BLACK MILK - TRONIC
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Bra
VOTO (da 1 a 5)
:
4/4,5
Alla sua uscita, "Popular Demand" lasciava ampiamente presagire che l'enfant prodige Black Milk costituiva uno dei nuovi termini di paragone con cui l'Hip-Hop, negli anni a seguire, avrebbe dovuto imparare a misurarsi. Oggi mi sembra di poter dire che è andata esattamente così e ciò spiega lo stupore che ha seguito la pubblicazione di "Tronic" (circa quattro mesi or sono): l'ennesimo gioiellino proveniente dalla Motor City ha ridisegnato quasi integralmente la formula che lo aveva portato alla notorietà, conservando sì l'appeal detroitiano delle batterie (peraltro sempre più ricche di elementi e variazioni), ma aggiungendo al tutto una imponente...come dire, orchestralità? L'uso equilibrato dei synth e l'ingresso di partiture originali ("Give The Drummer Sum" è entrata in testa a tutti) trovano piena simmetria con l'attività di campionatura e scomposizione, l'insieme che ne scaturisce è quindi solido e mutevole, alcuni passaggi ricordano maggiormente le sonorità cui BM ci aveva già abituato ("Losing Out", "Reppin For U" e "Try" conservano ad esempio una certa andatura del beat e il caratteristico sample vocale pitchato), altri - e forse sono proprio quelli più interessanti, specie dopo un sufficiente numero di ascolti - introducono ingredienti nuovi quali: abbondanza di piano elettrico e sintetizzatore ("Long Story Short"), atmosfere squisitamente astratte ("Bounce"), ampio ricorso alla componente strumentale ("Give The Drummer Sum", appunto) e ruvide fusioni tra Hip-Hop e Industrial ("Hell Yeah"); non a caso, a lasciarmi del tutto indifferente è la sola "Without U", prodotta da Colin Munroe. Tanta carne al fuoco, quindi, e ad essere sinceri un po' ce l'aspettavamo, l'incognita semmai era un'altra: l'mcing (che in parte penalizzava "Popular Demand") avrebbe completato adeguatamente "Tronic"? A mio avviso sì e per due ragioni in un certo senso opposte. Per cominciare, Black Milk ha affinato la propria tecnica, si racconta con più scioltezza ("Long Story Short") e gestisce meglio pause, sillabazioni ed incastri; ciò non comporta però una capacità fuori dall'ordinario e, conseguenza positiva, in tal modo la musica resta il cuore pulsante di "Tronic". Tocca piuttosto a Royce Da 5'9'', Pharoahe Monch e Sean Price mandare in ebollizione il microfono, compito cui i tre rispondono con tutte le armi a loro disposizione. A questo punto mi sembra chiaro che "Tronic" meriti un posto di spicco tra i dischi di pregio del duemilaotto, non in base ad una sola valutazione personale ma (e lo dico raramente) soprattutto grazie a meriti oggettivi, ovvero l'indiscutibile crescita complessiva del suo autore e l'efficacie equilibrio (al più mi capita di saltarne una o forse due) che unisce tutte e quattordici le tracce. Da avere ad occhi chiusi! |
TRACK LIST |
Black Milk - Tronic
(Fat Beats Records 2008)
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BEATZ |
All tracks produced by Black Milk except track #4 by Colin Munroe |
SCRATCH |
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