Freddie Gibbs - Shadow Of A Doubt
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li9uidsnake
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Qualche giorno fa mi è capitato di perdermi per qualche minuto sulle frequenze di Instagram, in uno di quei classici slalom, fortemente autistici, tra fotografie di varia natura e citazioni inflazionate nell'anima da un decennio di propagazione incontrollata, dai tempi di MySpace ad oggi. Una fra queste, però, attribuita al fu presidente T. Roosevelt, mi ha istantaneamente acceso la proverbiale lampadina: comparison is the thief of joy. Ora, di certo Roosevelt orientò il proprio pensiero alla volta di ben più nobili orizzonti, ma trovo che il concetto rimanga incredibilmente attuale anche se accostato al clima inquisitorio che spesso riesce a tramutare i capolavori di un artista da meriti a zavorre nel giro di un paio di stagioni. Il paragone è infatti un elemento onnipresente e, soprattutto, opprimente, in particolare quando consideriamo una cultura altamente (auto)competitiva come quella Hip-Hop; motivo per cui, nelle prossime righe eviterò qualsiasi riferimento a quel "Piñata" che molti di voi avranno consumato lo scorso anno. Freddie Gibbs è l'ultimo esemplare di gangsta rapper alla vecchia maniera ancora in attività, diretto e con i controcoglioni: ha carisma, l'abilità di conferire credibilità alle proprie parole (e non è cosa da poco di questi tempi) e, soprattutto, è tecnicamente attrezzato come non lo è nessun altro nella sua nicchia (per ulteriori referenze vi rimando all'ascolto della conclusiva "Cold Ass Nigga"). "Shadow Of A Doubt" si è annunciato a sorpresa lo scorso ottobre attraverso "Fuckin' Up The Count". Concepito sulle sponde dell'Ontario, con la complicità di Boi-1da e Frank Dukes, il singolo è un prodotto street al centopercento: atmosfera scarna e glaciale, dialoghi campionati da "The Wire" ad innalzarne l'epicità e tanto spazio da riempire per Gibbs, che piazza due grandi strofe pescando a piene mani dal proprio retroterra (<<My celly steady ringin', Freddie where your bales at?/Teacher told me go get a job, I said where the scale at?>>). Tra i confini canadesi nasce pure l'introspettiva "Insecurities", brano dai risvolti retrò che ratifica l'ottima sintonia tra Freddie e il giovane prodigio Kaytranada. Altri episodi da rewind assicurato sono i titoli di testa di "Rearview", su un beat bello peso di Blair Norf (che si riconferma una cinquantina di minuti dopo con "Freddie Gordy"), l'immancabile momento di misoginia gangsta in "10 Times", in compagnia di E-40 e un redivivo Gucci Mane (che fra un'ora d'aria e l'altra sembra aver trovato il tempo per qualche lezione di grammatica), "Forever And A Day" e, infine, la co-op corrosiva di "Extradite", con un Black Thought deciso a concludere anche il 2015 fra applausi scroscianti, infondendo nuova vita a un loop che ha fatto la storia. Seppure differendo in termini di trama e ordito, le tinte prevalentemente notturne la fanno da padrone conferendo all'ascolto un tono cupo ed omogeneo. L'armonia s'infrange solo temporaneamente a metà ascolto a causa di "Mexico" e "Lately", la prima appesantita dalla presenza di Tory Lanez e del suo crooning à la PARTYNEXTDOOR, mentre la seconda rea di proporre un ritornello eccessivamente edulco(lo)rato. Levati questi due scogli, però, il resto scorre che è una meraviglia. Il verdetto: "Shadow Of A Doubt" è un gran disco, che poco ha da invidiare nei confronti del suo illustre predeces... ahhh, ci sono cascato! Beh, in ogni caso ascolatelo, vi garantisco che sarà un'ora ben spesa. |
TRACK LIST |
Freddie Gibbs - Shadow Of A Doubt
(ESGN Records 2015)
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BEATZ |
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