Hassaan Mackey - That Grit
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Reviewed by
Mistadave
VOTO (da 1 a 5)
:
3,5
"That Grit" è un titolo che si addice ad Hassaan Mackey come pochi altri. Tale termine è comunemente utilizzato per descrivere un qualcosa di crudo, reale, oppure una persona coraggiosa, determinata. In ambedue i casi, Mackey corrisponde alla descrizione. Da anni è difatti una leggenda locale in quel di Rochester, New York, luogo nel quale si è fatto le ossa partecipando ad infinite sessioni di freestyle in strada o sul palco, utilizzando la musica quale strumento per superare le sofferenze che una vita non agiata gli ha posto davanti, forgiando volontà, amore e dedizione. Luogo dove ha pure riempito pagine di quaderni di strofe che prima o poi sarebbero tornate utili per uno dei suoi tanti progetti, i quali includono questa nuova connessione lavorativa con l'amicone Kev Brown, conosciuto proprio a Rochester durante una serata open mic, e con il quale condivide l'appartenenza alla crew Low Budget. "That Grit" nasce da questi presupposti, concepito in parte durante i lunghi viaggi in treno di Hassaan per recarsi nel Maryland a trovare il compare, un mini LP che viene venduto in tutti i formati, dal doppio vinile a edizione limitata alla cassetta (una scelta da applaudire), fino al CD confezionato in digipack, composto da otto pezzi, un intro con tanto di freestyle improvvisato e un'appendice dov'è possibile riascoltare il tutto in versione strumentale. Essendo un progetto non particolarmente lungo, era importante che il senso di coesione tra la produzione e le liriche risaltasse parecchio e il risultato viene centrato, trovando un ideale sposalizio tra gli stili dei due artisti. Hassaan Mackey è un mc intelligente e riflessivo, tecnicamente ben attrezzato, dotato di un timbro vocale profondo e completamente privo di alterazioni, che riesce a dare un costante senso di grezzo al suo operato. Il sound registrato dalle macchine di Brown gli s'addice benissimo, essendo contraddistinto da bassi molto potenti, batterie sporche e campioni sapientemente smontati e ricostruiti, talvolta arricchiti dall'intenzionale risalto del fruscio del vinile di provenienza. La struttura dell'album è molto simile ad altri lavori collaborativi firmati in passato dalla Low Budget, Mackey è difatti spesso coadiuvato al microfono da Brown medesimo e da numerosi membri della famiglia, lasciando al protagonista principale i riflettori solo in tre occasioni. "Git Em'" è quindi un'ideale cypher da studio, una continua girandola al microfono che coinvolge, tra gli altri, note conoscenze del giro quali Toine (DMTD) e yU (Diamond District, 1978ers), mentre "Money Mike" rappresenta un tremendo showcase per le capacità battagliere di Mackey e Kenn Starr; Kaimbr - come spesso accade - è troppo coinvolgente per non starlo a sentire e viene opportunamente utilizzato in tre pezzi. A prescindere dagli ospiti, Hassaan Mackey lascia ovunque la sua tangibile orma, districandosi con abilità tra rime che cercano vie distanti dall'ovvio per affermare la propria appartenenza a un'altra classe (per delineare correttamente i tratti del personaggio verrebbe da chiamarla un'umile manifestazione di superiorità) ed altri episodi che citano piccoli passi biografici e in generale rappresentano il sunto dell'esperienza di strada, di vita e di tutte le lezioni imparate durante un tortuoso percorso, fino a sfociare in amare riflessioni sullo stato di tutto ciò che sembra non cambiare mai in positivo. Spesso l'animo del freestyler ha però la meglio, quasi fosse una natura che non si può fare a meno di lasciar sfogare, e da qui nasce il miglior pezzo del disco, intitolato semplicemente "Hassaan Be Rappin'", un fiume di barre che sanno di navigato lupo di mare sostenute dall'ampiezza delle vedute musicali di Brown, il quale arricchisce il tutto smembrando un sample di corde pizzicate reperito chissà in quale dimenticata cassa di vinili, e proposto in versione video congiuntamente all'apprezzabile "Dope", molto delicata. Particolarmente complessa è l'architettura musicale di passi come "Yatti", ipnotica nel sample e piacevolmente sporca nel drum-set, nonché di "Simone" e "War", le quali dimostrano tutta l'abilità del produttore non solo nel reperire suoni diversi da solito (flauti, giri di chitarra, tratti di suoni new age), ma pure nel rimetterli assieme dando loro una nuova musicalità e lasciando che le contaminazioni prendano il sopravvento. Gli ultimi due pezzi citati sono già editi, essendo apparsi in "Soul For Sale" (originariamente pubblicato dalla Rawkus nel 2007) e, seppure la cosa detenga un certo peso data la quantità ristretta di tracce qui presenti, ci sentiamo di passarci sopra per l'armonia che gli stessi sono capaci di mantenere nei confronti degli altri brani, non risultando per nulla datati. "That Grit" si intona bene con chi è abituato a lottare, sopravvivere con unghie e denti alle avversità di tutti i giorni senza farsi uccidere dalla fatica mentale che ciò comporta, un disco dove emerge tanta bravura, ma pure un'eguale quantità di semplicità. Il legame tra Hassaan Mackey e Kev Brown porta a casa un'altra vittoria per una crew di grande valore artistico, una realtà piccola di cui la massa (fortunatamente, viene da dire) ignora l'esistenza e che proprio per questo permette di gustare a fondo la genuinità di ogni suo prodotto. |
TRACK LIST |
Hassaan Mackey - That Grit
(Ill Adrenaline Records 2014)
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BEATZ |
All tracks produced by Kev Brown |