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DJ KRUSH - THE MESSAGE AT THE DEPTH
Reviewed
by Bra
VOTO (da 1
a 5) :
4
Strisciando tra gli anfratti più nascosti della musica underground, il più noto dj Hip-Hop nipponico arriva al suo settimo disco mantenendo inalterata l'immagine di un produttore perennemente in bilico tra influenze Elettroniche, azzardi spazio-temporali, identità meticcia, eccessi musicali talvolta incomprensibili e sampling che si dirige pericolosamente verso una cosiddetta industrializzazione del suono. E forse basterebbero queste due velocissime righe per farvi capire in che territori si sconfina parlando di Dj Krush: è l'Hip-Hop di ultima generazione, quello che ha completamente reciso i legami con la vecchia scuola e ha mandato in pensione il boom-cha di tanto tempo fa per approdare altrove, come una violenta squadriglia di folli samurai che fa man bassa di tutto ciò che incontra lungo il proprio peregrinare. Bisogna anche dire che con "The Message At The Depth" siamo un bel po' avanti al non eccellente "Zen", dato che il Nostro, nelle tracce più minimali, compie una sorta di riavvicinamento all'indimenticabile "Kakusei". Delle dieci tracce ("D'You Hear That?" è un breve skit che dura meno di un minuto), otto mantengono sostanzialmente la stessa atmosfera rarefatta, mentre le altre due sembrano concedere all'ascoltatore un respiro più ampio: si tratta di "Alepheuo" e "What About Tomorrow", la prima poggiata su un giro di chitarra niente male e la soffice voce di Angelina Esparza che, nell'ammonirci, trae spunto dalla tragedia di Hiroshima (<<born with five senses but we see/much less of world reality/do you believe your lunch is free?>>), la seconda invece dagli inaspettati ritmi reggaeggianti e altrettanto morbida. Il Rap è presente in sole tre tracce ma, data la qualità, risulta pienamente sufficiente: in "Toki No Tabiji" troviamo tale Inden con le sue rime in giapponese e anche se del testo non mi è dato capire neppure una virgola bisogna ammettere che il suo flow riesce a catturare l'attenzione, le parole diventano comprensibili invece in "Supreme Team", grazie al limpido inglese degli Anti-Pop Consortium, e in "Song For John Walker", critica efficace anche se un tantino macchinosa alle solite bestialità firmate J.W. Bush Jr. da parte di DoseOne, Sole, Alias, Why, Pedestrain e Passage (<<he wanted Hammer pants/he joined the Taliban...>> e ancora <<he sought an absolute truth, the alfa clech/but he got the omega and bucked/how many more humans will wear gun spit in their guts?>>). In rigoroso ordine di apparizione abbiamo infine cinque tracce interamente strumentali che, tutto sommato, rappresentano la componente più caratteristica dell'album: le minimali "Trihedron", col featuring di Isle Of Weight e Mr. Echoes (assieme si fanno chiamare Opus) e "Sanity Requiem", poi "The Blackhole", brano dai richiami estremamente dark, cupi, Ambient, per una durata di quasi dieci minuti in cui intervengono continui ribaltamenti di rotta, le sonorità si rifanno invece molto più vicine alla tradizione orientale in "The Lost Voices", con un quantitativo niente male di scratch, e "But The World Moves On" (la mia traccia preferita) con D-Madness e Masato Nakamura. Ovviamente, la raccomandazione è di avvicinarsi a "The Message At The Depth" con la consapevolezza che non si ha a che fare col classico disco di musica Hip-Hop: chi avrà la pazienza e la voglia di ascoltare qualcosa di diverso dal solito verrà ripagato da un'oretta di buona, buonissima musica. |
TRACK LIST |
Dj Krush - The
Message At The Depth (Red Ink 2002)
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BEATZ |
All tracks produced by Dj Krush |
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