Franco Negré e Sir Donuts # Volevamo solo fidarci

Il termine dissing, di cui non sto qui a ripetervi etimologia e significato per ovvie ragioni, è diventato oramai di uso comune assieme a gran parte dello slang Hip-Hop, sdoganato (con tutte le logiche imprecisioni del caso) soprattutto in quest'ultima fase di sovraesposizione attraversata dal genere, tanto che, di fronte alla necessità di esternare una presa di posizione forte nei confronti di qualcuno, a chiunque verrebbe naturale immaginare l'mc di turno alle prese con rime infuocate, rabbiose, aggressive. Fortuna vuole che Franco Negré non sia l'mc di turno e perciò ecco spuntare "Volevamo solo fidarci", minuscolo EP di soli tre brani uscito in free download nel pieno della scorsa estate su Soulville. Di cosa si tratta? E' presto detto: VSF chiude l'esperienza dei Migliori Colori a ben dieci anni dall'apprezzato "Rullanti distorti" e un paio di mesi dopo il divorzio tra il nostro e la Blue Nox, chiarendo col tono schietto di sempre, ma senza volgarità gratuite, che il sodalizio tra lui, Kiave ed Impro si è interrotto. Ricamarci attorno un po' di gossip d'accatto è tempo perso, l'unico dato acclarato è che Negré e Kiave non apparivano tra i featuring dei rispettivi "Dono di natura" e "Solo per cambiare il mondo" (ambedue datati duemiladodici), indizi che al più corroborano l'impressione che le parole del primo siano dirette proprio al secondo. Ciò che importa, in questa sede, è verificare ancora una volta l'attitudine di Franco nel raccontare sentimenti e relazioni attraverso pensieri semplici eppure intensi, affidando uno sfogo che appare necessario, se non liberatorio, a testi pregni di amarezza, delusione (<<quest'è una vita di sacrificio/prima ti fai i progetti poi ti sbattono fuori dall'ufficio>>), mai tuttavia di autocommiserazione. La sincerità, la convinzione e il realismo di "4 punti cardine" (gli EP poi raccolti in "Dono di natura") trovano un contrappeso significativo nel contributo di Sir Donuts, presente anche come seconda voce nei refrain; è un'intesa trasparente e Negré la sfrutta per imparare a lasciarsi scivolare addosso tante difficoltà ("Libera azione"), mandando letteralmente tutti a cagare ("Ora sì") e, come s'intuisce, terminando un capitolo col solo fine di iniziarne uno nuovo. Riuscire a farlo con tale spontaneità in una decina di minuti che si riascoltano sempre con grande piacere è segno di una maturità artistica indiscutibile, pronta ad affrontare prove coraggiose e, chissà, magari di rottura rispetto al passato; la curiosità è tanta, la fiducia idem.