El-P # High Water

Ad un primo, fugace ascolto di "High Water", i punti di domanda potrebbero essere almeno due: 1) questo è Hip-Hop?; 2) è davvero un disco di El-P? Le risposte suppongo possano essere entrambe negative; peccato che la domanda più importante sia in realtà: questo è un bel disco? E qui la risposta è positiva. Inutile mettere in fila troppe chiacchiere, la constatazione più semplice (nonché quella determinante al momento di trarre le dovute conclusioni) è infatti che "High Water" è un allucinogeno musicale capace di stuzzicare corde molto profonde del nostro io. Se poi ciò dipenda dalle vibrazioni del Jazz o dalle manipolazioni di El-P, al sottoscritto poco importa, anche perché non sta certo a me stabilire in maniera oggettiva l'effettiva paternità del disco. Per cominciare, diciamo che la Thirsty Ear non è nuova a questo genere di contaminazioni, dato che tra i vari titoli del suo catalogo figura anche "Antipop Vs. Matthew Shipp", ad opera degli Anti-Pop Consortium. Nel caso specifico, "High Water" nasce da una collaborazione tra El-P (non c'è bisogno di raccontarvi chi è) e The Blue Series Continuum, gruppo Jazz formato da Guillermo E. Brown, Roy Campbell, Daniel Carter, William Parker, Matthew Shipp e Steve Swell. Com'è logico aspettarsi, il sestetto ha provveduto alla scrittura e alla realizzazione della parte musicale, El-P, in fase di montaggio, ha tagliato, filtrato, talvolta loopato ed infine ricomposto le varie sequenze, mantenendo per le batterie e i vari effetti un tipo di sonorità che richiamano da vicino la Definitive Jux (vale la pena sottolineare che all'interno del booklet è riportato: produced, arranged, composed and mixed by El-P). Delle otto tracce (per circa quarantacinque minuti) la prima e l'ultima fanno da intro ed outro e non sembrano ritoccate dall'ex produttore dei Company Flow, le altre sei formano invece una sorta di crescendo che dal puro Jazz in freestyle di "Sunrise Over Bklyn", passando per l'ipnotica "Intrigue In The House Of India" e la funcrusheriana "Something Is Wrong", arriva all'Elettronica pura di "When The Moon Was Blue", guidata dalla voce rauca ed ossessiva di Harry Keys (il beat è molto simile a quello di "Innocent Leader"). E' comprensibile come "High Water" possa inizialmente lasciare interdetto (quasi) chiunque, è anche vero, d'altronde, che non avrebbe alcun senso avvicinarsi a un disco del genere con la pretesa (o la speranza) di ascoltare un "Fantastic Damage" parte seconda. Personalmente cercavo qualcosa di bello, strano, particolare e, per certi versi, spigoloso; in altre parole cercavo esattamente "High Water": sta a voi, perciò, capire cos'è che cercate.