Celph Titled & Buckwild - Nineteen Ninety More
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Reviewed by
Gabriel
VOTO (da 1 a 5)
:
n.g.
La prosecuzione di un album è sempre una scelta azzardata che l'artista decide di compiere a proprio rischio e pericolo, ma l'impresa diventa ancora più ardua se il primo lavoro s'intitola "Nineteen Ninety Now" ed è stato selezionato tra i migliori dischi del 2010, tanto da essere eletto Slept-On Album Of The Year dal sito Hip Hop DX - non di certo degli esperti di ciò che accade nel sottosuolo americano. A dir la verità, "Nineteen Ninety More" ha ben pochi elementi per essere considerato un vero e proprio volume due, dato che si tratta di un doppio disco che raccoglie soli sette brani inediti, presumibilmente esclusi dal precedente capitolo. Il resto? Strumentali, bonus beat e remix finiscono definitivamente per convincerci che tra le mani non abbiamo il seguito di "Nineteen Ninety Now". Il faticoso lavoro di Celph Titled, però, non poteva restare rinchiuso in una stanza (o in un hard disk) come lo erano stati i beat di Buckwild; vi ricordo che ogni snare, ogni kick, insomma ogni suono che ascolterete, è stato prodotto a metà degli anni '90, pensato per soddisfare le esigenze di gente come Big L, O.C., Lord Finesse e compagnia bella. Per questo motivo nelle produzioni si può chiaramente percepire il retrogusto del tipico suono East Coast dell'epoca: grezzi campionamenti Jazz/Blues accompagnati da batterie sporche e una gran quantità di scratch. Il tappetto musicale è perfetto per le rime divertenti e condite da quella dose di sfrontatezza che contraddistingue il rapper proveniente da Tampa Bay (<<Will Celph Titled sell out any show? Will Lil' Wayne look like Whoopi Goldberg when he's old? Hell yeah>> e <<I love my nine like Busta Rhymes used to love them leather suits>>). La scaletta rivela una presenza davvero massiccia di featuring, tant'è che in poche tracce possiamo ammirare Celph incendiare letteralmente il mic dall'inizio alla fine; tra queste, la fantastica "Buck's Four Course Meal", in cui il rapper, come aveva fatto in precedenza con Preemo, riporta alla luce quattro diverse strumentali di Buckwild che hanno scritto la storia. Ai soliti nomi si aggiungono altri inaspettati, come in "Rapid Fire", dove ad accompagnare Celph Titled ci sono i Cella Dwellas, che malgrado il distacco dalla scena dimostrano che lo smalto al microfono è quello dei tempi migliori, mentre per il remix di "There Will Be Blood" Buckwild ha pensato bene di chiamare in causa alcuni membri della Diggin' In The Crates Crew assieme ai Brand Nubian, formando così una combo a dir poco esplosiva. Insomma, le poche canzoni presenti dimostrano che la chimica tra i due artisti è rimasta intatta e perciò ecco che "Nineteen Ninety More" può essere considerato il pezzo mancante che conclude la saga iniziata due anni prima, la tessera smarrita per completare il puzzle. L'obiettivo di Celph e Buckwild è stato ampiamente raggiunto: quello di catapultarci, a distanza di anni, nelle strade di New York, per farci rivivere l'atmosfera di un'epoca lontana, non solo a causa degli anni trascorsi ma soprattutto per il modo stesso di interpretare questa cultura. |
TRACK LIST |
Celph Titled & Buckwild - Nineteen Ninety More
(No Sleep Recordings 2011) CD 1
CD 2
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BEATZ |
All tracks produced by Buckwild |
SCRATCH |
CD 1
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