Lord Madness - Suicidio fallito
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Reviewed by Riccardo Orlandi
Abbiamo tra le mani il secondo capitolo (escludendo mixtape e collaborazioni) dei suicidi discografici di Lord Madness. La prima impressione che si trae dall'ascolto è la certezza che determinati aspetti non siano cambiati. Il nostro è tuttora il rapper dalla rima sciolta e dall'incastro facile che abbiamo apprezzato nel suo primo disco ufficiale, capace di districarsi in metriche folli e figure di suono con una facilità imbarazzante. Se possibile, la ricerca di metriche e incastri che sottolineino la competenza tecnica del nostro si è spinta ancora più in là, portando il tutto a un livello perfino superiore a quello sfoggiato nelle produzioni precedenti. Inoltre la sagacia, il sarcasmo, l'irriverenza, il gusto blasfemo e provocatore non sono calati minimamente, mantenendo intatta la forza che già conoscevamo. La traccia d'apertura sta lì proprio a ricordarci che la dimensione tecnica si è alzata ulteriormente; conferma che arriva poco dopo con "Crazie", che non fa che sottolineare l'approccio dissacrante e maledetto di Madness. La tracklist prosegue inanellando uno dopo l'altro pezzi più o meno scanzonati ("Lo psyco mondo", "Maddycartoonia") ma sempre terribilmente mordaci, sostenuti da un'incredibile potenza tecnica e dalla solidità dei contenuti ("Generazione facebook", "Il potere dell'euro"). Nel finale, poi, troviamo le tre prove che ci permettono di vedere in Madness qualcosa in più di un semplice alieno dalle capacità nel Rap smisurate. "Natasha (Califano's love)" è un superbo storytelling: sì, si tratta di quanto di più volgare e politicamente scorretto ci sia nel disco, ma la capacità narrativa (si parla di cura del dettaglio, di ironia, di capacità di sintesi efficace) eguaglia quella dei migliori storyteller della scena e fa scuola a tutti i rapper che si vantano delle proprie imprese sessuali con storielle da scuole medie. Il finale, ovviamente, è tragicomico, in perfetto maddy-style. "Dolore del vuoto" e "Giorni cattivi" - ossia i momenti più alti del disco, se parliamo di intensità emotiva - costituiscono invece un ulteriore passo avanti nella crescita artistica dell'mc: se prendiamo gli episodi più sentiti e personali del disco precedente ("La mia vita in una lacrima" o "Polvere alla polvere") e li paragoniamo alle due tracce in questione, possiamo renderci conto nuovamente di come il nostro sia riuscito ad essere più esplicito e toccante che in passato. La capacità terapeutica della scrittura - che Madness non ha mai nascosto, anzi - tocca qui il suo punto più alto. Il bilancio finale ci dice che l'unico punto statico su cui Madness non ha avuto grandi evoluzioni è quello dei temi; bene o male quelli che affronta sono gli stessi a cui siamo abituati, da lui e da tutta la scena. I colpi di genio si annidano allora nella crescita tecnica - che era davvero difficile da conseguire, considerando l'elevatezza del punto di partenza - e nella scelta di appoggiarsi a una schiera di produttori più ampia e con gusti più vari che in passato, oltre che nella volontà di essere più diretto nei momenti di scrittura autobiografica. Se anche la selezione dei temi dovesse risultare rivoluzionata, ci troveremmo davanti a qualcosa di realmente epocale per l'Hip-Hop italiano. |
TRACK LIST |
Lord Madness - Suicidio fallito
(KICK OFF! Recordz 2012)
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BEATZ |
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SCRATCH |
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