Occhi di Astronauti - La città verrà distrutta domani
|
Reviewed by Riccardo Orlandi
Chi volesse elencare le realtà davvero originali nella scena italiana, non potrebbe esimersi dall'annoverare i Groovenauti (di cui ricordiamo con enorme piacere "OverKill" e "Beauty industries") e Il Lato Oscuro della Costa ("Amore, morte, rivoluzione" è uno dei dischi più riusciti degli ultimi anni). Max Prod, dei primi, e Polly, dei secondi, hanno dato vita a un nuovo progetto che si colloca nel solco delle scelte musicali e tematiche dei lavori dei rispettivi gruppi. Lo stile immaginifico e impressionistico, l'atmosfera decadente, le visioni cyberpunk e post-apocalittiche, il sound in bilico tra l'Hip-Hop, l'Elettronica e l'Indie Rock rendono questo disco - come i precedenti - qualcosa di radicalmente diverso dal classico prodotto di Hip-Hop italiano. Non si tratta di un Rap che trova la sua forza soltanto nella scrittura: i tecnicismi non sono così abbondanti e l'interpretazione gioca un ruolo fondamentale sull'effetto finale. Ancora più importante è l'atmosfera, il mood astratto che viene creato dalle liriche, intessute di riferimenti al cinema, alla letteratura e alle arti visive non meno che alla cultura Hip-Hop e alla vita quotidiana. Nei testi si mescola scienza e fantascienza, biologia e musica, mitologia e cinema: <<religione del muscolo attira gli zombie precrepuscolo gioca con lo stargate del look e ricombinati nel modo giusto>>, <<crolla tutto in mezzo a Tantalo, nel Ragnarok>>, <<impugno un defibrillatore e provo il risveglio di sinapsi distratte>>. La ritmica del Rap è continuamente variata e alternativamente in armonia o in contrasto con lo scorrere dei loop di batteria, dimostrando una padronanza metrica sempre più rara da trovare. Anche il reparto sonoro è amministrato con assoluta maestria, creando una varietà incredibilmente continua tra le atmosfere di ogni pezzo, assecondando sempre il gusto globale del disco. Il pregio della varietà - se proprio volessimo trovare un difetto in un disco di qualità così elevata - manca alle liriche: i temi sono tutti riconducibili a due o tre filoni: quello della critica sociale (la traccia più esplicita in questo senso è "La ballata del petrolchimico"), quello delle visioni distopiche (evidentemente debitrici a Philip K. Dick e agli altri maestri del genere) e quello intimistico. Forse è in quest'ultimo versante della scrittura che Polly dà il meglio di sé, nella meravigliosa "Notte d'oro" ("Barcelona" è l'atro episodio intimistico del disco), dove sfoggia un testo delicato nella descrizione e perfettamente amalgamato con il ritmo sognante e acido della base. E' doveroso citare anche una grandissima prova di storytelling, quella di "Ti ricorderai di me", dove un Brain totalmente a suo agio sull'argomento sforna una strofa in cui non poteva mancare un riferimento a "Il bombarolo" di De André. Al di là dell'immensa cura nei suoni o nella capacità evocativa dei testi - elementi che permetterebbero già al disco di essere segnalato come uno tra i migliori usciti di recente - dovremmo notare come alle spalle di queste produzioni esista un progetto artistico coerente e un'estetica definita e solida: da questi presupposti non possono che uscire dei gran bei lavori. |
TRACK LIST |
Occhi di Astronauti - La città verrà distrutta
domani
(Slowater Records 2012)
|
BEATZ |
Tutte le produzioni di Max Producer |
SCRATCH |
|