GIUANN SHADAI - ROBOTS
Reviewed by Moro
Pur essendo sulla scena da tantissimi anni con una miriade di live, serate e concerti, Giuann esordisce con un disco solista solamente nel 2006. La sua gavetta parte nel '94 con i 21 (chi è del nord-est non può certo scordare la loro piramide rovesciata) e successivamente si sviluppa assieme agli Amari nel progetto "Contingente". Qualche comparsata in varie compilation e finalmente i tempi sono maturi per l'uscita di "Robots", un disco con tutte le carte in regola. Giuann dà il meglio di sé quando è sul palco, trasmette tanta energia che riesce ad incanalare anche nel suo disco, un mix di basi ben orchestrate, flow personale e bei testi. Sono soprattutto gli argomenti trattati da Giuann il vero punto di forza di "Robots", che può essere tranquillamente definito una specie di concept album, su un argomento molto importante, cioè l'omologazione che l'uomo subisce e sta subendo negli ultimi anni da una società radicalmente malata e fondata su principi del tutto sbagliati. I momenti migliori li abbiamo quando Giuann si mette a raccontare delle storie: "Come Fabio G.", "Siamo numeri" sull'attentato a Sharm El Sheich nell'estate del 2005, ma soprattutto la stupenda "Mezzodì sabato mattina", che racconta un verosimile fatto di cronaca riguardante due vite diametralmente opposte che si scontrano in una tragica notte. Altro gran bel testo per la titletrack, che oltretutto è supportata da una potentissima rielaborazione di Shocca di "Gangsta Nation" dei Westside Connection: il producer trevigiano ultimamente non sbaglia un colpo. Vengono affidate 5 tracce a Frank Siciliano, che crea delle atmosfere molto intime soprattutto nelle già citate "Come Fabio G." e "Siamo numeri"; Giuann si produce 4 tracce, tutte stilisticamente diverse una dall'altra: decisamente più classiche "Tornare giù" e "Mezzodì sabato mattina", un po' più particolari "Balla balla bimba" e "Chillipidichillimani", anche grazie all'apporto di Cuba Cabbal. Un po' banali le canzoni dal sapore più mainstrem come "Solo una notte" e "Non c'è", che stonano col contesto del disco. Originalissima invece "I miei tributi" (già il titolo dice tutto dell'argomento), dove Giuann e Ghemon Scienz si scambiano il microfono facendo omaggi a tanti classici del passato. Si può tranquillamente dire che "Robots" sia il debutto di un veterano, di un mc che sa cos'è il rap, che lo sa fare molto bene e che finalmente ha la possibilità di farsi conoscere al di fuori dei circuiti più o meno locali ai quali era abituato grazie ad un disco che suona attuale, ma con tante strizzatine d'occhio al modo di fare Rap italiano dei tempi d'oro. |
TRACK LIST |
Giuann Shadai - Robots
(First Class Music/Universal 2006)
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BEATZ |
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