Mad Skillz and Bink - Made In Virginia
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Reviewed by
li9uidsnake
VOTO (da 1 a 5)
:
4
Gli amanti del genere meno stagionati potranno avere qualche difficoltà nel crederlo, ma c'è stato un tempo, ben prima che i vari Pharrell Williams, Timbaland, Clipse e compagnia bella colonizzassero classifiche radio e playlist di YouTube, in cui i codici d'area delle varie Norfolk, Richmond e Virginia Beach non erano in alcun modo contemplati nella geografia del Rap a stelle e strisce. Ne sa qualcosa un veterano come Mad Skillz che, per l'occasione, ripresenta la veste anagrafica con la quale una ventina d'anni fa esordì sulla scena, sfoderando quel "From Where???" che, sin dall'intro, imbottigliava una contrastante miscela di orgoglio e frustrazione, caratteristica di una realtà musicale così sovrastata dall'ingombrante presenza di sorelle maggiori assai più appariscenti e, diciamolo, dotate. "Made In Virginia" riprende concettualmente il discorso da quel punto esatto, ma forte di un orgoglio che ha soppiantato in toto la frustrazione di quei giorni lontani e della consapevolezza personale di aver contribuito a gettare le basi storiche che hanno permesso alla remota Virginia di tradursi in un moderno crocevia del music business. Da sempre devoto alla più classica tradizione old school, Skillz rimane fedele nel delegare la sua arte interamente ai battiti del proprio cuore, lasciando che siano invece gli assoli della sua penna ad occuparsi delle bollette a fine mese (la sua "Ghostwriter", rigorosamente in versione clean, è oramai leggendaria). Pochi fronzoli e ammiccamenti alle tendenze del momento. Non importa se l'obiettivo sia quello di cercarsi nuovi haters, quello di pagare tributo ai suoi rapper preferiti o di ricapitolare gli eventi più importanti degli ultimi dodici mesi come solo lui sa fare; il repertorio di Skillz si affida sempre e comunque a un liricismo povero di tecnicismi, che punta a impressionare l'ascoltatore con stile e braggadocio puro (<<my life can be any movie with Tom Cruise in it/"Fourth Mission Impossible" nigga, and I'm still winning/Blockbuster shit, plus the script good/what nigga from Virginia, from my era, is doing this good?>>), come solo chi ha iniziato a mettere parole in rima ben prima dell'avvento degli mp3 sa fare. "Made In Virginia" tiene fede alla propria denominazione di origine controllata anche nella totalità della propria componente strumentale, con Bink, beatmaker dalle doti sopraffine ma da sempre poco avvezzo alle luci della ribalta, unico artigiano chiamato ad intagliare cornici in quattro quarti su misura capaci di elevare le battute del collega ai fasti di quella straordinaria annata '96, quando le sue rime scorrevano mano nella mano con i beat di Large Pro, Buckwild, Jay Dee e un altro paio di nomi incisi nella storia del beatmaking. Le composizioni di Bink si attestano su livelli medio alti per tutti i 51 minuti della sua durata, ma i due colpi di classe assoluti sono sicuramente "Rakim Smile", il cui ascolto prolungato comporta un elevato rischio di scardinarsi le vertebre cervicali, e la celestiale "Staring At The Roof Of The Church", beat che alcuni ricorderanno risalire a 6/7 anni fa e che riporta alla mente i contributi che il signor Harrell III ha firmato su un certo "The Blueprint", tre lustri or sono. Personalmente, mi rattrista molto vedere come un disco di qualità come questo "Made In Virginia" sia stato snobbato pressoché all'unanimità, specie in un periodo in cui lamentarsi per l'assenza di uscite di livello è all'ordine del giorno: niente pubblicità, zero recensioni, eccezion fatta per una manciata di commenti telegrafici sparsi fra i meandri della rete. Fortuna che a RapManiacZ non sfugge nulla... |
TRACK LIST |
Mad Skillz and Bink - Made In Virginia
(Big Kidz Ent. 2014)
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BEATZ |
All tracks produced by Bink |