J-Live - How Much Is Water?
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Reviewed by
Mistadave
VOTO (da 1 a 5)
:
3,5
Vuoi per la stanchezza di sentire Hip-Hop all'acqua di rose che più fa schifo e più vende, vuoi perché al sottoscritto sono sempre piaciuti gli artisti dotati di maggiore spessore intellettuale rispetto alla scontata norma, vuoi perché il non sentirsi capiti quando si tenta di proteggere e spiegare adeguatamente una Cultura che si porta nel cuore si ricade spesso in un sentimento di rabbia e rivalsa, J-Live è sempre risultato molto alto nelle preferenze di chi desidera non confondere l'Hip-Hop e il suo essere una forma d'arte con l'immondizia di facile fruibilità. Soggettivamente, piace molto pure come personaggio, un uomo dallo stile di vita perfettamente normale cui non servono scemenze assortite per farsi notare, un uomo maturo, umile e colto, ma al contempo capace di azzannare quando serve. "How Much Is Water?" è il terzo album che J-Live dà alle stampe negli ultimi dodici mesi e lascia aperto lo stesso giudizio contrastato emerso nelle due occasioni precedenti: da un lato la piena soddisfazione nei confronti di testi stuzzicanti, ottimamente costruiti a livello tecnico e contenutistico, dall'altro qualche punto di domanda riguardante la produzione, ancora una volta interamente riconducibile a un oramai affermato artista del fai da te. Ancora una volta, difatti, una limitata parte dei beat offerti fatica a generare un qualsiasi tipo di entusiasmo e questo, su dieci pezzi, porta un peso differente che non su venti, per quanto sussista la garanzia fornita da un lavoro al microfono che è privilegio per pochi. La sensazione di superiorità intellettiva data delle liriche è garantita da episodi come "Got Me Thinking", musicalmente molto elegante e scritta in maniera magistrale attraverso tre strofe che raccontano di una possibile relazione sentimentale utilizzando metafore di ogni genere, componendo per giunta i versi centrali attraverso citazioni varie dei Gang Starr mantenendo al contempo il senso del testo. "Ya Momma So Black" è stordente nella sua arguzia per come si prende gioco dei preconcetti dei tradizionali mama joke, regalando loro un nuovo accento positivo. "Kings Just Rule" alza la posta in palio campionando KRS-One nel ritornello e proponendo passaggi da rewind immediato (<<So when I hear a master teacher claim king of a religion/it sounds unreasoned like truth out of season/we know it ain't no best/we have no opponents/the job of the mc is to rule the moment>>), rime di altissima intensità e potenza emozionale, oltre che rappresentando un fendente nei confronti di qualsiasi forma di egocentrismo. La capacità descrittiva che l'artista mette in campo per raccogliere ognuna delle sue sensazioni è la carta vincente di pezzi come l'introduttiva "Warm Currents", la quale racconta di giornate spese in giro ad assolvere gli impegni dei tour utilizzando un'ottima tecnica negli accostamenti figurativi, e J-Live non riesce nemmeno impegnandosi a risultare scontato, qualsiasi cosa dica, come dimostrano gli astuti attacchi di "Feel This" atti al rimettere al proprio posto gli atteggiati senza sostanza (<<empty threats to an invisible enemy/even figments of your small imagination know you bluffing>>) usufruendo di schemi metrici assai versatili. Proprio per via della notevole mole lirica, si sarebbe desiderata un'adeguata qualità dei beat. Le produzioni scorrono senza infamia né lode per tutta la prima frazione, nella quale si fa notare solo la nerboruta "Microphone Stamina", la cui melodia dettata dal synth si accosta bene alla robustezza della batteria, e per accedere a qualcosa di davvero memorabile bisogna attendere il trittico finale, chiuso da una "Cold Currents" sontuosamente ipnotica, un tappeto sonoro ideale per i concetti spirituali ed elementali del testo. Episodi come "Ya Momma So Black" e "Numbers & Letters" soffrono invece di una composizione fredda, peraltro molto simile nell'impostazione della batteria, mentre "The Seven Sees" cade in un difetto strutturale che ricorda immediatamente "I Just Don't" (su "His Own Self"), la ripetitività, e se da un lato risultano apprezzabili le frequenti spruzzate Jazz perfettamente coerenti allo stile del protagonista, dall'altra si sarebbe preferita una maggiore elaborazione compositiva. Non saranno certo queste sensazioni di incompiutezza ad impedire di comprendere l'ulteriore irrobustimento artistico di J-Live, "How Much Is Water?" è un altro passo verso un Hip-Hop più saggio, dettato da un profilo modesto ma non per questo insicuro dei propri mezzi. Jean Jacques Cadet possiede una rara caratteristica, quella del saper colpire a livello mortifero senza risultare eclatante; gli adoratori della futilità Hip-Hop non capiranno questo disco, ma non è un nostro problema. |
TRACK LIST |
J-Live - How Much Is Water?
(Mortier Music 2015)
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BEATZ |
All tracks produced by J-Live |
SCRATCH |
All scratch by J-Live |