Otierre # Quel sapore particolare

Parlare di "Quel sapore particolare" è un po' come tornare agli albori dell'Hip-Hop italiano, quando le posse scelsero il Rap come veicolo di comunicazione politica ed una seconda componente preferì uscire dal circolo ristretto dei Centri Sociali per creare un fenomeno dal respiro decisamente più ampio. Dopo oltre un decennio possiamo tranquillamente dire che la partita fu vinta proprio da chi voleva svincolare l'Hip-Hop da qualsiasi etichettatura, ma il primo disco degli Otierre, come un po' tutte le uscite di quegli anni, risente di questo caos primordiale in ogni sua parte. Secondo il booklet il gruppo era formato da Polare, Intru, Limite, Tormento, Nitro, Thor, Vez, Vigor, La Pina, Azza ed Esa, sono però questi ultimi due (il Cellamaro in particolare) a spartirsi la fetta più grossa delle rime, tutti gli altri (Pina in testa) sono presenti in una o due tracce, per un totale di dieci episodi, un intro ed un outro. Liricamente "Quel sapore particolare" potrà sembrare molto ingenuo ed adolescenziale, il che in parte è sicuramente vero, bisogna tuttavia tener conto che l'utilizzo della lingua italiana era un fenomeno relativamente nuovo per il Rap e gli OTR, come Gruff e gli Articolo 31 l'anno precedente o i Sangue Misto sempre nel '94, sono stati tra i primi a pubblicare un disco di puro Hip-Hop tricolore. Le strutture metriche sono semplici (Esa è un pizzico più avanti degli altri, idem il fratellino) ed alcune soluzioni non possono che far sorridere, ma è interessante ascoltare tracce come "Quando meno te l'aspetti" (che in veste di singolo conquistò anche un buon numero di passaggi radiofonici), "Dei colori", "La nuova realtà", "Arresta" (qui l'influenza di J-Ax si sente eccome) e "Pronto Pine", curioso storytelling che si scaglia contro le forze armate. Lo stesso discorso potremmo adattarlo quasi in toto alle produzioni, affidate ad Esa e Vez: il suono segue i gusti dell'epoca, il Funk e una puntina di Jazz la fanno da padrone, i bpm sono abbastanza accelerati e le batterie rivestono un ruolo di semplice sostegno. Non mi sembra azzardato dire che l'Hip-Hop italiano, tolti casi isolati, ha sempre assecondato gli standard musicali americani con qualche anno di ritardo, specie quando non esisteva una vera e propria scena con la quale confrontarsi; il fatto che l'esordio di Esa e compagni suoni così sorpassato non deve stupire, per la realtà italiana del tempo si trattava comunque di un ottimo passo in avanti che ha contribuito allo sviluppo di tutto ciò che è venuto dopo. Per questo vi invito a considerare "Quel sapore particolare" come un piccolo pezzo di antiquariato: inutile affibbiargli un valore aggiunto che non ha, la nostalgia ed il feticismo della ricerca sono più che sufficienti per un vero appassionato di Hip-Hop.