Pesi Piuma # Broadway

Cambio di terreno, dal ring su cui pesavano "126 Libbre" i Pesi Piuma sono passati a calcare un palcoscenico di Broadway per uno spettacolo che durerà un'ora e dieci minuti senza intervallo e i cui protagonisti sono i milanesi Mars e Hego. Di quest'album si è straparlato, il nome del duo credo sia arrivato in ogni angolo della penisola e devo ammettere che era proprio questo a lasciarmi fortemente scettica, vedendo il successo riscosso da diversi artisti miei concittadini che di Milano hanno saputo romanzare bene, troppo bene, la vita disagiata o inverosimilmente agiata. Bene, questo disco mi rende felice di poter essere smentita per una buona volta sui luoghi comuni, il secondo lavoro dei Pesi Piuma bada poco alle mode e si concentra sulla spontaneità artistica. La scelta di "Broadway" come titolo sta a significare la difficoltà nell'avere successo sul palco della vita, come spiegato nell'omonima traccia (su uno dei beat migliori, Hego canta <<stanno in platea la tua famiglia, i tuoi colleghi/gente che neanche saluti ed altra alla quale ti leghi/e tremi dalla testa ai piedi in cerca della loro stima/perché dal vivo la regola è sempre "buona la prima">>). Di questo infatti parlerà Hego nei suoi testi: situazioni di vita quotidiana, ricordi, paranoie e pensieri di un ultraventenne italiano, il tutto raccontato in maniera verosimile e senza esagerazioni. Esempi delle capacità narrative dell'mc sono ad esempio "18/09", un pezzo molto forte e crudo che racconta della premeditazione di un suicidio, e la più allegra e buffa "Punti di vista". C'è un poco riuscito tentativo di story telling in "9.30 - 23", peccato, Hego riesce a riscattarsi con la seguente traccia, "Cosa non faresti", spassosa dall'inizio alla fine. Dalla sua parte, Mars crea atmosfere perfette che accrescono la sinergia mc-produttore ma non solo, riesce anche ad adattarsi a stili lirici molto diversi (il beat di "Scatti quotidiani" sembra fatto apposta per Vacca, che invece canta solo il ritornello e nemmeno bene), spaziare nel classico ("Primo piano", "Non dimentico") e osare nel club ("Brucia"). I Pesi Piuma hanno un particolare sesto senso per quanto riguarda le collaborazioni, eccetto in un paio di casi sanno bene cosa riuscirà ad arricchire le tracce; è il caso più evidente quello di Livio (Huga Flame), che oltre che in veste di fonico troviamo in versione vocalist, con una voce che non risulta essere né invadente né melensa, semplicemente molto bella. Di melodico da segnalare c'è anche tale Stefania ("Luci soffuse"), peccato non canti anche in "Senza motivi" - e peccato che le donne debbano cantare in inglese! Tornando agli Huga Flame, collaborano in "Non dimentico", un sentito tributo al Rap italiano in cui c'è da congratularsi con Dydo per la geniale strofa, è comunque apprezzabile l'umiltà che c'è nel dedicare un'intera canzone ai grandi dell'Hip-Hop italiano. Rimanendo sul nostalgico non si può non parlare di "Ol' days" che, come si evince dal titolo, è un back in the days tutto italiano, uno spasso per i nati negli anni '80! Non c'era bisogno del ritornello ma non si può nemmeno dire che guasti... E quando il beat scende un po' più nello Sporco Sud, chi non può mancare ("Street tease")? Ma Jack The Smoker a.k.a. il prezzemolo del Rap italiano, lo si trova ovunque, inconfondibile! Oltre a lui, Hego si fa accompagnare anche da Taglia, con delle belle punchline in cui vengono spogliati gli stereotipi del fake. L'unico testo che si possa veramente descrivere come impegnato è "Dissenso", che prende la vicenda dell'11 marzo 2006 in Corso Buenos Aires a Milano come spunto per parlare del bisogno di un cambiamento nel nostro Paese, le strofe tuttavia non sono chiarissime nei contenuti e a tratti lasciano perplessi <<ho giurato sulla bandiera che cosparsi di benzene>>). Se vi volete procurare una copia di "Broadway", compratela: 1) per supportare; 2) per la grafica fine e simpatica del booklet. Ma cosa dico, gli amanti del Rap italiano una copia già ce l'hanno...