OUTKAST - IDLEWILD
Reviewed by
Bra
VOTO (da 1 a 5)
:
3
Il quinto album degli Outkast, "Speakerboxxx/The Love Below", ha sancito la controversa separazione in casa tra Big Boi ed André 3000, garantendo però al gruppo qualcosa come oltre dieci milioni di copie vendute. Ora arriva "Idlewild", un disco abbondantemente annunciato da almeno un anno che dovrebbe (il condizionale è d'obbligo) anticipare l'omonimo film di cui i due sono protagonisti e co-sceneggiatori. Il tempo di un solo ascolto (ovvero settantasette minuti pieni fino all'orlo) e i punti interrogativi cominciano ad affollarsi uno dietro l'altro: cos'è esattamente "Idlewild"? Un nuovo disco degli Outkast, la colonna sonora di un musical, il prosieguo di due realtà parallele ma conviventi o una raccolta di brani sfuggiti alla strabordante uscita precedente e qui affiancati da lavori più recenti? Non credo esista una risposta oggettiva in grado di fare assoluta chiarezza, perciò mi limiterò a dire che, nonostante i tanti punti di vista possibili, "Idlewild" è sicuramente un piccolo caos al cui interno c'è finito un po' di questo e un po' di quello. In ordine sparso e del tutto neutrale abbiamo: André che continua a sperimentare fusioni tra generi (Blues in "Idlewild Blue", Jazz in "When I Look In Your Eyes") il più delle volte lontane da qualsiasi definizione ("Chronomentrophobia", "Life Is Like A Musical", "Makes No Sense At All"; quest'ultima è un insieme di frasi prive di logica con tanto di voce pitchata alla Quasimoto e richiami a Prince), ma torna a proporsi in veste di rapper in diverse tracce; tanti skit (sei contando anche l'intro) ed una estenuante chiusura strumentale di quasi nove minuti; Big Boi che con Scar e l'onnipresente Sleepy Brown approda definitivamente a sonorità di largo respiro, con risultati a volte comunque gradevoli ("Morris Brown", "Peaches") altre decisamente inconsistenti ("In Your Dreams", "Hollywood Divorce" con Lil' Wayne e Snoop Dogg); parentesi aperte e mai chiuse come "Call The Law", affidata pressoché interamente a Janelle Monáe, e "'Mutron Angel", incrocio di Blues, Soul, Gospel e beat al contrario in salsa Whild Peach. Mettendo tutto su una bilancia per tracciare una potenziale conclusione direi che "Idlewild" ha più di una nota positiva, il ritorno inatteso degli Organized Noize è una di queste (il basso profondo di "N2U" potrebbe riportare alla mente le produzioni del Sud di metà anni '90) e gli episodi da inserire nel lettore portatile sono diversi, che si tratti del puro Rap di "Mighty "O"" (uno dei pezzi più riusciti del disco), "Peaches", "Morris Brown" e "The Train" (che ripercorre tutta la carriera del gruppo), o di altro, ovvero "Idlewild Blue", "Makes No Sense At All", la scatenata "PJ & Rooster" e "When I Look In Your Eyes"; nel complesso però l'esperimento crolla sotto il peso della durata e degli eccessivi cambi di registro, quasi fosse ormai impossibile riunire in una sola entità il barocchismo un po' troppo autocompiaciuto (ma spesso godibile) di Dre e la vocazione di Big Boi per un Hip-Hop piuttosto patinato. Aspettiamo di vedere il film per capire quanto "Idlewild" sia colonna sonora e quanto sia il sesto (ed ultimo?) disco degli Outkast. |
TRACK LIST |
Outkast - Idlewild
(LaFace Records/Zomba/Sony BMG 2006)
|
BEATZ |
|
SCRATCH |
All scratches by Cutmaster Swiff |