The Doppelgangaz - Lone Sharks
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Reviewed by
Cazza
VOTO (da 1 a 5)
:
4,5
Partiamo subito dal voto: scelgo 4,5 per "Lone Sharks" che, per i più attenti, è lo stesso voto di "The Hark", solo perché il 5, ovvero la perfezione, mi pareva eccessivo; tuttavia ritengo che l'album sia la punta di diamante degli anticonformisti Dopplegangaz e, anche se di poco, lo ritengo complessivamente migliore degli altri pur ottimi lavori della coppia di Orange County. Ogni traccia di "Lone Sharks" emana quei sentori che hanno reso il gruppo uno dei miei preferiti degli ultimi anni, parlo di atmosfere soft, quasi rilassate, ma permeate da un clima onirico e lugubre, con bpm ridotti al minimo e pianoforti leggeri composti da pochi accordi ("Nexium", inebriante); questi a volte fanno spazio a sax intrecciati con suoni distorti e al contempo morbidi ("Get Em"), così basta accostare delle batterie tutto sommato semplici per dar vita a composizioni musicali che si spera non finiscano mai. "Doppel Gospel" rappresenta l'apice della qualità di "Lone Sharks" grazie a un fantastico taglio di voci campionate, piatti sottili e suoni di sottofondo che ricreano assieme una realtà sognante accentuata ancora più dal video, nel quale Matter Ov Fact ed EP si ritrovano a rappare in un contesto bucolico e invernale agghindati con due mantelle nere alquanto spettrali e misteriose - geniali! Se non vi piace il genere, vi consiglio vivamente di cambiare sito: qui siamo di fronte a Hip-Hop coi controcazzi. "Dumpster Diving", giusto per confermare l'imprevedibilità del gruppo, contrasta immediatamente la canzone precedente attraverso un tranquillo riff di chitarra e una batteria secca, dal rullante deciso, sonorità classiche provenienti dagli anni novanta. Sulla stessa scia "Pack Kevorkian", che ricorda la New York degli anni che furono, i suoi boroughs, con tanto di scratch a rendere il brano solido e credibile; ma l'atmosfera ritorna alle origini dell'album con "Wench Rench", un pugno in pancia che rompe l'equilibrio dei due brani precedenti e ridà vita al mondo dei Dopplegangaz. "Rap $ Unemployment", "Like What Like Me" e "NY Bushmen" rappresentano ciò che per me dovrebbe essere il Rap da battaglia e si fondano su tre batterie fantastiche imperniate attorno a casse consistenti e rullanti efficaci, resi devastanti dalle linee di basso che li circondano e dai campioni vocali, campanelli ed archi che le completano. "At Night" vi permetterà di tirare un pochino il fiato grazie al mood decisamente più pacato, anche se nell'articolata totalità di "Lone Sharks" finisce col sembrare un intruso e, onestamente, ne avrei fatto a meno; per fortuna "Dead Alredy" e "Suppository" sono le degne perle finali di questo fantastico disco e rimettono sul piatto pianoforti malinconici, suoni d'ambiente e batterie che sembrano provenire dal sottosuolo, chiudendo nel migliore dei modi il top album del duo. Volutamente, fino a qui, ho tralasciato di citare le rime, ritenendo più caratteristica e determinante la composizione musicale autoprodotta per intero dai Doppel, ma va detto che, come sempre, Matter Ov Fact ed EP si destreggiano alla grande col micro tra le mani (anche se il primo mi impressiona di più) e, tra una voce robotica e una volutamente gracchiante, confermano la loro propensione verso tematiche fuori dal comune, dai rimandi tetri, pornografici e a volte un po' splatter, ma sempre e comunque dotate di tanta ironia. <<Blessing hoes with the chunky chode, permanent junky mode/eating fried crunchy toad legs, walking long dark country roads/on the reg the nigga mumble the ode>>. "Lone Sharks" è un progetto decisamente ben studiato tanto dal punto di vista lirico quanto da quello musicale e, dopo aver assimilato l'intera discografia dei Dopplegangaz, posso dire che li rappresenta al meglio, diventando indispensabile per chiunque abbia mai sentito anche una sola barra del gruppo e imprescindibile per quanti hanno solo pensato di farlo. |
TRACK LIST |
The Doppelgangaz - Lone Sharks
(Groggy Pack Entertainment 2011)
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BEATZ |
All tracks produced by The Doppelgangaz |