Hard Knocks # School Of Hard Knocks

School Of Hard Knocks è un termine americano che indica un tipo di educazione proveniente dalla vita vissuta piuttosto che dagli insegnamenti impartiti da genitori e affini ed è il concetto scelto da Hardhead e Stoneface, appunto gli Hard Knocks, per fare da titolo significativo del loro primo e purtroppo unico disco. Parliamo di un lavoro difficilmente rintracciabile, peccaminosamente perduto nei meandri dei prodotti gestiti male dalle etichette, un lavoro che a suo tempo aveva fatto di originalità, coscienza e solidità i propri punti cardine dando vita ad un vero e proprio esordio coi fiocchi, colpevolmente passato sotto troppi radar. Si tratta di un disco le cui basi, ottimamente prodotte, sono pesantemente influenzate dal Jazz, presente sottoforma di sax adeguatamente abbinato sia alla raffinatezza di "Ghetto Love" che al beat ruvido di "Road To The Precint", di piatti campionati con gusto nella rappresentativa "Strictly From The Bronx", di un ritmo evocativo di una jam session notturna nella piacevolissima "Blow To The Head", di una banda assemblata da un campionatore che esalta il Soul e il flauto di "Young Black Male". L'insieme viene mescolato a dovere con la punta Blues dell'oscura "Hands Of A Stranger" e con la chitarrina acustica di "Dirty Cop Named Harry", che evidenzia più delle altre la capacità di Hardhead di mettere in fila rime alla pari di un navigato storyteller. Ciò che si imprime ascoltandone le rime è la voce, che non cambia mai di tono senza mai annoiare, ma pure la capacità di arricchire i propri racconti con diversi particolari, riuscendo contemporaneamente a non uscire di un passo dai binari metrici prescelti. Che Hardhead abbia passato diverso tempo sui libri è evidente, le sue tematiche principali trattano dell'immutata disuguaglianza tra bianchi e neri nel corso dei secoli, sono provocanti al punto da far reagire il pensiero senza il bisogno di incitare alla violenza reazionaria, fanno presagire orgoglio, ricerca di rispetto, ma soprattutto la maturità di chi le cazzate le ha combinate ma contemporaneamente ha imparato a tenersene lontano. Lezioni di vita che hanno avuto come professore la strada. Tra le migliori tracce doveroso citare nuovamente "Dirty Cop Named Harry", storia di un poliziotto corrotto che finisce male, la formidabile accoppiata "Nigga For Hire"/"Thoughts Of A Negro", paragonabili per temi e produzione e la dinamica "The Opposite Side", ma è altrettanto doveroso sottolineare che l'album gode di una continuità e di una solidità straordinarie, nel senso che non c'è un singolo pezzo da gettare via. Da ascoltare, per farsi un'idea di cosa poteva essere un Rap con i testi di Chuck D, la cadenza di Guru ed una base di Pete Rock.