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METAFORM - STANDING ON THE SHOULDERS OF GIANTS
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Reviewed by
Bra
VOTO (da 1 a 5)
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4 -
Metaform è un nome che spunta praticamente dal nulla, a parte il fatto che è Californiano di lui si sa davvero poco e ancora meno si sa della JUST Records, che non a caso pubblica il suo primo LP (seguito a pochi mesi di distanza da "Beats From The Crypt: Early Works", raccolta di materiale datato 1998/2003) numerandolo 001, ovvero inaugurando, di fatto, la propria attività. Non occorrono tuttavia particolari note biografiche per accorgersi che il beatmaker in questione va ad unirsi a quanti affrontano la produzione Hip-Hop con un atteggiamento estremamente aperto, il lavoro eseguito sui campioni e sui pattern trova infatti nel genere una tecnica, un mezzo, ma l'insieme sfugge alle costrizioni di una definizione esatta. Chiariamo subito però che a Metaform manca ancora la completa quadratura del cerchio, l'assenza di un'etichetta forte alle sue spalle pesa forse sulla riuscita complessiva di "Standing On The Shoulders Of Giants", cui non mancano alcuni episodi di minore impatto. Prendete ad esempio "Endtroducing....." o "Deadringer" (un paragone sarebbe chiaramente iniquo, ma l'impressione, scontata, è che Meta abbia divorato sia l'uno che l'altro), la loro assoluta perfezione non si misura tanto nelle singole tracce, quanto invece nella somma, da cui è pressoché insensato isolare determinate parti; "Standing On The Shoulders..." dopo un po' di ascolti non riesce invece a nascondere qualche passaggio meno riuscito (seppure sempre nei limiti della sufficienza) e tre/quattro pezzi viene spontaneo saltarli in favore dei restanti, poiché non di pari bellezza ("Let Your Hair Down Girl", "Crush", "The Secret", "Love And Loss"). Per il resto, comunque, c'è solo da scegliere: le battute iniziali sono tutte deliziose, "Rock It Number Nine" unisce un delicato Soul ai corposi strati di break, "Urban Velvet" si sposta verso il Funk ed utilizza egregiamente un sample vocale, wah-wah e fiati, molto più sperimentali le tinte di "Brick And Mortar", che inasprisce i suoni e nel finale raddoppia la battuta, la velocità è elevata anche in "Sunday", che tra l'altro ripesca "Break Dance Electric Boogie" dei West Street Mob, ugualmente gustose poi "Heaven Can Wait", "Lonely Boy", "Barbie Doll", "Bubblegum" e "PCH". In termini più generali, di "Standing On The Shoulders Of Giants" colpiscono soprattutto la composizione ricca fino all'inverosimile di atmosfere molto differenti tra loro e, ancora più, l'uso creativo ed ispirato delle strutture ritmiche. Totale? Poco meno di quattro belle pacche d'incoraggiamento sulla schiena. |
TRACK LIST |
Metaform - Standing On The Shoulders Of Giants
(JUST Records 2008)
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BEATZ |
All tracks produced by Metaform |
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