Version Records 2013)
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BEATZ |
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SCRATCH |
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