Exile - Dirty Science
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Reviewed by
Paolo HCM
VOTO (da 1 a 5)
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3 +
Parlando di Exile, viene naturale accostargli due nomi, Aloe Blacc e Blu, le cui voci hanno finora accompagnato in maniera determinante la carriera del produttore californiano. Entrambe le relazioni sono state molto prolifiche, soddisfacenti e durature (circa dieci anni per ciascun rapper!), tanto eterogenee quanto collegate da un solido mood musicale. Premesso ciò, "Dirty Science" è un lavoro fondamentale nella vita artistica di Ex, in quanto rappresenta appunto il passaggio tra le due esperienze di cui sopra, la fine del progetto Emanon e l'inizio dell'avventura con Blu che, fortunatamente, ha portato all'ottimo "Below The Heavens". Il disco si presenta quindi con un ossatura molto varia, diverse voci e sonorità caratterizzano il lavoro mostrando forse la parte più estroversa e sperimentale del produttore, tanto da ispirarlo per la successiva fondazione dell'omonima label. Se la produzione è totalmente nelle mani di Exile, al microfono si alternano invece molte figure: Oh No, M.E.D., Trek Life, Ghostface Killah tra gli altri, oltre appunto ad Aloe Blacc e Blu, per un'oretta complessiva di musica. Predominante, come al solito, la parte melodica, spesso infatti è il beat a fare da sfondo alla componente strumentale, invece che il contrario. Dal giro di piano di "Time Has Come", che ci riporta a ricordi cinecestisti ("Space Jam"), al campione di Steve Miller offerto agli Slum Village, fino alla celestiale e malinconica "Spittin' Image" e alle note di "Fly", con un Blu che lascia presagire il roseo futuro della coppia, l'atmosfera si mantiene morbida. Non mancano, comunque, episodi più duri, penso a "Pay The Co$$" con Ca$hiu$ King o tracce più canoniche quali "Blamexile" ed "A Few Words From...", le cui eccellenti barre di Trek Life vanno a contrapporsi al clima rilassato e scanzonato saggiato lungo il resto di "Dirty Science". Non sempre, tuttavia, questa diversità di stili riesce a creare buoni incastri tra le tracce, mancando un filo conduttore vero e proprio all'interno del progetto. Inoltre, se non si ravvisano vere e proprie cadute né sul versante delle produzioni, né su quello lirico, neppure emergono grandi exploit o hit da ricordare. Tra gli episodi che preferisco, cito sicuramente "Newest Greatest" con Oh No, perché i due si completano abbastanza bene, e la particolarissima "Move On 'Em", che taglia in maniera originale un campione di D-Train. Uscita, nel complesso, positiva e da apprezzare, che va ad aggiungersi al denso puzzle della carriera di Exile e di certo è servito da trampolino per i lavori successivi, che vi consiglio vivamente di recuperare. In una parola? Spartiacque! |
TRACK LIST |
Exile - Dirty Science
(Sound In Color 2006)
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BEATZ |
All tracks produced by Exile |