EMINEM - RECOVERY
|
Reviewed by
Mistadave
VOTO (da 1 a 5)
:
3/3,5
<<It's different then last two albums didn't count/"Encore" I was on drugs, "Relapse" I was flushing 'em out>>; <<I've got something to prove to fans I feel like I let 'em down>>. Due estratti da "Talkin' 2 Myself", che indietreggiano di due passi per provare a farne tre in avanti, con la consapevolezza di aver deluso molte persone, tra cui se stesso. "Recovery" è a tutti gli effetti un album di tipo terapeutico per Eminem, sopravvissuto a tutti gli abusi che la fama gli ha messo davanti, forte e fortunato al punto di riuscire a rifarsi una carriera, incazzato forse più di prima nei confronti di una vita che ha prodotto tanta ricchezza, ma con tanti rovesci della medaglia. Il primo aspetto che si nota, in questa nuova avventura di Marshall Mathers, è la totale assenza di uno degli aspetti che lo contraddistingueva di più, ovvero quell'humour tanto pungente quanto divertente da ascoltare, sia verso gli altri che verso se stesso e che faceva da perfetto contraltare alle situazioni più biografiche e deprimenti del suo passato. Manca tanto e purtroppo si sente. C'è tanta, tantissima rabbia, voglia di rivincita, di ricominciare, c'è rimpianto per essere arrivato così in basso da pensare di farla finita e per non essere riuscito ad assicurare una vita meno complicata alla sua famiglia. Sentimenti, questi, che si riflettono nell'interpretazione del disco, per nulla cartoonistica, ma quasi sempre urlata. Le parti autobiografiche sono qui tra le più riuscite: "Going Through Changes" vince la palma di migliore del lotto con un giro di distacco, fondandosi su un campione del vecchio Ozzy Osbourne e sulla solita tecnica lirica vincente, la stessa che ha fatto guadagnare ad Em tonnellate di rispetto attraverso un modo tutto suo di raccontare le cose, "You're Never Over" è la dedica a Proof, la cui morte è stata motivo per trovare il coraggio di andare avanti, mentre la sopra menzionata "Talkin' 2 Myself" è un'analisi onesta di tutti gli aspetti della sua vita che non andavano, compresa l'invidia per chi ha avuto più successo di lui, ammissione difficile per un rapper. La parte commerciale dell'album funziona a tratti: "Love The Way You Lie" è indubbiamente ben fatta ed avrà estrema facilità nel trovare i passaggi radiofonici grazie alla presenza di Rihanna, che svolge ottimamente il suo lavoro interpretativo nel ritornello, mentre la coppia di cloni semi-alternativi "Space Bound" e "25 To Life" attira per le chitarre acustiche e il coro cantato, senza tuttavia esagerare troppo in facilonerie preconfezionate per le classifiche. Altrettanto invece non si può dire per "Won't Back Down", abbinata a una P!nk impalpabile e una struttura musicale troppo insistente, così come per "No Love", perdente a partire dalla scelta di campionare Haddaway e per giunta col featuring di Lil Wayne, che sentito sulla stessa traccia di Eminem dà inizio a un confronto abbastanza impietoso che sfocia in una manifesta inferiorità. Gli ospiti puntano quindi troppo sul nome di richiamo, tralasciando la sostanza di fondo, scelta discutibile assieme a quella di cantare personalmente tanti ritornelli senza avere la tonalità idonea per farlo e finendo per rovinare pure il singolo, "Not Afraid", davvero poco riuscito, ed almeno altre tre o quattro brani. Chi acquisterà il disco troverà ancora troppe distanze con l'Eminem in piena valanga emotiva dei primi due album, Marshall Mathers è un mc per grandi platee ed ha adattato i suoi suoni di conseguenza, pur restando eccellente nel porre in rima parole con giochi e tecniche che molti si sognano. Manca ora solo un passo: selezionare meglio le basi sopra le quali sputare quel fuoco che gli brucia dentro, dimenticandosi di amenità sul genere di "Cinderella Man", "Seduction" o "W.T.P.", quei punti dove il disco scende parecchio in termini di qualità. Solo allora potremo parlare di un recupero completo. |
TRACK LIST |
Eminem - Recovery
(Aftermath Entertainment/Interscope Records/Shady
Records 2010)
|
BEATZ |
|