Mente # Viaggi da e per...

<<Sono viaggi normali, trip mentali, versi necessari/per capirci meglio in un mondo di ologrammi elementari>>. Mi piace aprire la recensione con questi versi de "La via d'uscita", versi che si potrebbero tenere in considerazione fino alla fine della premessa che segue. Mente: quanti ascoltatori di Hip-Hop italiano ricordano o conoscono questo nome? E' effettivamente difficile trovare del materiale su questo produttore, nonostante nel 2000 cacciò un disco con tanti esponenti di rilievo della scena; "Viaggi da e per..." uscì assieme a BIZ, una rivista italiana di Hip-Hop che ebbe vita molto più breve di AL. Comunque, interrogarsi sulla scarsa diffusione di questo lavoro, che pur presenta degli ottimi episodi, è un esercizio che lascio ad altri. Il disco si può suddividere in piccoli insiemi accomunati da artisti contingenti: Teste Mobili, Scimmie Del Deserto, Emmerre, Enmicasa e Murgia Drima. Ascoltare queste canzoni (o addirittura leggere questi cinque nomi) nel 2010 è sicuramente un'esperienza particolare e questa è la conclusione di una ovvia e dovuta premessa che fa un po' da introduzione e un po' da stimolo. "In riviera" è il primo salto indietro nel tempo, con i miei Fabri Fibra e Nesli (meglio: Nesly Rice) preferiti, prima che svoltassero e diventassero, ognuno a modo proprio, due rotture di palle. Trovare i referenti e decodificare i loro versi è gioco quasi da linguisti, l'elaborazione lirica è sempre stata una cifra peculiare dello stile Teste Mobili: ne sono un esempio positivo le strofe di Fibra in "Maxidelitto di scarsi" e nella già citata "In riviera", mentre "Da popoli per metropoli" ha l'aria di un esercizio sintattico e lessicale dall'obiettivo comunicativo piuttosto confuso. Le Scimmie Del Deserto portano un Rap epico che spinge forte dal sottosuolo, la prova migliore è "Un giro", invece "Semplice e impossibile" suona meno diretta e poco approfondita. In generale, i loro tre pezzi sono quelli che preferisco: la potenza comunicativa è notevole e riescono a valorizzare i beat prodotti per loro. I prossimi a presentarsi sono gli Emmerre (Minoranza Rumorosa), che realizzano probabilmente la canzone più interessante del disco, "Sfondi di Venice": di Venezia è stato detto poco nel Rap italiano, oltretutto il quadro degli Emmerre fa emergere scenari e contraddizioni di una città in bilico tra storia e presente, realtà e immagine, autenticità e costruzione, incorniciato in un tappeto musicale molto efficace. Nella seconda metà del disco fanno la loro comparsa gli Enmicasa: versi elementari, melodia sterile, flow frammentario, accento poco musicale; quando non passano inosservati, annoiano. Sul beat de "La X più pesante" avrei ascoltato volentieri qualcun altro. La prova dei Murgia Drima è concreta e piacevole a partire dal cambio musicale della produzione: la prima parte trasmette un po' di immaturità, è piuttosto inconsistente e ospita delle voci non particolarmente musicali (che hanno fin troppa presenza) con una capacità tecnica che suonava come superata anche per quegli anni. Nella seconda parte invece le strofe si fanno più credibili (per stile e genuinità) e si integrano meglio in una produzione finalmente evoluta. Dopo qualche ascolto si può affermare che Mente ha uno stile di produzione piuttosto solido e compatto, non senza qualche allusione eclettica più o meno riuscita. Prima di premere play sullo stereo fate una ricerca in casa vostra e ammirate di nuovo i tappini modificati segnati dal colore, le scarpe coi lacci grossi consumate, i versi sparsi in qualche foglio, i cappellini impolverati. Infine, lascio che sia Shezan a esprimere una conclusione perfetta per questa recensione (e per la mia adolescenza a cavallo dei '90): <<...con quella luce negli occhi e quel "fanculo!" tra i denti>>.