GNARLS BARKLEY - ST. ELSEWHERE
Reviewed by
Al-X
VOTO (da 1 a
5) :
4,5
Già dall'uscita di "The Mouse And The Mask" di DangerDoom si era diffusa la notizia di un nuovo progetto a due di Danger Mouse: in questo caso l'altra metà era l'ex Goodie Mob Cee-Lo Green. La strana coppia comincia a far parlare di sé diffondendo ai media improbabili servizi fotografici che li ritraggono conciati da personaggi del cinema (i teppisti di "Arancia Meccanica", Wayne e Garth di "Fusi di Testa"), ma il meglio deve ancora venire... Prima ancora che il singolo "Crazy" sia materialmente disponibile nei negozi, i discografici del duo pensano bene di renderlo scaricabile a pagamento sul loro sito per tastare la reazione del pubblico. Risultato: nel Regno Unito solo nella prima settimana si registrano circa 31mila downloads e "Crazy" schizza al numero uno delle charts inglesi. Potete immaginare ora quanto sia stato atteso l'arrivo di "St. Elsewhere", il primo album di Gnarls Barkley. Il nome del duo non ha nulla a che vedere con il giocatore di basket americano, è venuto fuori in maniera del tutto spontanea (stando alle loro dichiarazioni), così come nulla all'interno del disco è stato studiato a tavolino. In effetti, questa sensazione di freschezza pervade tutto l'album, che alla fine sembrerebbe non rientrare in nessuna categoria musicale specifica (nemmeno in quella, suggerita dallo stesso Danger Mouse, di Soul psichedelico), sfociando quasi, un po' per l'estrema orecchiabilità di molti pezzi, un po' per la leggerezza imbarazzante con cui Cee-Lo mette in scena i suoi virtuosismi vocali, nel Pop puro e semplice. Non aspettatevi quindi il Rap, perché, a parte l'omaggio alla vecchia scuola di "Feng Shui" e le rincorse verbali nella turbinosa "Transformer", il panzone di ATLanta ci consegna il resto come se lo prendesse direttamente dai gloriosi archivi della Stax e della Motown (vedi "Smiley Faces" e lo splendido invito alla danza "The Last Time"). Se questo è un disco Pop, allora ci può trovare posto qualunque cosa sia accattivante abbastanza da intrappolare l'ascoltatore e obbligarlo inconsciamente a ballare o cantare a squarciagola le canzoni ivi contenute: e questo succede con la famigerata "Crazy" (che sta per raggiungere lo status di tormentone...), un cantato struggente su un uptempo a base di colonne sonore western, ma anche con la assurda cover dei Violent Femmes "Gone Daddy Gone" o con il gospel liberatorio di "Go-Go Gadget Gospel", il tutto realizzato con un'ironia squisitamente incosciente (beccatevi il finale di "The Boogie Monster", eh-eh...). "St. Elsewhere" è un disco strano perché coglie l'ascoltatore continuamente di sorpresa (argomenti controversi come pazzia, suicidio, necrofilia, mostri, visioni, turbolenti viaggi interiori alla ricerca di se stessi non li trovate così spesso nei dischi pop...e nemmeno nei dischi Hip-Hop, mi sembra), lasciandogli comunque la voglia di ripetere l'esperienza per scoprire sempre qualcosa di nuovo. Le tracce sono mediamente brevi, ma molto intense: merito anche dei tappeti musicali offerti da Danger Mouse, che in quest'occasione utilizza un'enorme varietà di suoni elettronici e di breakbeats molesti, per spingere quasi all'estremo, soprattutto nei brani più veloci, la sua versione di psichedelia. Qualunque siano i vostri gusti, Gnarls Barkley ha quello che fa per voi: un po' d'aria fresca fa sempre bene ai polmoni e al cervello e, soprattutto, quell'impagabile sensazione di libertà che difficilmente altri dischi oggi potrebbero darvi. L'epitome musicale della filosofia del "Who Cares". Per poco più di mezz'ora, "St. Elsewhere" vi porterà altrove...<<I'm freeeeeee!!!!!>>. |
TRACK LIST |
Gnarls Barkley - St.
Elsewhere
(Atlantic/Downtown
Music 2006)
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BEATZ |
All tracks produced by Danger Mouse |