ROOTS MANUVA - AWFULLY DEEP
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Blema
VOTO (da 1 a
5) :
3 +
Proprio nel 2005, un anno così prolifico per la scena Hip-Hop internazionale, Roots Manuva decide di far uscire il suo terzo album. Scelta fortunata: avrete sentito certamente parlare di questo "Awfully Deep", così esaltato da questi patriottici critici inglesi che gridano al miracolo brindando con tazze di tè ogni qualvolta trovino un rapper britannico di fama extra-europea... Probabilmente avete anche già ascoltato l'album e vi starete chiedendo perché Rodney Smith ha attribuito ad un album così allegro e spensierato un titolo Terribilmente profondo. Ascoltate bene i testi. L'album si apre con "Mind 2 Motion": su un beat tra il Dub e il Garage, Manuva ci prega di ballare, di swingare i pantaloni e shakare le minigonne, sembra un'atmosfera da festa MA ecco che arriva subito la frecciatina depressa racchiusa in quattro parole <<Shake away your hurt>>...colta? Ballate, o miei gaudi ascoltatori, così da potervi distrarre da tutti i dolori e le paranoie che, come me, avete. Oddio. Affinate l'udito perché di messaggi tra le righe di questo tipo ne troverete a palate in ogni pezzo di "Awfully Deep", compresa la traccia successiva, che è proprio la titletrack. C'è da dire però che Roots Manuva fortunatamente è anche un tipo simpatico che sa fare dell'autoironia, qui in "Awfully Deep", come nel secondo singolo "Too Cold", prende in giro sé stesso per i suoi problemi, il suo carattere, le sue ossessioni, anche se con humour sottile (molto British); trovo che sia da ammirare il non prendersi sul serio, dote veramente molto rara per un rapper in vista. Doveroso quindi citare un paio di versi da "Colossal Insight", il primo singolo nonché uno dei pezzi migliori dell'LP: <<I don't give a damn about UK Rap/I'm a UK black makin' UK tracks>>. Le origini jamaicane di Rodney Smith si sentono, le tracce hanno contaminazioni Dub, Raggamuffin, Dancehall, Garage, Blues, Grime e chi più ne ha più ne metta, non a caso la label è la Big Dada, la più adatta ad un lavoro sperimentale di questo genere. Non possiamo infatti dire che "Awfully Deep" sia un bell'album Hip-Hop, semplicemente perché di puro Hip-Hop ha poco. Forse "Babylon Medicine", "Thinking" e soprattutto "The Falling" sono le canzoni che più si accostano ad un Rap classico non underground. "The Falling" parla di disagio sociale, droga, omicidi, ma non è un pezzo propriamente gangsta, c'è una profonda analisi dei comportamenti che vengono definiti tali. Non è il tema del testo a sorprendere, quanto il modo in cui viene trattato: farebbe piacere sentire più spesso riflessioni di questo tipo. Tra le canzoni di genere misto, è da ascoltare "A Haunting": sonorità Reggae a nozze con quelle Blues producono il beat meno elettronico e più piacevole dell'album. Non tutte le sperimentazioni però riescono: "Rebel Heart" è un pezzo decisamente Grime, genere molto alla moda in Gran Bretagna...e Manuva copia deliberatamente lo stile degli mc's aderenti al filone (compresa, purtroppo, la collega Sovereign), perdendo del tutto il suo flow e assumendo quello più impersonale che si usa in questi pezzi. Personalmente, non condivido la scelta. Bisogna però ammettere che il punto debole di Manuva è proprio il flow di quando rappa. Purtroppo a volte "Awfully Deep" cade nella monotonia a causa di troppi ritornelli dancehall-wannabe, che magari sono una figata se sei strafatto in un locale (in fissa, continui a cantarti per ore lo stesso pezzo di ritornello), ma se invece, cosa più probabile, vi state ascoltando l'album in tutta tranquillità c'è quasi il rischio di annoiarsi; inoltre nelle liriche Manuva ogni tanto va fuori tema, spesso per ricordarci che lui è un paranoico-depresso-folle-perseguitato, ma...è proprio necessario? In conclusione, "Awfully Deep" è un interessante lavoro europeo di sperimentazione musicale che affonda le sue radici nel Rap e nel Reggae e che, nonostante tutto, entrerà nella classifica degli album storici inglesi: anche solo per curiosità, è un album che va ascoltato. |
TRACK LIST |
Roots Manuva - Awfully
Deep
(Big Dada
2005)
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BEATZ |
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